Depistaggi a parte, che si fa col buco al Comune?

La vicenda delle autoliquidazioni al Comune è solo il riflesso di un problema di metodo di governo

Sono trascorse alcune settimane da un evento che ha segnato molti di noi. La morte della dirigente alle Finanze, per alcuni versi ancora oscura e certamente imprevedibile, ha spostato l’attenzione di tutti dal problema collettivo rappresentato dalla insolvenza del Comune di Reggio verso imprese, dipendenti e Fisco ad una dimensione individuale ed umana.

La vicenda delle cosiddette “autoliquidazioni” illegittime al Comune è infatti solo il riflesso di un problema di metodo di governo ben più grande del pur grave caso gestionale evidenziato. Il peculato per diversi milioni di euro, da noi denunciato e giudicato tale da tutti coloro che per funzione si sono occupati della cosa, non è purtroppo un caso isolato e la sua denuncia non risolve i gravissimi problemi del Comune.

In queste settimane sono rimasto in silenzio a riflettere ma mi ha molto colpito che gli stessi presunti amici che avevano apertamente preso le distanze dalla dirigente, evidentemente per nulla toccati dalla vicenda umana, siano passati alla sua morte dalla pubblica condanna a portarla come esempio di amore per la città.

 Sono grato ad alcuni amici che sul mio sito hanno voluto dare plastica rappresentazione, tramite la successione delle interviste e delle note, di questa finta schizofrenia dietro cui si è celata un’operazione indegna che, peraltro, non assolve nessuno dalle sue responsabilità pubbliche.

Va a merito de Il Quotidiano se in un lucido ed autorevole fondo del suo direttore si è ristabilita la verità storica respingendo due tentativi indegni. Il primo di inventare una colpa, disegnata a mano libera e senza logica, per avere, secondo uno stile ispirato dai doveri civici,  denunciato la sottrazione di milioni di euro alle casse comunali. Il secondo di tentare di alzare un polverone, attaccando e criminalizzando la stessa funzione dell’informazione e lo stesso dovere di cronaca di questi eventi.

Occorrerà riflettere sulle ragioni che hanno spinto alcuni a tentare, in un incredibile quanto sfrontato capovolgimento delle responsabilità, di ribaltare e scambiare le azioni giuridicamente e eticamente da biasimare con quelle antigiuridiche e perniciose per la collettività.

Acclarato quindi un autentico tentativo di depistaggio occorre ora capire che cosa succederà alla città di Reggio nei prossimi anni. Dobbiamo tornare ai problemi depurati dalla carica emotiva delle vicende personali.

Non sarebbe utile in alcun modo per i reggini infatti cercare di coprire la realtà dei fatti. Proprio la morte della dottoressa Fallara impone che sia detta la verità, non essendo accettabile che la sua vita faccia da paravento a nessuno né, di contro, che sulla stessa siano scaricate tutte le responsabilità di anni di abusi di tanti che hanno creato un vero e proprio sistema di malaffare che la città pagherà per molti anni.

Per anni, almeno dal 2004, abbiamo sostenuto che il bilancio del Comune era falso e su questo, anche se qualcuno pretende contro ogni evidenza di trascinare la ragione al servizio di un delirio frutto del proprio tornaconto, in assemblea alla Camera dei Deputati proprio il rappresentante del Governo Berlusconi, il Ministro Giovanardi, sulla scorta della relazione della Prefettura ci ha dato sostanzialmente ragione.

Proprio il profondo rispetto per un gesto che ha assunto su di sé colpe non solo proprie e ha definito un prezzo troppo alto e quindi sicuramente ingiusto per i suoi comportamenti mi porta a porre una domanda.

Mi chiedo: se negli anni alcuni non avessero assunto una posizione insostenibile, se non si fossero piegate le risultanze del bilancio ad un progetto drogato di acquisizione del consenso e poi non si fosse isolata la responsabilità delle prime verità in capo ad una persona sola, la dirigente non avrebbe sentito meno sulle proprie spalle e soltanto su di quelle il peso di una città in dissesto con il rischio di dovere pagare personalmente anche quei danni erariali? E ancora, oggi la città su quale solidità finanziaria può contare per investire sul futuro?

E’ infatti evidente che non ha senso parlare di programmi elettorali se prima non si dice con onestà ai reggini cosa sia avvenuto in questi anni. Il tentativo di eliminare il problema assimilandolo alle difficoltà finanziarie generalizzate tra i Comuni italiani è patetico prima ancora di essere apertamente un’operazione di rimozione psichiatrica dietro cui si nasconde la consapevolezza di avere qualcosa da nascondere.

Occorre quindi necessariamente fare luce sulla reale situazione debitoria del Comune. In questo senso le grida oscene di alcuni consiglieri di maggioranza che hanno cercato prima di negare l’evidenza poi di affermare con disinvoltura che Reggio avrebbe “soltanto” un buco di 80 milioni di euro testimoniano il livello di incompetenza ed irresponsabilità civile prima che politica di chi oggi abusa del diritto di rappresentarci. I comportamenti timidi ed inerti di coloro che puntano sui tempi lunghi saranno ricordati al momento della verità.
Mi chiedo se per la politica e la burocrazia abbiano valore i lavoratori delle imprese senza stipendio che scioperano, i dipendenti delle società miste che manifestano e il paradosso che le stesse siano dovute arrivare ad agire in tribunale contro il Comune che è il loro maggior azionista, le imprese e le loro organizzazioni che dichiarano di fallire, gli asili nido che non ricevono le spettanze per la ristorazione, i migliaia di creditori che rivendicano le loro spettanze e promuovono azioni esecutive.

I problemi della comunità reggina purtroppo rimangono. Nei prossimi giorni daremo le risultanze dei primi documenti che sono stati finalmente forniti dopo anni di opacità e solo grazie alla svolta ed al decoro amministrativo del sindaco Raffa anche lui accomunato fra gli obiettivi da abbattere di una sub cultura faziosa che fa della manipolazione il proprio modo di aderire alla realtà.

 Intanto abbiamo appreso che il Comune di Reggio non ha pagato l’irpef per 19 milioni di euro e dovrà quindi pagarla sommandovi una sanzione enorme e che esiste un “buco di 80 milioni” sui mandati predisposti e non pagati. Sarà un dovere nostro dimostrare, come sempre documenti alla mano, che la situazione è purtroppo peggiore, comunicare le altre voci del “buco” da sommare e dire ai cittadini cosa è successo in questi anni e cosa li aspetta. 

Un sistema di corruzione ha portato al baratro un’intera città, dileggiata da false promesse e dati truccati. Si è così finanziato un finto modello, un sistema di potere e di condizionamento del sistema democratico per l’accrescimento del consenso personale di alcuni amministratori mentre i fondamentali economici della città decadevano anno dopo anno.
Taluni vogliono occultare almeno sino alle elezioni questo sistema che, a parte le responsabilità erariali e penali, si tradurrà in un ulteriore aumento della pressione tributaria e in anni di mancati investimenti. Se tutto sarà invece portato alla luce alcuni dovranno rispondere amministrativamente prima che politicamente. Alcune conseguenze amministrative sono previste nel Testo unico degli Enti Locali.

Ecco perché alcuni hanno cercato con lucida mala fede di strumentalizzare morte e dolore per arrivare all’occultamento della verità. Hanno dimostrano con il loro cinico comportamento di non avere alcun rispetto per chi fingono di piangere fingendo di giubilarla nel mentre le scaricano addosso ogni errore e azione dannosa per la città.

Nei prossimi giorni daremo le evidenze di questa fase di Reggio.

Demetrio Naccari Carlizzi

 

 

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