Primarie Roccella

Dichiarazione dell'assessore Naccari Carlizzi

La notizia riportata nei giorni scorsi su tutti i quotidiani del risultato delle elezioni primarie del centrosinistra a Roccella merita a mio avviso qualche considerazione e deve interrogare i dirigenti provinciali del Partito sul tema centrale del rapporto del partito con le realtà comunali.

A Roccella da 10 anni il nostro partito è al governo della cittadina con rappresentanti che hanno saputo offrire un esempio di buon governo che è conosciuto in tutta la provincia. Su queste esperienze il partito avrebbe dovuto naturalmente costruire la sua rappresentanza locale che, al contrario, è stata strutturata a servizio di un progetto che, indipendentemente dalle personalità sulle quali si è basato, difettava chiaramente di forza politica, come avevano denunciato chiaramente i più autorevoli esponenti della amministrazione comunale iscritti al partito. Il risultato delle forzature portate avanti per imporre questo progetto è ora sotto gli occhi di tutti.

I due terzi della Giunta e sette consiglieri sugli 11 di maggioranza hanno scelto di non appoggiare questo progetto suicida e sono impegnati alla costruzione di una proposta di governo che ha al centro della propria azione l’interesse della cittadina. Il resto della rappresentanza amministrativa del PD, un assessore e un consigliere, sono divisi tra chi ha appoggiato il progetto e chi è impegnato addirittura a costruire percorsi politici diversi.

Il PD, se vuole essere partito in grado di intercettare il consenso sulle proprie proposte,  non può e non deve far prevalere logiche di apparato rispetto alla centralità delle esperienze che hanno dimostrato di saper rispondere ai bisogni della collettività.

Non dobbiamo pensare che la costruzione del PD si sia esaurita con il Congresso fondativo provinciale di gennaio che è solo un primo passo, né che la forza dei democratici sia da leggere in relazione al numero di tessera o all’impegno di apparato che ognuno ha deciso di mettere in campo.

La battaglia e il lavoro che stanno alla base del consenso meritano altre applicazioni e una diversa concezione che dobbiamo mettere in uso per non inaridire il progetto nuovo del PD che ne ha assoluto bisogno.

La sconfitta alle primarie del candidato del PD è stata la semplice conseguenza di questa errata impostazione. Il risultato dice chiaramente che quando lo strumento delle primarie viene svuotato del suo significato e da un confronto programmatico si riduce ad una nomination da reality, esso è incapace di sopperire al difetto di proposta politica e non sollecita l’interesse degli elettori del PD.

Facciamo dunque tesoro di quanto è successo e consolidiamo, a partire da Roccella, la vera anima del nostro partito partendo dalla capacità della classe dirigente locale di parlare alle comunità amministrate.

 

 

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