Il vicepremier a Cosenza e a Reggio Calabria

Rutelli vuole un partito fresco, vitale e pulito

di Dino Granata - Il Quotidiano della Calabria - 9/10/2007

Non è più il Rutelli pensiero che i calabresi hanno conosciuto prima della vittoria del centrosinistra nel 2006. Oggi è lui ad essere un uomo di governo e conosce bene le responsabilità di governo.

Sa di remare contro il vento dell'anti-politica, ma conosce soprattutto bene l'arte di comunicare. A Cosenza, il vice presidente del Consiglio, è cauto nelle espressioni. Pesa le parole come un medico dosa i farmaci. lira dritto e non si sbilancia sui temi caldi della giustizia. Alle domande dei giornalisti sul caso De Magistris, il tema più caldo di questi giorni, Francesco Rutelli invoca un diplomatico «rispetto per la decisione del Csm, perché di tutto abbiamo bisogno meno che di una guerra tra i poteri dello Stato».

Nulla sulla "straordinaria" reazione popolare. Nulla sul perché del "silenzio assordante" del nascente Partito democratico su una vicenda che «meritava altra attenzione». Ma letto da un'altra angolazione, il messaggio provocazione degli avversari. Del resto, la linea del "silenzio" è quella privilegiata anche dal centrodestra che sulla vicenda del Pm non ha espresso posizioni. Anzi. Nella citta dei Bruzi per presentare la lista "I democratici riformisti della Calabria con Veltroni e con Minniti", il vice di Prodi vola alto. Parla di sicurezza, legalità, sviluppo.

Dell'azione «positiva» del suo governo «che ha faticato il primo anno per un difetto di comunicazione», ma ora «cominciano a vedersi i risultati: aumento del potere d'acquisto, aumenti pensionistici, una politica degli affitti a vantaggio delle fasce deboli, una finanziaria che destina agli investimenti nel Mezzogiorno una porzione consistente: 100 miliardi di euro.

E questo nonostante il «tipo di destra che abbiamo davanti, brava solo a dire di no e a fare ostruzionismo», critica Rutelli. Come il «no di Forza Italia al taglio dei deputati». La platea stracolma e «ricca di donne» applaude. I compagni di questo «lungo e faticoso» viaggio, Sandro Principe e Franco Covello, si strofinano le mani per «il grande successo» della convention. Poi Rutelli entra nel merito del Pd elogiando Veltroni e Minniti per il «sacrificio» «Il Pd renderà il bipolarismo più serio e credibile», dice.

«In Italia abbiamo bisogno di una democrazia più matura. Una democrazia dell'alternanza e non più di una democrazia in cui un partito dello «zero-virgola» detta legge.

Ecco che «unire le forze nel Partito democratico significa rendere l'Italia più semplice», significa per inciso «non mettere la politica nelle mani del ricatto di quelli che sono stati chiamati "partiti coriandolo".

E sulle divisioni interne al Pd il vicepremier smentisce i giornalisti o chi mette in giro voci di frammentazione: «Non esistono assolutamente divisioni», sbotta. Abbiamo un candidato su cui tutti convergiamo e si chiama Veltroni, un altro per quanto riguarda la Calabria e su cui tutti convergiamo che si chiama Minniti, e poi naturalmente ognuno porterà i suoi rappresentanti».

In ultima analisi «spetterà agli elettori scegliere. Noi puntiamo alla creazione di un partito che sia tresco, vitale e pulito». Poi ammette che il metodo di co- struzione delle liste «è imperfetto». In fondo «un grande partito che nasce con una grande partecipazione», non può permettersi il "porcellum" di Calderoli.

[Rutelli] entra nella sala Nicholas Green del Consiglio Regionale della Calabria.

 

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