Nota stampa dell'on. Demetrio Naccari Carlizzi

L'assessore regionale scrive ai giornali

Il sistema in Calabria è fatto anche da un insieme di resistenze al cambiamento e non è un caso che varie fazioni, trasversalmente ai partiti, alle correnti e alle coalizioni, lavorino per garantire l’equilibrio dell’esistente e facciano a gara a collegarsi per cercare di delegittimare chi crede che il sistema stesso vada cambiato.

Alle questioni politiche da me sollevate che riguardano evidenti difficoltà del partito in alcuni Comuni della provincia, dove non si è consentito di tenere il congresso laddove qualcuno pensava di perdere; la rovinosa sconfitta alle recenti elezioni comunali (Cittanova, Cardeto etc.); l’avvenuto scioglimento di alcune amministrazioni a guida PD; l’impedimento di un tesseramento vero e trasparente; il collega politico Giuseppe Bova mi fa rispondere dal segretario Strangio. Si invocava un ragionamento, un’analisi, una strategia collettiva, una reazione e una iniziativa politica. In sintesi, un pò di umiltà.

Le risposte non hanno dato seguito alle domande ma formulano una sequela di contumelie che normalmente non sono prassi nemmeno del confronto scontro tra opposte fazioni.

Attraverso una vergognosa campagna di denigrazione sollecitata ed organizzata ( con note inviate alle volte dagli indirizzi di posta elettronica di funzioni apicali del Consiglio Regionale), senza mai osare di accennare a nulla che potesse esser ricondotto alla politica, si è tentato miseramente di rappresentare la mia persona e la posizione degli amici che con me hanno un comune sentire come posizioni minoritarie, nostalgiche, deprecabili e destinate a spegnersi velocemente.

Ebbene, nell’indagare la genuinità politica di chi ha parlato, non posso fare a meno di notare che, salvo lodevoli eccezioni da me rispettate, tra i firmatari delle varie note molti di questi (13 su 20 che si ripetono in varie note) sono a vario titolo (diretto o indiretto) contrattualizzati presso le strutture tecniche (sic) o politiche del Consiglio Regionale a spese dei calabresi. Mentre qualcun altro è notoriamente in attesa di remunerati incarichi alla faccia della originalità delle posizioni assunte, della credibilità della politica e della qualità del cristallo della casa di vetro dei calabresi.

Questa poi è bene ricordarlo è stata oggetto di qualche doveroso intervento di razionalizzazione ma è da tempo di gran lunga la più costosa ed esosa d’Italia. E dire che personalmente attraverso emendamenti, disegni di legge e progetti di legge ho posto da tempo la questione, ricevendo l’invito formale a ritirare le proposte perché fossero discusse organicamente in una sede e in un’occasione che mai sono state create.

Noto ancora che i travolgenti successi della corrente dell’On. Bova sono ottenuti con l’assemblaggio organizzativo di 3 consiglieri regionali, una parlamentare e che al loro quoziente finale hanno partecipano e contribuito un presidente della Provincia e svariati candidati alle regionali nonché un gruppo nutrito di aspiranti tali. Per tacere del disimpegno del gruppo dell’on. Minniti, che oggettivamente ha favorito gli ex compagni di partito.

E’ di tutta evidenza che ad aprile, alle prossime elezioni quando non si conteranno le tessere  ma i voti veri, come già accaduto nelle competizioni amministrative, ci misureremo in una lista ognuno individualmente e quindi ognuno potrà apprezzare la propria consistenza quantitativa e qualitativa.

All’On. Bova, che ha così sviato l’attenzione dalle questioni vere, ricordo che grazie al consenso raccolto da tutti i candidati, me compreso, lui designato nel listino siede in Consiglio e spinto dalla generosità che lo contraddistingue ha potuto addirittura lavorare per eleggere un altro Consigliere.

Due consiglieri con i voti di uno, grazie alla disponibilità di tutti ed alla sagacia generosa di qualche leader. Utilizzare questo ruolo, magnificato dall’elezione a presidente, per attaccare o tentare di delegittimare chi come me ha una posizione, una cultura e una sensibilità diversa è un’azione scorretta, che come tale sarà giudicata.

Finirà presto il tempo degli onori didascalici e dei facili strumenti di costruzione del voto. Gli elettori verificheranno il bilancio di ognuno, le riforme vere e quelle finte sulle spalle del futuro, il tentativo di stravolgere il passato e di tenere in ostaggio il presente tramite i bisogni delle persone.

Né un presunto consenso interno può sottomettere le questioni che investono le idee, la democrazia e la sua qualità, che del consenso di nutrono e non possono da questo esser sotterrate, come spesso contestiamo al Cavalier Berlusconi. Né il perimetro di una corrente, come vorrebbero i tanti intervenuti in questi giorni, può coincidere con quello del partito.

Magnificare le percentuali interne senza verificare quelle esterne è segno di una vocazione al suicidio che non mi appartiene. Poiché gli insulti sono stati tutti consumati, rimaniamo ostinatamente in attesa delle risposte di merito alle tante questioni politiche ed amministrative poste, che rimangono lì a rivendicare una risposta che ad oggi non è giunta.

Quelle domande, che non ritratteremo, non possono esser eluse, perché su quelle mancate risposte si sta consumando la crisi del nostro partito. E nessuna gara a chi formula il peggior insulto, alla quale in tanti si sono appassionati, manifestando impareggiabile mediocrità politica, potrà negare alle questioni da me poste la loro consistenza, perchè è solo la risposta a quelle domande che restituirà forza al PD e costruirà le basi del progetto che sconfiggerà ancora una volta il PDL.

Sulla risposta a quelle domande si delinea l’appartenenza al PD e il desiderio di battere la destra. Questa destra dalla quale spesso non riusciamo a misurare la distanza del PD locale per l’evidente assenza di posizioni chiare e precise.

Non vi sono scorciatoie, né insulti che tengano. Questa è la sfida che lancio al PD e a me stesso, Questa è la sfida che ho raccolto. Siamo nati per questo e per questo il PD deve vivere. Dopo gli insulti, chi vuole si impegni nella fatica di un ragionamento. Chi non vuole o non può, provi a far silenzio.

Il partito democratico sarà un altra cosa dal sistema che qualcuno vuole tenere insieme per sopravvivere a tutto anche a se stesso.

Demetrio Naccari Carlizzi

 

 

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