Il ritratto

Giglio, giudice rigoroso con le 'ndrine ma criticato per le sue amicizie

Vincenzo Giglio, 51 anni, fino a 24 mesi fa referente locale di Magistratura Democratica, è considerato un magistrato "equilibrato". A Reggio, però, si parlava molto del suo presenzialismo e delle sue scelte sui professionisti della città a cui affidare l'amministrazione giudiziaria di aziende e patrimoni sequestrati

di Giuseppe Baldassarro - [Repubblica] 30/11/2011

Giglio, giudice rigoroso con le 'ndrine ma criticato per le sue amicizie Vincenzo Giglio (ansa)
REGGIO CALABRIA - Ogni giorno lo si vedeva filare via per i corridoi del Tribunale di Reggio Calabria con la toga sotto il braccio. In scarpe da tennis e jeans. Poche parole e passo spedito. Il giudice Vincenzo Giglio, presidente della Corte d'Assise di Reggio Calabria e della sezione Misure di Prevenzione - che si occupa del sequestro dei beni dell'intera provincia - è sempre stato un magistrato particolare. Una giovane toga nell'aspetto e nello stile di vita, a dispetto dei suoi 51 anni. Personaggio che ha sempre spaccato in due le opinioni sul suo conto. Per lui la Dda di Milano ha confezionato un'accusa pesantissima 1: "Corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d'ufficio con l'aggravante di aver agevolato le attività mafiose".

Da una parte Giudice temuto e rispettato per la sua competenza e per il rigore in aula. Dall'altro circondato da un mormorio di fondo rispetto al suo modo di gestire incarichi e amicizie. La sua ultima sentenza è dei giorni scorsi e parla di 21 anni di reclusione a due rom per omicidio. Più in generale non risparmiava condanne di carcere a vita per fatti di criminalità spicciola o anche legati a storie di 'ndrangheta. Storie che facevano dire di lui che era un magistrato comunque equilibrato sia nel giudizio da esprimere nei confronti di boss e picciotti, sia per poveri cristi incappati nelle tragedie della vita.

Vicende che facevano il paio però con quanto si diceva, ad esempio, sul suo modo di gestire i beni sequestrati alle cosche. Negli scorsi anni avevano fatto discutere gli incarichi affidati a dei professionisti della città per l'amministrazione giudiziaria di aziende e patrimoni. E tuttavia risultava sempre che Vincenzo Giglio aveva agito in maniera assolutamente legittima. Chiacchiere insomma. Da Presidente delle misure di prevenzione, nell'ultimo anno ha emesso numerosi provvedimenti di sequestro nei confronti di affiliati alle cosche della 'ndrangheta tra cui quelli per 330 milioni di euro al re dei videopoker Gioacchino Campolo e di 190 milioni di euro alla cosca Pesce.

Giglio occupava un ruolo di primo piano nei quadri del Tribunale di Reggio Calabria. Un ruolo che lo portava spesso ad essere anche personaggio pubblico con numerose presenze in qualità di relatore a convegni e tavole rotonde. Frequentatore di feste e circoli importanti della città, Enzo Giglio era anche noto per intervenire spesso nel confronto pubblico. Fino a due anni fa era il referente locale di Magistratura Democratica di cui faceva ancora parte.

Docente di Diritto penale alla Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università statale Mediterranea di Reggio, in passato polemizzò col Procuratore aggiunto Nicola Gratteri, contestandogli la sua tesi secondo cui su Reggio «pende la condanna di dovere essere perennemente circondati e ammorbati dalla 'ndrangheta». Secondo Giglio, invece, «non è questa l'aria che si respira a Reggio Calabria». Di Gratteri aveva detto «Lo preferisco come  come opinionista e sociologo».

Lo scorso anno era stato tirato in ballo nell'ambito del procedimento contro il clan Valle di Milano. Nelle carte dell'inchiesta affioravano sia il nome del cugino suo omonimo, che del Consigliere regionale del Pdl Franco Morelli. In quell'occasione aveva preso le distanze dalla vicenda pubblicamente e con fermezza. Da una parte firmava gli appelli di LIbera, dall'altra era anche criticato per i suoi apparenti legami con la politica. La moglie Alessandra Sarlo era stata nominata dal governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, commissario dell'Asp di Vibo Valentia. Incarico costato oggi a Morelli l'accusa di corruzione.

 

 

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