Terapia d'urto contro la povertà
Naccari: «E ora una legge regionale» Non più fondi a pioggia alle famiglie ma servizi.
Redazione
II bilancio contiene un piano d'interventi da 120 milioni di euro Un piano da 120 milioni di euro per contrastare la povertà e dare un sostegno a tante famiglie calabresi che vivono nell'indigenza e nella precarietà economica. Gli articoli 5 e 6 del bilancio regionale, approvati qualche giorno fa in commissione e pronti per passare al definitivo via libera del Consiglio, sono infatti dedicati a una serie di misure che la Giunta regionale, sotto l'impulso dell'assessore Demetrio Naccari Carlizzi, ha voluto mettere in campo, investendo fondi regionali e una consistente franche di fondi europei.
La filosofia di fondo seguita dalla Regione è quella di superare il modello dei finanziamenti a pioggia alle famiglie che, più studi hanno dimostrato essere inefficace. La linea è quella, piuttosto, di intervenire direttamente sul momento dell'erogazione dei servizi, grazie alla "mediazione" e al lavoro del Banco alimentare, ente no profit che provvederà a intercettare i bisogni delle famiglie e a distribuire le opportunità offerte dall'amministrazione.
Il piano dispiega il suo raggio d'azione nell'arco di tré anni, e già a partire da quest'anno sono stati messi a disposizione 40 milioni di euro. Un primo obiettivo è contrastare il problema delle povertà estreme, intervenendo nelle redistribuzióne di beni primari, mediante appunto l'intervento del Banco alimentare.
Per prevenire l'aumento del rischio povertà, si darà un sostegno alle famiglie nelle risposte agli eventi (negativi o positivi) che inficiano sulle disponibilità economiche delle famiglie, sperimentando nuove forme di intervento (ticket per beni della prima infanzia, e voucher formativi).
Infine, lo strumento del microcredito permetterà sia di intervenire per facilitare l'ingresso nel mercato del lavoro e l'inclusione sociale dei cosiddetti working poor (lavoratori poveri spesso giovani) attraverso attività di formazione e facilitazioni per l'intrapresa individuale, sìa per il miglioramento della qualità della vita delle famiglie attraverso mutui agevolati per la casa.
«In una fase in cui si fa sempre più evidente la diffusione del problema povertà e della presenza, di nuove forme di povertà - spiega l'assessore Naccari - si è ritenuto necessario inserire all'interno della manovra del bilancio della Regione un intervento che collezionasse al suo interno diversi tipi di azioni mirate a contrastare il problema e favorire l'inclusione sociale. Il presidente Loiero ha voluto inserire la lotta alla povertà ed al rischio povertà tra le priorità dell'azione di governo, corrispondendo così alle sollecitazioni che provengono dall'Isla Conferenza episcopale calabrese, dalla Caritas, dagli organismi del Terzo settore».
«Una simile emergenza -continua Naccari - ha portato con sé la necessità di creare interventi di responsabilizzazione da parte dell'ente regionale. In questo senso, si e voluto dare al Bilancio di previsione di questo anno una forza che fosse allo stesso tempo segnale di presa di coscienza del problema, evidenziandone l'urgenza, e tentativo di contrasto del fenomeno, differenziandone obiettivi e beneficiari».
Ma che cosa si intende per poveri? Chi può effettivamente accedere ai benefici regionali? Sono state distinte due fasce di reddito, tenendo a riferimento i parametri dell'Isee, l'indicatore economico'ritenuto più affidabile a livello nazionale. Si distinguerà, allora, fra povertà estrema, ovvero le famiglie con un reddito compreso tra 1/3 e i 2/3 della soglia Isee (fissata a 13.500), e le quasi povertà, con reddito compreso tra i 3/3 e i 4/3 della soglia Isee. Per chi rientra nella prima fascia, gli interventi consistono in ticket per acquisti beni primari infanzia, voucher formativi, buoni casa, microcredito e mutui agevolati e misure per l'inserimento lavorativo.
Per i quasi poveri, invece, si mettono a disposizione voucher formativi, agevolazioni alle attività di cura, buoni casa, microcredito e mutui agevolati e misure per l'inserimento lavorativo. Gli enti che, praticamente, si dovranno occupare di distrìbuire servizi e agevolazioni sono le amministrazioni provinciali. L'obiettivo finale della Regione, però, è quello di sperimentare attraverso il bilancio 2008 una nuova politica di inclusione sociale e di contrasto all'incalzante fenomeno della povertà, per poi approdare a una legge di settore, che disciplini in maniera organica il fenomeno e faccia, in qualche modo, da capofila per le altre regioni meridionali.
QUOTIDIANO DELLA CALABRIA 26/05/08
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