Naccari contesta Dattola e sfida Arena

Incredibilmente si attribuisce all'opposizione la responsabilità d'aver impoverito l'economia locale

Contesta Dattola e sfida Arena a un dibattito pubblico. Non ha perso tempo l'ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi. «Le recenti esternazioni di Arena e Dattola che, dai ruoli di amministratore dell'Atam e di presidente di Camera di Commercio, articolano un ragionamento sulla città», dice, «meritano di avere un seguito. Non tanto per sottolineare la loro nota appartenenza politica o la parzialità delle loro affermazioni, ma per cercare di capire se anche da quelle dichiarazioni, concordate e propagandistiche, si possa partire per imbastire un confronto civile e fruttuoso».

Naccari divide il suo ragionamento in due parti. La prima è dedicata a Lucio Dattola: «In questi anni non ha mai lamentato pubblicamente, limitandosi a considerazioni private, la difficoltà grave delle imprese reggine di essere pagate per i lavori effettuati dietro committenza del Comune.

Da lui mi sarei aspettato una considerazione diversa, che partisse dal fatto che le imprese, almeno quelle che non hanno rapporti privilegiati, sono state costrette a indebitarsi per una sostanziale incapacità del Comune a onorare i propri impegni. Sarebbero quindi le scelte di chi governa ad impoverirle.

Dattola, invece, incredibilmente lamenta che sarebbe l'opposizione, rissosa e incurante della crisi globale, a generare difficoltà di accesso al credito per le imprese. La domanda sorge spontanea. Dattola ci vuole far credere veramente di avere un'idea così comica del sistema bancario da non consentirgli di giocare nemmeno al Monopoli?».

Poi Naccari sposta il tiro su Demetrio Arena, candidato sindaco del Pdl: «Arena lancia il grido della disaffezione dei cittadini e del rischio che le scelte siano sempre di più determinate dagli interessi dei singoli. È colpito dall'assenza di sensi di colpa, sconcertato che il bilancio sia l'unico argomento di confronto, rassicurato dalla Corte dei Conti, stupito dal fatto che si rischi di tornare alla città dolente, di vanificare la crescita, di limitare i turisti.

Ora, basterebbe leggere il comunicato del presidente della Corte dei Conti di Catanzaro per comprendere oltre ogni ragionevole dubbio che si riferisce ai referti sugli atti del passato. La nota lo dice chiaramente mentre Arena fa finta di non sapere che la Corte giudica sui dati che il Comune le fornisce e non su un rendiconto che ancora il Consiglio deve approvare e la giunta ha solo proposto.

Certo, il fatto che voglia anche confondere la vicenda umana della Fallara – di cui tutti abbiamo rispetto tranne forse i suoi amici che l'hanno prima scaricata e poi giubilata – con la condizione del bilancio comunale è un atto di presunzione e non un desiderio di un confronto alto. Purtroppo in questi mesi abbiamo assistito a proteste vere da parte degli operatori sociali del terzo settore, dei lavoratori delle società miste Leonia (accredita milioni dal Comune) e Multiservizi (accredita 14 milioni di euro), della Bentini che costruisce il Tribunale, della Lafatre che costruiva il mercato agro-alimentare di Mortara, di Acque Reggine (accredita 13 milioni di euro), della Fism che non riceve i pagamenti per gli asili nido, dei sindacati, delle organizzazioni datoriali che tutelano non il Pdl ma le imprese associate.

Di contro sappiamo che alcuni dirigenti esterni e consulenti hanno ricevuto pagamenti per centinaia di migliaia di euro, per milioni di euro che vengono ritenuti, non solo dall'opposizione ma anche dai soggetti demandati al controllo (avvocatura civica, segretario comunale, pareri esterni richiesti dall'amministrazione), non dovuti».

E qui Naccari fa partire una raffica di interrogativi: «Prima di parlare della nuova frontiera, Arena ci vuole dire cosa è successo a Reggio in questi anni, visto che è storicamente il braccio destro di Scopelliti? Ci vuole dire anche come intende governare, visto che il nuovo dirigente del settore Finanze del Comune ci ha scritto ufficialmente che non sono stati pagati all'erario, ancorché trattenuti ai dipendenti e ai professionisti, 20 milioni di Irpef e Irap e che quindi con le relative sanzioni i reggini dovranno pagare quasi 30 milioni al fisco? Ci vuole dire come coprirà i 95,5 milioni di mandati annullati al 31 dicembre e di spese nemmeno seguite dall'emissione di mandati per mancanza di risorse? Ci vuole dire come coprirà i debiti nemmeno calcolati degli swap e le partite non contabilizzate in bilancio?».

Ricordato che «nel 2002 noi lasciammo il Comune ben lontano dalla "città dolente" e le spese correnti erano pari a 100 milioni di euro, mentre oggi secondo i dati ufficiali del bilancio comunale ammontano a 170 milioni», l'ex assessore invita Arena a un dibattito pubblico, realizzato sui dati del consuntivo approvato dagli esponenti del centrodestra, che possa dimostrarsi chiarificatore tra la maggioranza e l'opposizione. «E dopo, se avrà ancora voglia di parlare, il confronto sarà sui conseguenti programmi».

Pino Toscano [Gazzetta del Sud] 10/02/2011

 

 

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