Reggio Calabria tra presente e passato
Dichiarazione dell'on. Naccari in merito al compianto on. Lupoi
Redazione
Reggio Calabria 14.09.2005
Qualche giorno fa ho ricevuto da un parente copia della Gazzetta del 16 febbraio 1971 in cui si dava notizia della decisione di quattro consiglieri regionali tra cui il prof. Lupoi di disertare la seduta del Consiglio che decideva per Catanzaro capoluogo.
Quei politici furono sospesi dai loro partiti e Lupoi non si piegò ad alcuna logica che potesse anteporre interessi diversi meno che mai convenienze personali a quelli della sua città.
Sino a poco tempo fa era possibile vederlo passeggiare per le vie cittadine. Un uomo anziano ma ancora forte, dai modi estremamente garbati, lo sguardo attento e il pizzo risorgimentale che rispecchiava un animo di gentiluomo d’altri tempi.
Il suo nome, per un gioco di susseguirsi di generazioni, forse potrebbe dire poco ai reggini più giovani. Se qualcuno dovesse chiedermi di definirlo con due qualità, risponderei senza esitazione: coerenza cristallina e signorilità assoluta. Doti ormai rare, purtroppo, ma che hanno contraddistinto la sua vita.
L’impegno politico si è accompagnato come passione civile ad una lunga carriera come docente prima e preside poi. Attività, quest’ultima, che aveva svolto riscuotendo unanime stima.
Sono noti i suoi modi e lo stile con cui esercitava la sua missione nella scuola sottolineando con scrupolo e rigore gli alunni più meritevoli, tale era la sua cultura meritocratica. Aveva cominciato a fare politica nell’immediato dopoguerra facendo parte di quel gruppo che con Alcide De Gasperi ha fatto la nostra migliore storia.
Era stato uno dei primi segretari provinciali della DC e le sue vicende testimoniano come non gli fosse venuta mai meno l’ispirazione ormai perduta, ai giorni nostri lontana e dimenticata, di una politica appassionata a cui il popolo poteva affidarsi.
Apparteneva, quindi, a quella generazione che ricostruì il paese dopo la tragedia della guerra e del fascismo. Impresa ardua, perché non si trattava solo di una ricostruzione materiale ma anche e soprattutto morale.
Negli anni bui del 1970 Lupoi, come detto, si schierò a fianco di Reggio con forza e determinazione. Reggio deve quindi rendere onore alla sua memoria perché così facendo dimostrerebbe di avere a cuore il proprio passato e conservare i valori più fecondi. E’ mia opinione, credo però unanimemente condivisa, che sarebbe giusto intitolargli almeno una scuola come atto di una coscienza civile e per additarlo come esempio alle nuove generazioni.
Demetrio Naccari Carlizzi
(presidente commissione Bilancio e programmazione)
Articolo precedente | Articolo successivo