Reggio Calabria è rimasta scossa dal suicidio del dirigente alle Finanze del Comune

Orsola Fallara, dopo lo scoppio del caso delle autoliquidazioni

Ecco i documenti che hanno dato vita a un caso che ancora ha numerosi e irrisolti punti oscuri

di Gianluca Ursini - Esse - febbraio 2011

Una vicenda drammatica che ha segnato la coscienza della città e ne marcherà gli annali storici per il futuro: la morte di Orsola Fallara. Ma non per questo si può smettere di porsi domande sulle tragiche circostanze della sua morte, su quale rapporto abbia legato la dirigente a Giuseppe Scopelliti, attuale governatore regionale, e alla giunta di governo comunale degli ultimi 8 anni, né sul reale stato dei conù pubblici, il cui disse to (insieme alle accuse sui suoi compensi a fronte di questo buco di bilancio) ha portato la responsabile dell'ufficio Finanze e tributi alle pubbliche dimissioni, tre giorni prima della morte.

Le dimissioni lo scorso 15 dicembre, Orsola Fallara veniva già da quattro crisi di governo comunale, con le quali la giunta subentrata a quella guidata da Giuseppe Scopelliti aveva tentato di fare chiarezza sui conti (tuttora sconosciuti nella loro reale entità) e allontanato la dirigente del servizio Tributi, gerente quasi solitaria dei bilanci di palazzo San Giorgio.

A suo carico anche un esposto per peculato presentato in novembre alla procura dal consigliere comunale Seby Romeo e dall' esponente democratico calabrese Demetrio Naccari Carlizzi, amministratore di Reggio al termine dell'esperienza del governo Falcomatà. La Fallara ha presentato le dimissioni quel 15 dicembre, denunciando in seguito il furto del cellulare di servizio e di alcuni degli incartamenti che le sarebbero serviti per la sua difesa.

Poi, durante le festività natalizie, a Roma, viene denunciata la scomparsa di alcuni atti relativi al caso Fallara dallo studio legale Coggiatti, incaricato di dare un parere indipendente sull'operato amministrativo della super manager.

La dirigente del settore Tributi in quel preciso momento amministrativo stava concludendo un periodo di sospensione di 30 giorni dal suo incarico, disposto dal sindaco facente funzioni Giuseppe Raffa, durante il quale l'amministrazione comunale intendeva accertare quanto denunciato dall 'opposizione (così come riportato nei documenti che "S" vi mostra).

Il dirigente comunale, infatti, aveva liquidato negli anni a sé stessa dei compensi extra -oltre i regolari 95mila euro annui di retribuzione da dirigente esterna con incarico fiduciario - pe 947.836 euro nel periodo che va dal 6 maggio 2009 al 7 luglio 2010 (più ritenuta di 158mila euro).

L'incarico le era stato conferito dall 'ex sindaco Giuseppe Scopelliti per rappresentare il Comune nei contenziosi aperti contro l'amministrazione di fronte alle Commissioni Tributarie Debiti.

A incastrare Orsola Fallara ci sono dei mandati di pagamento del settore Finanze del Comune con indicati importo, numero progressivo, data e causale del giudizio presso le commissioni tributarie per il quale venivano erogate le somme. Si va dal mandato 5.369 dell'8 aprile 2010 (25mila euro) al mandato 12.231 del 22 settembre scorso, da 50mila euro.

Più altri per 84, 49, 58, 50, 47, 63 e 58mila euro, nei mesi di maggio, giugno, luglio agosto e settembre scorsi, con cadenza quasi bisettimanale. Mentre ancora nulla si sa su quanto possa avere destinato a sé stessa la dirigente per gli anni precedenti al 2009. Si attende che l'amministrazione comunale produca il contratto di incarico alla dirigente a rappresentare Palazzo San Giorgio in giudizio.

Ma non è l'unico punto oscuro della vicenda dell'esposto dei consiglieri di opposizione si chiede per quale motivo la dirigente non rispettasse il vincolo di esclusiva nel 'prestare servizio al Comune; si chiede inoltre perché pur essendo legittimata la dirigente del settore tributi a rappresentare l'ente in giudizio (decreto 546 del 1992), non lo facessero i tecnici del servizio legale, o uno dei tanti altri dirigenti comunali che altrettanto bene avevano fatto in altri giudizi. Dirigenti come Alfredo Priolo, della polizia municipale, che rappresenta il Comune in diversi procedimenti senza chiedere un centesimo in cambio.

