Il dissesto sarebbe stato meno dannoso
Dopo l'analisi di Naccari sul bilancio
Redazione
Consolato Campalo: bisogna imparare dagli errori del passato
Interviene Consolato Campolo. Il dirigente pubblico e soggetto attuatore per il debito pregresso dell'Asp ritiene che «le riflessioni di Demetrio Naccari impongono a tuni coloro che si "sentono" classe dirigente di questa città di offrire un contributo sullo stato delle cose con l'intento, se possibile, di offrire spunti per una discussione aperta sul futuro prossimo della città».
«A mio avviso, però - dice Campolo-, non si può immaginare il fururo se non si contestualizza e non si storicizza il passato. Il passato ha visto una decisione della Commissione Straordinaria, che per me risulta ancora incomprensibile, di aderire (tra l'altro proponendo anche ricorso alle Sezioni riunite della Corte dei conti) alla procedura di riequilibrio finanziario anziché deliberare la dichiarazione di dissesto finanziario.
All'epoca fu detto (storicizziamo) che il dissesto avrebbe "rovinato" le imprese appaltatrici di commesse comunali e messo in ginocchio l'economia locale. Niente di più sbagliato. i numeri offerti da Demetrio Naccari lo testimoniano. Le imprese reggine oggi soffrono proprio a causa di quella decisione. L'ente, da quella scelta, è obbligato a "coprire" con le entrate correnti i debiti del passato (circa 300 milioni di euro di cui poco più della metà coperti dal prestito) zavorrati da oltre 106 milioni di euro di interessi.
Ma era vero che dalla dichi arazione di dissesto le imprese locali avrebbero perduro i propri crediti? Assolutamente no. Semmai il contrario». Dice ancora Campolo: «i debiti di investimento, infatti, non sarebbero rientrati nella gestione liquidatoria perché ricadeva sull'Amministrazione, che da lì a poco sarebbe stata eletta, l'obbligo di ricostiruzione di tali somme che, avendo destinazione vincolata, dovevano trovare allocazione nella gestione ordinaria dell'eme attraverso, appunto, la ricostituzione (come sta avvenendo pur se lentamente).
Dalla mancata dichiarazione di dissesto hanno goduto principalmente i "grandi creditori" quali Telecom, Enel, Sorgenia, Equitalia, Inps e numerosi professionisti a cui erano stati affidati numerosi incarichi (legali e non solo), la cui riscossione del credito nulla ha aggiunto all'economia locale. E, purtroppo, ancora numerosi sono i debiti che emergono e che vengono riportati in bilancio attraverso i ri conoscimenti».
«Sarebbe stato sufficiente, pertanto, rimettere in circolo ogni anno e per 5 anni (in un'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato) il 20% delle risorse destinate a pagare il debiro pregresso e gli interessi per azzerare, ad esempio, il "debito manutentivo", oggi ormai fuori ogni logica. Ora è tempo di riorganizzarsi -continua Campo lo - con metodologie nuove capaci di recuperare modernità ed efficienza nei servizi amministrativi.
È obbligatorio immaginare la macchina comunale del Terzo millennio alla luce della "digitalizzazione", modellare la burocrazia sulle nuove competenze, introdurre strumenti di controllo gestionale e di misurazione delle attività, tenere sotto controllo i costi, aumenta re i ricavi. Allora ben vengano i suggerimenti di Naccari che ha descritto con dovizia di dati ciò che è successo e immaginato lo scenario futuro invitando tutti a una riflessione chiara, trasparente, partecipata al fine di coagulare le esperienze di tutti gli "addetti al lavoro".
Le scelte del passato sono state sbagliate, non è permesso sbagliare quelle per il nostro domani».
Tratto da Gazzetta del Sud (Mercoledì 22 Agosto 2018)
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