Processo Fallara, Raffa ricostruisce la genesi della sospensione della dirigente

e la redazione del Consuntivo 2009: Non lo firmai, troppe incongruenze

di Claudio Labate pubblicato su [strill.it]

Nuova udienza, oggi, del Processo “Fallara”, che ha visto tra i testimoni della giornata anche Giuseppe Raffa, attuale Presidente dell’Amministrazione provinciale che, all’epoca dei fatti di cui è stato chiamato a deporre, a cavallo tra il maggio del 2010 e l’aprile del 2011, ha rivestito il ruolo di sindaco facente funzioni. Ma Raffa ha vissuto praticamente tutta la parabola amministrativa delle amministrazioni Scopelliti: dal 2002 al 2006 da assessore alle Politiche comunitarie; dal 2007 al 2008, rieletto, da capogruppo di Forza Italia e dal 2008 nelle vesti di vicesindaco.

Il tribunale, presieduto da Olga Tarzia, gli ha dedicato praticamente tutta la mattinata, provando a ricostruire i fatti amministrativi, i rapporti, e i provvedimenti assunti dallo stesso Raffa nel periodo in cui ha assunto la carica di sindaco facente funzioni. Ed è proprio da questo punto che il Pm Sara Ombra ha deciso di cominciare il suo interrogatorio. Da come e quando nascono i provvedimenti disciplinari a carico di Orsola Fallara. Così Raffa ha ricordato che alla fine dell’aprile del 2010 arrivò sulla sua scrivania un faldone corposo contenente una sessantina di pratiche, alcune relative ad incarichi in Commissione tributaria. Non avendone allora alcuna competenza lasciò il faldone sulla scrivania per una ventina di giorni. Salvo poi interessarsene con il mutato scenario amministrativo che a maggio lo vide in posizione di sindaco facente funzione. All’interno di quel faldone c’erano cinque o sei pratiche intestate all’allora dirigente del Settore Finanze Orsola Fallara. “Mi sembrò strano – racconta Raffa – perché in genere i dirigenti si costituiscono da soli, e comunque gli importi erano indefiniti. Chiesi all’ufficio di gabinetto se la procedura fosse corretta, e l’avvocato Barrile mi rispose che era ormai prassi consolidata”. Quelle pratiche furono firmate, ma Raffa chiese ugualmente alla dirigente Fedora Squillaci un parere sulla vicenda, perché il dubbio sugli importi rimaneva intatto. Tanto che secondo una stima dello stesso Raffa, la Fallara si sarebbe liquidata, in quel periodo, qualcosa come 500 mila euro. Cifra venuta fuori dal confronto coi dati sui mandati di pagamento forniti dal dott. Dapice che si occupa di una struttura apposita, all’interno della segretaria generale. Raffa ricorda anche il contesto di drammatica sofferenza per la casse di Palazzo San Giorgio, sempre più pressato dalle richieste dei tanti creditori. Intanto la Squillaci fornì il parere richiesto: “A voce, la dirigente mi disse che nel caso specifico vigeva il criterio dell’onnicomprensività che non avrebbe consentito alla Fallara di ricevere ulteriori compensi”. Delle anomalie riscontrate Raffa riferisce di averne parlato con il direttore generale che, rispetto alla Squillaci, pretese una formale richiesta scritta. Ma Raffa ricorda anche di averne parlato con la stessa Fallara prima, e con l’avvocato Barrile dopo. E che la risposta fu la stessa, e cioè che era prassi consolidata, che era tutto legale. Non ci fu invece occasione, in quel momento, di parlarne con l’ex sindaco Scopelliti. Riuscì a farlo solo dopo la morte della dirigente: “Scopelliti parlò di minimi tariffari e sostenne che le liquidazioni fossero legittime, quindi – dice rispondendo alle domande del pm – credo fosse al corrente della questione, perché comunque ritengo abbia firmato quei mandati prima di me”

“Con l’argomento Bilancio sempre caldo, quindici giorni dopo essere diventato sindaco facente funzioni chiesi alla Fallara una relazione sullo stato delle finanze del Comune. Volevo capire – dice Raffa - i confini del Bilancio, capire la situazione debitoria, anche rispetto alle tante richieste dei creditori “. Fatto sta che “la dirigente Fallara rispose dopo un mese e mezzo che aveva da fare. E solo il 26 luglio del 2010 mi inviò una nota in cui mi scriveva di aver avviato una ricognizione di Cassa dell’ente. È l’unica nota formale che ho ricevuto. La risposta alla mia richiesta non è mai arrivata”.