E, soprattutto, si chiede nell 'esposto perché si era deciso di affidare questo incarico, senza farlo rientrare negli obblighi della dirigente verso l'ente datore di lavoro. E ancora, perché questa scelta comportasse un aggravio dei costi con compensi alti, e non un risparmio. Una scelta criticata, visti i conti del Comune dello Stretto, in enorme sofferenza, come riconosciuto dalla stessa prefettura reggina, che ha dovuto mediare in estate con i lavoratori delle società partecipate "Leonia" e "Multiservizi", senza stipendio da mesi.

Mancati pagamenti degli stipendi riconosciuti anche dal sotto egretario del governo Berlusconi, Carlo Giovanardi, a seguito di una interrogazione parlamentare dello scorso ottobre. Lo stesso sindaco facente fun zione Raffa ha ammesso una "sofferenza di liquidità e nei pagamenti pari a 80 milioni di euro ". Somma che sarebbe solo una piccola parte degli oltre 200 milioni di "buco" che denunciano i consiglieri di opposizione in Comune, che da anni chiedono di poter consultare il bilancio posta per posta.

Che siano 80 o 200, o 300 i milioni di debiti, sta di fatto che mentre la Fallara si liquidava consulenze di centinaia di migliaia di euro, oltre 300 operatori del settore sociale attendevano da anni di essere pagati per i servizi resi alla giunta cittadina guidata da Scopelliti.

E poi ci sono altri creditori che non hanno pazienza: sono al momento 473 i pignoramenti richiesti sui beni comunali. E 236 sono i decreti ingiuntivi con i quali si chiede che i debiti dell'amministrazione vengano liquidati: senza contare il ricorso al Tar presentato dalla multinazionale spagnola 'Gas Natural' per i 4,6 milioni di euro che le spetterebbero per la metanizzazione della città e per i quali attende dalla data della liquidazione, dicembre 2009. Persino l'ente previdenziale dei dipendenti pubblici, l'lnpdap, ha chiesto con decreto ingiuntivo che il Comune accreditasse le somme da cessione del quinto dello stipendio di 207 impiegati che le finanze del Comune avevano trattenuto e non versato all'ente previdenziale.

Alla porta ci sono anche le oltre 70 aziende del settore edile che vivevano degli appalti pubblici e da oltre due anni sono in grande sofferenza e a rischio di essere strozzate dal sistema bancario. Perché palazzo San Giorgio non paga, nonostante incassi ogni anno dalla Cassa Depositi e Prestiti nuovi finanziamenti per lo "stato avanzamento dei lavori" pubblici in corso. Altri creditori che attendono il pagamento dall'Ente locale? L'Enel, 10 milioni, per il servizio di fornitura d'energia. "AcqueReggine spa", 12 milioni, per la depurazione delle acque.

Il Commissariato per l'emergenza rifiuti, 10 milioni, oltre gli 80 milioni per la fornitura d'acqua a Regione e società mista SoRiCal, fornitura sulla quale i reggini hanno già pagato i tributi, finiti ad alimentare il buco in bilancio.

Non solo Orsola Fallara, anche altri hanno avuto compensi extra anche se solo la dirigente alle Finanze è stata chiamata a rispondere. Ci sono ad esempio altri documenti (che S mostra in esclusiva) in relazione alla disastrosa situazione dei conti pubblici reggini. Dopo la sospensione della dirigente da parte di Raffa, il governatore Scopelliti si è affrettato a scaricare ogni responsabilità nella gestione dei fondi pubblici, e a prendere le distanze dalla dirigente dei tributi, che da quel momento, nelle parole del Governatore, "non fa più parte della mia squadra".

Orsola Fallara ha portato con sé nella tomba ogni domanda sulle responsabilità delle somme che si era auto liquidata e un dubbio strisciante che i 'malpensanti' riconducono a pagamenti dovuti per il silenzio sul reale stato dei conti pubblici. Dubbio fomentato dalle bocche cucite della pasata amministrazione cittadina e dall'impossibilità di poter accedere a un bilancio analitico.

Ancora sospetti sorgono da altri mandati di pagamento disposti dalla Fallara a favore di quello che era conosciuto come il suo compagno di vita, l'architetto Bruno Labate, per il quale risultano disposti dal settore Finanze per consulenze tecniche su alcuni appalti, oltre mezzo milione di euro solo nel periodo tra marzo e agosto 2010.

Con mandati di pagamento in serie da 3932 a 11.280, con importi per 74mila (11 marzo), 74mila (stessa data), ancora 74mila (24 maggio) 73mila (fine giugno), 81 mila (13 agosto) e infine 225mila il 27 agosto scorso.

