Gatto non si dimette, a meno che non glielo chieda il facente funzioni, e si ricandida
Non c'è un caso Fli in Comune
Redazione
L'assessore finiano: « Consiglio saltato perché con la Fallara c'entra pure Scopelliti »
di Enrico De Grazia
Le evoluzioni politiche nazionali del dopo Perugia sembra si stiano ripercuotendo sempre di più anche nello scontro interno al centrodestra del comune di Reggio. L'ultima assemblea consiliare è saltata per il rifiuto dei consiglieri Pdl di proseguire l'attività amnministrativa con componenti di Fli ancora all'interno della Giunta.
Con le dimissioni imminenti della compagine finiana dal Governo Berlusconi, il Pdl reggino ora vuole anche quelle degli assessori della giunta Raffa che sono passati a Fli. Primo fra tutti, Paolo Gatto, assessore alla Manutenzione e ai Rapporti con le società miste, nominato da Raffa e recentemente passato dalla parte dei finiani.
Assessore, oggi Fli esce dal Governo nazionale. Ora qui a Reggio vogliono anche le sue. Cosa pensa di fare?
«Io resto al mio posto. La mia è stata una nomina fiduciaria di Raffa, per cui io faccio parte legittimamente della sua Giunta. Naturalmente, se lo stesso sindaco o il mio partito mi chiedesse di rassegnare le dimissioni, allora non esiterei a farmi da parte. Ma il punto vero non è questo. Hanno fatto saltare la seduta del Consiglio per altri motivi. Non c'è nessun caso Gatto».
In che senso?
«Se fosse questo il motivo reale, allora l'indomani non si sarebbe dovuta riunire nemmeno la Giunta. E invece non ho mai partecipato a una riunione di giunta così numerosa. E evidente che sono solo pretesti che utilizzano per evitare il confronto in assemblea sui temi all'ordine del giorno».
Si riferisce al caso Fallara?
«E anche al caso Minasi. Le vicende della Fallara rappresentano la controprova di quello che io e pochi altri abbiamo sempre detto negli ultimi mesi e cioè che se il Comune ha un dissesto finanziario lo si deve anche alla stessa Fallara, che gestiva il bilancio. Solo che non hanno il coraggio di affrontare la questione perché lei era stata nominata da Scopelliti quando era sindaco. E loro non vogliono che si arrivi a coinvolgere il Governatore. Gli conviene non parlarne».
Insomma, si sta cercando di coprire Scopelliti dalle sue eventuali responsabilità?
«La Fallara rappresenta una minaccia per il famoso "modello Scopelliti", di cui tanto si parla ma che a quanto pare sta crollando a poco a poco su se stesso».
Le autoliquidazioni della Fallara sono state numerose nell'arco di un anno. Com'è possibile che nessuno si sia accorto di nulla?
« Perché il sistema di governo che è stato portato avanti negli ultimi anni non ha mai permesso a nessuno di controllare. E oggi il bilancio comunale è quello che è ».
Gran parte della spesa pubblica è destinata alle società miste che forniscono i servizi alla città.
«E vero. Il rapporto con le partecipate fa parte del mio settore di competenza, ma ad oggi non si può far nulla se non aspettare la scadenza dei rispettivi contratti per poi rimettere tutto in discussione. Sono comunque dell'idea che esse siano dannose e troppo onerose per le casse comunali. Sono solo un serbatoio elettorale. Da gennaio il Governo manderà 16 milioni di euro in meno. Quindi il bello deve ancora venire».
Se lei si candida a sindaco dovrà fare i conti anche con questi problemi. E ancora convinto?
«Certamente. La scelta io l'ho già fatta. È chiaro che bisogna confrontarsi all'interno di Fli e decidere insieme. Ma adesso la priorità è quella di costruire un grande partito, per poter dare una alternativa agli elettori di destra che si riconoscono in valori quali la legalità e il rispetto delle istituzioni».
I segnali provenienti dai cittadini quali sono, sente il loro appoggio?
«La gente con cui ho parlato è entusiasta. Gli elettori non sono stupidi e non hanno dimenticato Fini che in Calabria è sempre stato molto amato. Quelli che ora gli danno contro qui a Reggio sono gli stessi che quando il Presidente scendeva in Calabria facevano a pugni per andare a prenderlo in aeroporto».
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