Proviamo a voltare pagina

L'invito al Consiglio Regionale a rifinalizzare la misura

"La decisione del Consiglio regionale della Calabria di destinare risorse proprie a favore dei giovani laureati calabresi è dichiaratamente una scelta necessaria visto il tasso di ineguaglianza generazionale oggi presente in Italia e nella nostra regione".

Afferma al Quotidiano l'Assessore Regionale al Bilancio Demetrio Naccari Carlizzi " però - aggiunge - è altrettanto vero che noi faremmo un grave errore a sottovalutare il valore delle osservazioni del prof. Pietro Ichino circa gli effetti veri che produrrà lo strumento così come è stato modulato".

Domanda: Lei dice che c'è qualcosa che non va?
"Valutazioni utili a correggere errori di impostazione erano state fatte in occasione di una riunione del gruppo regionale del PD di qualche mese fa, purtroppo senza seguito"

Domanda: Intanto le polemiche rischiano di vanificare tutto
"Credo che non sia il caso di proseguire ancora una dannosa ed inutile polemica con il prof. Ichino. Il Presidente Bova in modo definitivo, ha ribadito con forza trattandosi di voucher, spendibili in un percorso di alta formazione equivalenti a master universitari di II° livello".

Domanda: Questione chiusa, quindi?
"Tuttaltro. Le preoccupazioni legate al valore ed alla interpretazione da dare alle parole a questo punto è cresciuta e credo che invece di contribuire a chiudere una polemica, certamente dannosa per la Calabria ed anche per i giovani interessati, gli scritti di questi giorni aprono nuovi fronti che purtroppo rischiano di vedere nell'arena anche altre istituzioni con ulteriore grave danno per tutti"

Domanda: E come se ne esce?
"L'interrogazione del senatore Ichino e le prime risposte sembrano, al contrario, favorire anzi creare l'occasione per iniziare assieme una riflessione sul fenomeno della disoccupazione giovanile in Calabria ed in particolare di quella intellettuale, per tentare di proporre delle strategie pregnanti utilizzando anche i contributi positivi emersi dalle critiche, accogliendo i suggerimenti".

Domanda: L'iniziativa ha cercato di dare una risposta ai migliori laureati calabresi che non riescono ad avere opportunità per inserirsi nel mercato del lavoro.
"Certo, ma c'è poi un problema di fondo ed è la strategia che il settore pubblico mette in campo per corrispondere ai bisogni di futuro di 348mila giovani tra i 19 ed i 32 anni che in Calabria vivono un problema evidente: inserirsi nel mercato del lavoro. Dai dati Istat disponibili, sul totale dei laureti solo per il 55% lavora e tra gli stessi, i bravi e fortunati che hanno conquistato un lavoro non sporadico ed occasionale rappresentano solo il 34% del totale. Del 45% residuo i due terzi cercano ancora il primo lavoro mentre l'altro terzo non lo cerca neppure. I dati sono evidenti".

Domanda: Ritornando al progetto del Consiglio Regionale degli stage, secondo lei cosa non va dell'iniziativa?
"L'obiezione sulla durata e sui possibili sbocchi fatta da Ichino è fondata".

Domanda: Perchè?
"Al di là del limite legislativo temporale, sancito in vista di un rapido inserimento nel mercato del lavoro, va ripensata la modalità di esperienza specialistica formativa presso enti locali, che normalmente per gli stages è finalizzata allo sbocco della assunzioni. Può essere questo un efficace strumento di outplacement? Mentre la statistica ci dice che negli stages, la cui durata media è di sei medi, effettuati nel 2008 in oltre 50 aziende nazionali la percentuale di chi ottiene un contratto a tempo indeterminato è superiore all'80%. E' evidente che per gli enti locali calabresi, soprattutto in tempi di rigore, crisi e stretta finanziaria e dimenticando le regole costituzionali sulle assunzioni nel settore pubblico, sarà impossibile assorbire neppure il 20% dei bravi laureati calabresi".

Domanda: Ma il presidente Bova ha detto che non si tratta di stage, ma di un master, insomma di Alta formazione senza nessun impegno per il dopo.
"Purtroppo l'iniziativa è condotta su argomenti imposti da un programma generalizzato e non individualizzato in base ad attitudine, interessi e possibili utilizzi. Se di master si tratta credo sia debole la formazione che questi giovani ricevono o hanno già ricevuto perchè indeterminata e poco mirata, come testimoniano alcuni stagisti nelle lettere. Penso altresì che la destinazione presso vari e diversi enti locali possa essere del tutto inadatta a assicurare quel "di più" e di "diverso" che deve tornare ad essere l'obiettivo ispiratore del provvedimento ed il contenuto di diversi master di 2° livello che secondo me si sarebbe potuto e dovuto organizzare in termini più coerenti con gli obiettivi".

Domanda: Si può spiegare meglio?
"Servono politiche attive del lavoro e percorsi individuati seguendo logiche di potenzialità lavorative future, indirizzati a creare competenze specialistiche coerenti alle aspirazioni ed alle conoscenze già acquisite nel periodo formativo pre e post laurea. Forse alla base vi è stato un difetto di comprensione tra lo spirito animatore che ha mosso la presidenza del Consiglio Regionale e le Università; tali incomprensioni si sono riverberate sulla costruzione del progetto e via, via a cascata hanno prodotto ulteriori incomprensioni ed incertezze."

Domanda: Ed ora?
"L'idea lanciata è certamente un meritorio tentativo di dare una risposta ad un reale problema. Superata questa difficile fase si tratterà di ripartire e di ridare uno sguardo alla legge regionale 5/2001, all'epoca vista dagli studiosi nazionali come innovativa. Ripensare il concetto di stage, di borsa formativa o di assegno di studio e l'opportunità di promuovere master o altro e rilanciare una politica fatta di iniziative di più ampio respiro. In una parola si tratta non di rilanciare ma di proporre una serie efficace ed incisiva di politiche del lavoro per i giovani calabresi, laureti e non".

Domanda: Quale sarebbe il migliore approccio secondo lei da dare a iniziative di questo tipo?
"Il discorso diventa lungo e complesso e merita riflessioni che possiamo e dobbiamo iniziare a fare avendo in mente un tipico iter che parte dall'analisi delle potenzialità del giovane, le sue aspirazioni e l'assistenza per aiutarlo a perseguire gli sbocchi possibili. Solo così daremo senso alla valorizzazione del capitale umano della Calabria, alla svolta generazionale nelle politiche, con interventi ben progettati, il cui impatto sia efficace e valutabile ex ante. Se la nostra politica saprà andare oltre provvedimenti che segnalano un problema ma sono inidonei a risolverlo, per scegliere invece soluzioni che generano valore pubblico e superare una retorica autoreferenziale avremo iniziato un processo di fortissima innovazione in Calabria e non dovremo subire giudizi trancianti e alle volte ingenerosi".

 

 

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