Labate si è trasferito a Roma, nella rappresentanza della Regione presso il governo centrale. A luglio ha lasciato Reggio e il proprio incarico pubblico precedente, l'ennesimo a lasciare sola Orsola Fallara che in dicembre si è trovata senza il conforto di nessuno di coloro con i quali aveva condiviso gli ultimi anni dell'amministrazione.

Altre persone che hanno condiviso gli anni in amministrazione comunale con Orsola Fallara e che hanno abbandonato Reggio per volare a Catanzaro sono altri due super consulenti del Comune: l'avvocato Franco Zoccali, ex capo di gabinetto di Scopelliti, ora in Regione Calabria, e l'architetto Saverio Putortì, dirigente comunale all'Urbanistica e per tutti gli appalti edilizi.

Dai mandati di pagamento che "S" ha potuto visionare (vedi [allegato] ndr) , risultano diverse liquidazioni di compensi attribuiti dal Comune reggino a questi due dirigenti e ad altri consulenti) a chiusura di diversi  appalti e cantieri: tutto previsto da una normativa d'incentivo, la legge 'Merloni' (legge 109/ 94), che prevedeva fino al 2 per cento dell'importo dell'appalto come premio ai manager pubblici per la consegna in tempi brevi delle opere. Putortì e Zoccali si sono fatti liquidare dalla Fallara compensi per centinaia di migliaia di euro per quanto realizzato a Reggio negli ultimi anni, dal waterfront al nuovo Palazzo di Giustizia. Tutte questioni alle quali Orsola Fallara non potrà più rispondere.


La ricostruzione

Gli ultimi 60 giorni

Una storia tristissima e cupa, quella che ha riguardato negli ultimi mesi Orsola Fallara; da qualsiasi lato la si guardi. Basti pensare che l'epilogo della vicenda collima con una morte violenta: appunto il suicidio a soli 44 anni della dirigente alle Finanze del Comune di Reggio Calabria, pieno di piccoli e grandi "misteri", di punti  interrogativi ai quali finora nessuno ha saputo dar pienamente risposta.

L'esplosione delle "parcelle d'oro" risale al 2 novembre scorso, quando in una memorabile conferenza stampa l'ex assessore regionale e "big" del Pd calabrese Demetrio Naccari Carlizzi affermò che la dirigente comunale aveva percepito dall'Ente - a suo avviso, indebitamente - circa un milione e mezzo di euro. Orsola Fallara era donna di pasta tale da non piegarsi come un bambù alla prima brezza. Aveva ormai capito che il "bubbone" era deflagrato ed era prontissima a rispondere, colpo su colpo.

Addirittura lo stesso giomo della conferenza stampa del Pd,lei ne tenne una sua, respingendo ogni addebito. Quel 2 novembre fu solo l'inizio di una veemente escalation d'accuse. Il primo cittadino ha dato formale incarico alla Commissione disciplinare per I dirigenti d'awiare una debita istruttoria sulle "parcelle d'oro".

I consiglieri d'opposizione hanno depositato un esposto in procura e la Fallara ha subito anche il "fuoco amico" di politici locali e Scopelliti (che l'aveva nominata intuitu personae) ne sconfessò l'operato: "Mi ha molto deluso, ha tradito i miei e i nostri valori: non è l'Orsola che conoscevo io".

A metà novembre, la svolta: si capisce nitidamente che l'incarico dirigenziale sta scivolando su un piano inclinato.

Dapprima viene revocata a Orsola Fallara ogni delega pendente per rappresentare il Comune in Commissione tributaria;

poi I carabinieri entrano a Palazzo San Giorgio per chiedere copia di tutti gli incartamenti. Il 22 novembre il primo cittadino - subito prima di una seduta consiliare - la sospende per 30 giorni.

La Fallara, in lacrime, fa sapere che terrà un incontro stampa il mattino successivo. Incontro che non si terrà: Rodolfo Ridolfi, consigliere politico del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ha trasmesso gli atti al Ministero per un'ulteriore valutazione di rango disciplinare.

Il 15 dicembre, l'intera questione subisce l'ennesima sterzata: stavolta, però, sarà quella definitiva. Nel pomeriggio, la dirigente torna ad affrontare i cronisti in un noto locale a pochi metri dal Comune: pur ribadendo la "sua" verità, cede alle pressioni mediatiche e politiche annunciando le proprie dimissioni.

La conferenza stampa, però, è carica di sinistri presagi. "Mi stai scattando una foto alla memoria?", apostrofa il giornalista, Ignaro di quel che sarebbe accaduto di lì a poche ore. E poi continui, lugubri, riferimenti al sindaco facente funzioni, Raffa, e Naccari, considerati "unici responsabili di quel che da domani mi accadrà". Finita la conferenza stampa, la dirigente scoppia a piangere: ma sembra tutto legato all'indubbio impatto emotivo.

