La Regione Calabria rinuncia a 150 mln per pagare le imprese

Naccari: va modificato il patto di stabilità

Quando apprendiamo dal ministero dell'Economia e delle Finanze che  5 Regioni meridionali, tra cui la Calabria, non hanno chiesto i fondi assegnati per il pagamento dei debiti pregressi nei confronti dei fornitori, rimaniamo sconcertati ma non vorremmo che si generasse un semplicistico giudizio negativo sull’operato di questi governi regionali.

Va detto invece che  ha fatto bene Matteo Renzi, nel discorso sulla fiducia al Senato,  a porre il problema del pagamento da parte della pubblica amministrazione dei crediti delle imprese e dunque, aggiungiamo noi,  della necessità di modifica del patto di stabilità. Per comprendere bene questo passaggio basta analizzare i dati diffusi  che parlano di circa 2,3 miliardi dei fondi assegnati a queste  Regioni e non ancora richiesti. La Calabria "ha rinunciato" a quasi 150 milioni di euro,  la Sicilia non ha presentato richiesta per circa 206 milioni  e  il Molise per una somma di 16,3 milioni.

La Sardegna non ha fatto pervenire alcun atto in merito ai quasi 160 milioni di euro richiesti mentre  la Campania non ha richiesto gli oltre 865 milioni di euro assegnati.  Bisognerebbe invece capire che  queste regioni non hanno  richiesto queste risorse e hanno rifiutato liquidità, che peraltro hanno,  a causa dei  limiti del patto di stabilità che impedisce una spesa superiore a quello che è il calcolo storico della spesa dal 2005 ad oggi e che  blocca  il pagamento di questi debiti. Fa bene Renzi quando evidenzia che bisogna  mettere subito a disposizione delle imprese  le risorse ma è chiaro  che c’è bisogno di modificare il patto di stabilità. Questo patto inoltre è sbilanciato in maniera ingiusta contro le regioni del mezzogiorno poiché prende a base la spesa del  2005. Ricordiamo che in Calabria  la  giunta  Chiaravalloti, di cui faceva parte anche  Scopelliti, spese nel 2005  il 40% in meno rispetto all’anno precedente.

In  sostanza il dato fallimentare di quegli anni continua a penalizzare la Calabria ancora  oggi. Dunque, quando si parla di mezzogiorno e di meridionalismo,  è importante rivedere questi sistemi che si fondano su una fotografia del periodo in cui le amministrazioni regionali del sud erano particolarmente inefficienti. Comunque, va anche detto, che poiché  i crediti delle imprese devono essere  liquidi ed esigibili  al 31 12 2012,  in ogni caso  bisognerebbe andare a vedere se i dipartimenti hanno  materialmente svolto  tutto il lavoro necessario per comunicare i crediti utili al raggiungimento di  quella cifra di quasi 150 milioni di euro a cui la Calabria ha rinunciato.


Demetrio Naccari Carlizzi
Consigliere regionale PD

 

 

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