Il caso Fallara

È già operativa la commissione della Procura di Reggio

Si sono presentati ieri mattina all'ufficio ragioneria del Comune gli 007 mandati dalla Procura della Repubblica. Hanno spiegato i termini dell'incarico che gli è stato conferito dai magistrati ed hanno chiesto Wla stanza nella quale stabilirsi e iniziare a lavorare.

La "commissione" di consulenti lascerà l'incarico solo a lavoro finito. E sarà un lavoro lungo e minuzioso, se si considerano le premesse. Si, perchè il compito è preciso: metteranno mani alle carte di Palazzo San Giorgio degli ultimi otto anni. Cercheranno di capire come e perchè sono stati spesi i soldi pubblici, e soprattutto dovranno stabilire se si tratta di atti leciti.

Sono in tre, iloro nomi non sono ancora noti. Ma si sa che si tratta di due funzionari dell'ufficio ispettivo del ntinistero del Tesoro e di un perito (Ctu) proveniente da un comune laziale (Frosinone).

Ieri mattina hanno iniziato ad organizzare il lavoro, chiedendo i primi atti e spiegando che hanno bisogno di uno spazio in cui lavorare e tenere le carte. Uno spazio chiuso, naturalmente. Il loro arrivo ha sorpreso solo in parte i dirigenti comunali.

La "missione" di alcuni consulenti di parte era stato reso noto già nelle scorse settimane, dal "Quotidiano". Quello che ha sorpreso è invece il piglio con il quale i tre hanno lasciato intendere che i tratterà di un lavoro minuzioso. Dunque non soltanto quello determinato sulla base della denuncia di Demetrio Naccari e Seby Romeo, i due esponenti del Pd reggino che a novembre scorso presentarono una denuncia formale, alla procura della Repubblica, sulla gestione del settore Bilancio da parte dell'allora dirigente del settore Finanze, Orsola Fallara.

La donna alcune settimane dopo si tolse la vita ingerendo dell'acido muriatico, ma l'inchiesta andò avanti iniziando ad accertare alcuni illeciti. Primo tra tutti il fatto che si era auto-liquidata somme per quasi un milione di euro in qualità di componente esterna della commissione tributaria. Un atto illegittimo. Poi i soldi dati all'architetto Paolo Labate, suo compagno, per consulenze che non hanno trovato riscontro.

Al punto che fu lui stesso ad ammettere alcune responsabilità ed a restituire 180 mila euro al comune. Due vicende collegate tra di loro, ma non sono le uniche evidentemente. Tanto che il pool di magistrati che si occupa dell'inchiesta (il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza ed i sostituti Francesco Tripodi e Sara Ombra) per tentare di sbrogliare la matassa hanno deciso di affidarsi a degli esperti. Quelli della "commissione", appunto.

Che ora hanno l'onere dimettere le mani sulle carte del bilancio, sulle fatture, sulle liquidazioni e sugli incarchi nel tentativo di stabilire definitivamente se e dove si sono consumati illeciti amntinistrativi e forse anche peggio.

Il quotidiano - 15/04/2011 Giuseppe Baldessarro

 

[Quotidiano]Caso Fallara 15 04 2011

Pubblicato il 18/04/2011

 

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