Credito, Naccari contesta l'Abi

I dati sulla Calabria non veritieri Credito, Naccari contesta l'Abi

REGGIO CALABRIA - L'assessore regionale al Bilancio Demetrio Naccari contesta le considerazioni del presidente dell'Abi Calabria Calbiani fatte la scorsa settimana durante presentazione dei dati relativi al report sui rapporti tra banche e imprese in Calabria. Un intervento per Naccari «inopportuno nel metodo».

L'assessorato al Bilancio della Regione - che ha competenza per il Credito - è da qualche tempo impegnato in una difficile opera di ricostruzione dei rapporti tra sistema bancario regionale e sistema imprenditoriale.

«Un'opera - ha scritto in una nota - che deve trovare le sue fondamenta nella disponibilità degli interlocutori a lasciare posizioni di retroguardia assumendo le necessarie responsabilità attraverso l'abbandono di stereotipi relazionali fondati su continue e reciproche accuse». Secondo l'assessore «fino a che non si assume la differenza di fondo tra costo del danaro e livello del tasso medio di interesse non troveremo mai alcun punto virtuoso di contatto.

E' un fatto - aggiunge - che ciò che è insostenibile in Calabria è il costo del danaro, inteso come sommatoria del tasso di interesse e di costi aocessori. E se il Presidente Calbiani si soffermasse sulla analisi di questo dato, forse assumerebbe come problema, anche per gli stessi istituti di credito - l'attuale livello di costi.

Che, se mantenuto, alla fine, espellerà dal sistema le imprese virtuose lasciando in esso o chi non ha problemi a sostenere qualunque livello di costo - le economie illecite - o chi non ha alcun interesse a mantenere virtuosi e continuativi rapporti con il sistema bancario».

Fatta questa precisazione «metodologica», nella nota l'assessore Naccari analizza ciò che definisce «fatti» e cioè la circostanza che l'imprenditoria regionale abbia delle caratteristiche strutturali, ma ciò non deve far venire meno l'obbligo del rientro dai debiti «come elemento prioritario di morale imprenditoriale - sulle quali le associazioni di imprenditori possono fare ancora molto».

Poi Naccari invita imprese e banche a stipulare un patto non prima di aver fatto una riflessione sulle sofferenze bancarie distinguendo «le sofferenze generate dal sistema impresa dalle sofferenze generate dal credito al consumo», in modo da sfatare il mito di un tessuto imprenditoriale regionale di «cattivi pagatori».

Così facendo emerge che «le province calabresi hanno un differenziale del rapporto rispetto alla media nazionale che non giustifica in alcun modo il corrispondente differenziale del costo del danaro».

il Quotidiano della Calabria - 01/04/08

 

 

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