La grinta di Naccari

II tessuto politico? Da rigenerare

La prima uscita dell'assessore al Bilancio

Cosenza. Magari il tema è di quelli un po' ambiziosi, verificare se la Calabria ha un futuro, ma da qualche parte si deve pur partire. Così un gruppo di esponenti del Pd ha pensato di avviare ima iniziativa "d'ascolto", un incontro, il primo di una serie, nel corso del quale calarsi nella realtà e toccare le aspettative dei cittadini.

Nel salone di rappresentanza del comune di Cosenza i cittadini non mancano, molti sono pure gli amministratori, e l'incontro svela presto l'intento politico, trattandosi di una iniziativa che parla a due interlocutori. Per un verso al popolo" del Pd, ma soprattutto alla nascente classe dirigente dello stesso partito. Gli organizzatori dell'incontro lo sanno e quasi si dividono i compiti. Mimmo Bevacqua parla di coinvolgimento della gente, Franco Laratta si rivolge di più al partito, al rettore Latorre il compito di spiegare il ruolo dell'innovazione e all'assessore al Bilancio, Demetrio Naccari viene lodato il ruolo di amministratore che spiega, senza cedere alle polemiche le difficoltà del governare.

Ci sono pure interventi dal pubblico, alcuni invero già confezionati, come quello del giovane laureato al Dams che legge un compitino con tanto di domande retoriche e risposte pronte. Ma se il tema è la partecipazione, allora è il sindaco, nella duplice veste di ospite e di attore del nuovo partito, a dire che il rischio è la demotivazione. Perugini non gioca con le parole e va al cuore delle cose: "La sfida del Pd sta nel riorganizzare il consenso attorno alle cose concrete della politica, non per mezzo di una legge elettorale".

Perché alla fine, ragiona il sindaco di Cosenza, non conta tanto il modo con cui vengono eletti i candidati, ma che una volta eletti risolvano i problemi. E i pro. Invocata una maggiore programmazione nell'azione di governo blemi non sono le infrastrutture, ma le politiche sodali, culturali, per il welfare?.

Laratta parte citando Bauman e la sua "Vita liquida". Il sociologo che immagina la società come mutevole, rapida e precaria, piace molto agli ex diellini e la citazione fa da contraltare alla mucilagine di De Rita. Ma il senso non cambia, la situazione resta grave, anchi perché "la Regione è governata dalla stessa classe dirigente da trent'anni, le stesse persone, la stessa cultura e gli stessi metodi politici, mentre attorno tutto è cambiato".

Un atto d'accusa niente male da uno che ha le sue radici culturali e politiche nella Dc. La speranza è che il Pd inverta il destino, ma Laratta esprime la sua preoccupazione circa il rischio che nel partito si usino gli stessi metodi, immagina spartitori, che : usavano nei Ds e nella Margherita.

Poi impietosamente mette il dito nella piaga e chiede: "quanto duecentomila che hanno votato alle primarie potranno davvero contribuire alla nascita del partito?". A stemperare le parole viene poi l'intervento di Naccari, che avvisa che il cammino è appena iniziato, ma che non si nascondi la convinzione che quanto fin qui fatto non pare sufficiente e che avverte la necessità di operare una "rigenerazione del tessuto politico calabrese". Naccari successivamente rivolge lo sguardo al suo nuovo lavoro di assessore al Bilando e lamenta la mancanza strutturale di una cultura della programmazione, annunciando la necessità di una riforma del Bilando regionale, che gli sembra lontano dai reali bisogni e che deve diventare strumento di rapidità, previsione e capacità di individuare priorità, come l'urgente questione del credito.

Calabria Ora 11/12/07

 

 

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