Presentata una corrente trasversale a Ds e Margherita e aperta alla società

Pd, un'area contro le oligarchie

Naccari: la nostra ambizione è cambiare la classe dirigente

di ADRIANO MOLLO - Il quotidiano della Calabria 22/07/2007

LAMEZIA TERME – L’hanno definita "Un solo partito tante voci" ed è l'area che ha l'ambizione di portare nel Partito democratico tutte quelle persone che al momento, diffidenti, restano alla finestra per non finire stritolati dalle oligarchie dei partiti fondatori. A promuoverla è il consigliere regionale della Margherita Demetrio Naccari Carlizzi con una parte maggioritaria del suo armai ex partito (in rotta con il segretario Franco Bruno) e tutta la base dei Ds in dissenso con il segretario regionale Carlo Guccione e l'asse Adamo Bova.

La parole d'ordine è: «Stop al continuismo con la vecchia classe dirigente e apriamoci al confronto per aumentare la partecipazione». Naccari ai giornalisti convocati a Lamezia spiega il senso dell'iniziativa. «Vogliamo lanciare un messaggio di metodo» mettendo in soffitta la «sovranità degli iscritti» e aprendo alla «partecipazione».

La nuova area, ieri mattina, ha aperto il cantiere a Lamezia e ha annunciato un'iniziativa nel cosentino nei primi giorni di agosto (a Paola o a San Giovanni in Fiore), e un'altra programmatica e di ampio respiro a settembre con i big nazionali.

Con Demetrio Naccari è schierata tutta la componente calabrese di Rutelli a partire dal senatore Franco Covello (vice-presidente dell'istituto del credito sportivo), la figlia Stefania (assessore alla Cultura alla Provincia di decenza) il vice coordinatore regionale della Margherita Giuseppe Mazzotta, il segretario dei Dl di Lamezia, Giuseppe Petronio. Poi l'ala crotonese del partito con la parlamentare Ds Marilina Intrieri, il segretario provinciate della Margherita Salvatore Baffa il vicepresidente della Provincia Emilio De Masi e l'ex consigliere regionale Enzo Sculco.

Nei prossimi giorni sono attese altre adesioni «importanti e dirompenti» annunciano i promotori. In platea c'è l'ex parlamentare Lametino Italo Reale, il consigliere regionale dell Udeur Mimmo Tallini (come osservatore) e diversi amministratori locali.

In vista delle primarie del 14 ottobre, questa area presenterà proprie Uste in tutti i 17 collegi calabresi collegate a un proprio candidato alla segreteria regionale. Per il segretario nazionale, invece, «ognuno avrà libertà di scelta», e come è noto Rutelli ha dato il via libera al ticket Veltroni-Franceschini, mentre il Pdm, probabilmente, sarà al fianco di Enrico Letta se in settimana dovesse decidere di candidarsi alla segreteria del nuovo partito. C’è attesa per capire cosa farà la Federazione socialista di Principe e Zito che si riunirà domani. In settimana «verranno annunciate altre iniziative di sostegno al Pd sganciate dalle oligarchie di partito.

Senza mai citarlo, negli interventi, è stato inviato un messaggio di apertura al Pdm di Agazio Loiero con cui questa componente, evidentemente, intende aprire un dialogo proficuo che potrebbe concretizzarsi con un accordo strategico determinante per entrambe le correnti.

Il primo segnale - secondo i promotori - e dare priorità ai problemi della Calabria. «Se così non fosse - dice De Masi - faremmo lo stesso percorso degli altri, riproponendo i vecchi metodi della politica».

Tra i temi politici posti c'è quello della riforma, della legge elettorale e della governabilità. La sfida più coraggiosa è quella di «sfidare le organizzazioni oligarchiche (il riferimento è ai vertici calabresi di Ds e Dl ndr) che vogliono imporre scelte estranee alla Calabria». De Masi riconosce che alla Regione «c'è uno sforzo di governo da parte di chi la presiede». Franco Covello puntuatizza che questo gruppo «vuole sostenere un'azione di rilancio del centrosinistra, alla Regione» e «ridare credibilità alla politica».

Giuseppe Petronio cerca di andare al cuore del problema. «Non è possibile che Ds e Dl pensino di potersi reggere con gli stessi sistemi nel Pd. Franco Bruno ripropone la stessa struttura ponendosi come rinnovatore. Questo è uno scandalo».

Marilina Intrieri, orgogliosa di non aver firmato insieme alla Lo Moro il documento degli "autonomisti" promosso da Ds e Dl e poi rielaborato nell'ultima assemblea di Lamezia, ribadisce un concetto: «Non è possibile che nasca un nuovo partito con metodi vecchi, imposti dalle oligarchie di partito»; Lei vuole un partito «di uomini e donne con regole certe per tutti che non si chiuda verticisticamente per preservare pochi».

L’obiettivo di questa area all'interno dei Pd è di cambiare la classe dirigente «attraverso nuove regole» perché «i recinti sono caduti» e il Pd «non è più il partito degli ex». Naccari e gli altri lanciano una sfida difficile ma precisa
«Non vogliamo essere gli avventurieri di turno ma i coraggiosi di turno» che si batteranno anche per una, «nuova questione morale» all'interno dei partiti e nella politica calabrese.

 

 

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