Poco dopo, subisce un quanto mai oscuro furto di documenti riservati (che ai cronisti, poco prima, aveva negato) e di uno dei telefonini, ma denuncia tutto alle forze dell'ordine. L'amara realtà è l'imponderabile, dietro l'angolo: la sera stessa del 15, Orsola Fallara si dirige al Porto e lì, sola nella sua auto, ingoia un quantitatlvo mal precisato d'acido muriatico nel tentativo di uccidersi. Mentre inizia a rantolare, riesce comunque a chiedere aiuto via cellulare: ricoverata d'urgenza agli "Ospedali Riuniti", viene ricoverata in Rlanimazione.

La sua agonia, però, durerà poco più di un giorno: dopo un disperato intervento chirurgico per ricostruirle l'esofago ed espiantarle gli organi ormai compromessi, la mattina del 17 dicembre la Fallara muore.

Mario Meliadò


7 Domande

Un suicidio e tanti misteri. Chi ancora non riesce a spiegarsi il perché di un gesto tanto estremo Quanto realizzato da una donna dall'invidiabile forza di carattere, alimenta con delle semplici domande una spirale di dubbi che, forse, la magistratura potrà sciogliere definitivamente.

Chi ha chiamato il 118 la notte tra il 14 e il 15 dicembre ed a che ora? Le versioni "ufficiali" sono state due. Che sia stata lei a chiamare i soccorsi prima di ingerire l'acido muriatico. Che ingerito il liquido caustico lei abbia dato l'allarme. Questa versione è Quella più inverosimile. Ma se ne aggiunge una terza, più suggestiva. Che l'allarme sia scattato da una gazzella dei carabinieri in servizio di pattugliamento nei pressi della darsena del porto. Oppure direttamente dalla centrale operativa dei carabinieri dopo che dalle microspie installate sull'auto di Orsola Fallara si è capito che Qualcosa non andava.

Quanto liquido ha ingerito? Diversi medici interpellati hanno categoricamente escluso la possibilità, per un essere umano, di ingerire una Quantità di acido muriatico superiore a Quella contenuta "in un tappo di bottiglia". E che il riflesso nervoso conseguente avrebbe certamente impedito un secondo tentativo di ingestione.

In che condizioni è arrivata Orsola Fallara agli Ospedali Riuniti? Non esiste una versione ufficiale. Nel loro stretto riserbo i parenti hanno lasciato trapelare pochissimo. Da alcune testimonianze, invero frammentarie, pare che Orsola Fallara sia giunta vigile in ospedale e con nessun segno esteriore evidente provocato dall'ingestione di acido muriatico (ustioni su labbra e mento: logorio degli indumenti).

Perché non è stata disposta l'autopsia e si è proceduto in tutta fretta alla tumulazione della salma? Questo uno degli interrogativi più importanti. Orsola Fallara ha subito un delicatissimo (estremo tentativo) intervento chirurgico di ricostruzione dell'esofago. Uno dei più difficili per via della particolare conformazione dei tessuti (estremamente sottili ed a ridosso di importanti vasi sanguigni). Bastava la relazione del chirurgo perché si soprassedesse dal disporre un'autopsia completa, prevista per prassi in ogni caso del genere?

Perché tre magistrati curano il fascicolo sulla morte di Orsola Fallara? Se la morte va catalogata sic et simpliciter alla voce "suicidio", perché il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza coordina le indagini coadiuvato da due sostituti (Sara Ombra e Francesco Tripodi)?

Chi ha incontrato o sentito al telefono Orsola Fallara nelle ultime 6 ore di vita? Per rispondere a Questa domanda basta un'analisi accurata dei dati di traffico delle sim e dei telefoni in uso alla dirigente comunale per avere un Quadro preciso. Basta poi analizzare i dati di traffico delle celle radiomobili che coprono l'area del porto di Reggio Calabria per rispondere ad una ulteriore domanda.

Era da sola Orsola Fallara quando ha ingerito l'acido muriatico col quale si sarebbe suicidata? Ogni telefono  cellulare per funzionare deve essere collegato ad una cella radiomobile che registra ogni secondo chi vi si aggancia e per Quanto tempo. La potenza del segnale serve inoltre ad indicare la distanza Quindi il punto esatto in cui si è trovata un determinato telefono. Sono stati acquisiti Questi tabulati dagli investigatori?

Antonino Monteleone

 

Esse febbraio 2011

Pubblicato il 16/02/2011

 

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