I provvedimenti assunti da Raffa

Tornando alla vicenda Fallara, Raffa ha quindi ricordato: “La politica non mi supportò nelle mie richieste di chiarezza, e mi interfacciai direttamente con il Prefetto Varratta, per capire come orientarmi sul caso. Poi richiesi anche un parere legale”. In realtà allora di pareri ne arrivano almeno tre. Ma solo uno di questi dava ragione alla Fallara. Di lì a poco Raffa avrebbe assunto i relativi provvedimenti. “Ne parlai solo con la Squillaci, Barrile e il direttore generale. Revocai gli incarichi della Fallara in Commissione tributaria, sospendendola cautelativamente per 30 giorni. Anche per permetterle di difendersi in maniera completa. In quella situazione non avevo alcuna alternativa. E glielo comunicai personalmente a Palazzo San Giorgio. Lei mi chiedeva di essere spostata di settore ma di non sospenderla, ma per me sarebbe stata una soluzione a metà, non onorevole per me e neanche per lei”. Raffa istituì anche una Commissione disciplinare che cominciò ad esaminare il caso. Ma la Fallara “non la prese bene e dopo qualche giorno rassegnò le dimissioni”.

Focus poi sul Bilancio Consuntivo del 2009. Raffa parla di diverse incongruenze e criticità corrette in seconda battuta dai Revisori. “Era la prima volta che il Bilancio era redatto dal dott. Nucera che ci rassicurò su quel documento che alla fine rispettava e non sforava i parametri di deficitarietà. Alla mia richiesta di chiarimenti mi rispose stizzito che quelli erano i numeri e che su quelli dovevamo basarci, perché gli errori aritmetici non avrebbero inficiato il Bilancio”. Un documento votato in giunta ma non firmato dallo stesso Raffa, che chiese lumi anche all’Agenzia delle entrate, ma che fu approvato dal Consiglio.

A chiedere dei rapporti tra Scopelliti e la Fallara è ancora il giudice Tarzia, che intende capire qual è la prassi quando c’è disaccordo tra assessore e dirigente. “La figura dell’assessore – spiega Raffa – serve a monitorare il percorso amministrativo e a garantire la vigilanza. I rapporti gestionali sono tra l’assessore e il dirigente. In caso di non-rapporti tra i due il sindaco può spostare o revocare il dirigente, oppure spostare l’assessore. Quando Veneziano pose il problema in giunta , si ebbero discussioni anche accese. Ma alla fine fu Veneziano a spostarsi allo Sport”. “Quindi – commenta il giudice- fu identificato Veneziano, e non la dirigente, quale elemento di contrasto”.

Il Nucleo di Valutazione

Nel corso della mattinata al banco dei testimoni ci va anche Attilio Gorassini, preside della facoltà di Ingegneria dell’Università Mediterranea. Dal 2002 al 2009 ha presieduto, nominato dall’allora sindaco Scopelliti, il Nucleo di valutazione dei dirigenti, formato da un giurista, un economista e un aziendalista. Gli viene chiesto se ha mai valutato la dirigente Fallara. “Solo due volte, una positiva e una negativa. Per tutti gli altri anni mancava la documentazione (che forniscono i dirigenti stessi) e quindi è stata dichiarata non valutabile”. Gorassini spiega che il Nucleo valuta l’operato dei dirigenti in base agli obiettivi che vengono stabiliti annualmente, con l’effetto di non riconoscere l’erogazione del relativo premio economico se non al raggiungimento dell’obiettivo. “I dirigenti non erano molto propensi a farsi valutare, ma col passare degli anni si adeguarono. La Fallara invece non si adeguò mai”. Criticità (mancata trasmissione dei documenti necessari alla valutazione) che Gorassini dice di aver segnalato tanto alla segreteria generale, quanto al sindaco, non avendo accesso diretto al sistema informatico dei flussi degli atti prodotti dai dirigenti. “Il report generale dei flussi degli atti fatti dai dirigenti, che doveva fornire il Controllo interno, non li abbiamo mai avuti”.

 

 

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