Ndrangheta, l'allarme dei pm

Milano come Reggio Calabria

Boccassini e Prestipino all'indomani del blitz che ha portato in carcere politici, magistrati e professionisti: "Emergenza talpe nel capoluogo lombardo". Nel mirino gli appalti Expo

'Ndrangheta, l'allarme dei pm "Milano come Reggio Calabria" Il procuratore aggiunto milanese Ilda Boccassini

Sandro de Riccardis - [Repubblica] - 01/12/2011

"Siamo di fronte a un'organizzazione unitaria e ramificata tra Nord e Sud con collegamenti e appoggi all'estero. Chi pensa a 'ndrine scollegate tra loro commette un grosso errore che non aiuta la lotta alla 'ndrangheta". Il giorno dopo la retata delle Direzione distrettatuale antimafia di Milano, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini spiega che anche l'inchiesta contro il clan Valle-Lampada - con arresti di politici, magistrati e professionisti - conferma "la struttura unitaria e verticistica" dell'organizzazione. Nell'ordinanza del gup Giuseppe Gennari, firmata su richiesta della stessa Boccassini e dei pm Alessandra Dolci e Paolo Storari, emergono i contatti fra i clan e gli uomini delle istituzioni: una "zona grigia" che lungo l'asse Reggio Calabria-Milano per il raggiungimento degli interessi criminali dei clan.

"Milano come Reggio Calabria". "È sbagliato parlare di famiglie slegate l'una dall'altra", ha spiegato la Boccassini. Un concetto ripreso anche dal procuratore aggiunto calabrese Michele Prestipino. "Con le attuali modalità d'azione, Milano può diventare come Reggio Calabria - ha detto il magistrato - Dopo aver importato a Nord la propria struttura organizzativa, la 'ndrangheta riproduce anche il suo sistema di relazioni e connivenze. Per questo Milano può diventare come Reggio Calabria". Il magistrato ha ricordato che l'operazione contro i Valle-Lampada è strettamente connessa all'indagine 'Infinito' del luglio 2010 (110 condanne pochi giorni fa), ricostruendo come in una "riunione elettorale" dei presunti boss delle cosche lombarde del maggio 2009 erano presenti anche esponenti della famiglia Valle.

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La zona grigia. L'inchiesta ha svelato come ci sono avvocati, magistrati e uomini delle forze dell'ordine legali all'organizzazione criminali. Uno di questi, per la Dda, è l'avvocato penalista Vincenzo Minasi, fra gli arrestati di ieri. "Un professionista che lavora fianco a fianco con la famiglia Gallico a Palmi e ha uno studio a Milano e a Como - ha ricordato Prestipino - Il centro dei suoi interessi è in mezzo tra le due regioni e lavora con un professionista che è a Lugano e che sposta i soldi negli Stati Uniti".

Le talpe. "Non solo in Calabria, ma anche a Milano potrebbero esserci talpe capaci di passare informazioni riservate a esponenti della criminalità organizzata - ha detto la Boccassini - Molto probabilmente ce n'è più di una".

Le infiltrazioni in Expo 2015. Il tentativo di scalata politica di Leonardo Valle in un Comune dell'hinterland, gli incontri con consiglieri comunali e provinciali, il tentativo di raggiungere assessori e sindaci locali. Segnali che fanno che i clan in Lombardia puntano agli appalti. E soprattutto alla ricca torta di Expo. "Per la 'ndrangheta l'Expo non si gioca a Milano, ma in periferia - spiega il pm della Dda Paolo Storari - dove ci sone le ditte, le infrastrutture, i sindaci da corrompere. Dove è più difficile controllare. Per la 'ndrangheta è più importante e vitale contare sulle candidature di politici nell'hinterland".

L'onorificenza del Vaticano. Dalle intercettazioni è emerso anche come Giulio Lampada, uno degli uomini del clan al centro delle indagini, ha ricevuto "una importante e prestigiosa riconoscenza da parte del Vaticano" e si vantava con l'avvocato Vincenzo Misani di essere stato insignito del titolo di 'cavaliere di San Silvestro dal Vaticano', con nomina del cardinale Tarcisio Bertone. "Ora in tutte le diocesi che mi ritrovo in Italia mi devono chiamare Eccellenza".

 

 

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