Il vincitore del congresso provinciale delinea il nuovo corso del partito

Il nuovo coordinatore cittadino di Reggio Calabria è l'avv. Giuseppe Basile

L’elezione di Giuseppe Mazzotta alla segreteria

Naccari è sicuro che la Margherita rifiorirà

«Vogliamo ridare slancio ai meccanismi di dibattito interno valorizzando tutte le energie»

Pino Toscano - Gazzetta del sud 20/03/2007

A colloquio con Demetrio Naccari dopo la due giorni congressuale della Margherita che ha determinato la svolta.

– Dopo la sua vittoria, cosa cambierà nella politica del partito?

«Finora, insieme ai consiglieri comunali di Reggio e a tanti amministratori della provincia, abbiamo rappresentato una sorta di coscienza critica verso un modo di guidare la Margherita che a livello provinciale e regionale abbiamo giudicato superato, omologato, subalterno alla sinistra e lontano dalla necessità di cambiamento richiesto a gran voce dalla gente.

Oggi questa diversa proposta prende su di sé la responsabilità di dimostrare che la politica in Calabria non è insensibile alla gravità del momento e vuole recuperare il solco scavato con l’opinione pubblica delusa da una classe dirigente
che si sente una casta e come tale si comporta ritenendosi al di sopra di qualunque giudizio».

– Lei ha ricordato che alla Regione siete partiti in otto e siete arrivati in tre. Com’è potuto accadere?

«Non c’è dubbio che la nascita del Pdm possa essere una delle spiegazioni».

– E le altre?

«La Magherita regionale ha delle colpe rispetto alle quali la sola nascita del Pdm sarebbe un tentativo poco credibile di autoassoluzione. Non c’è un argomento totalmente convincente e sufficientemente chiaro in base al quale avremmo potuto attrarre in questi mesi consenso e simpatia. In altri termini siamo stati grigi e omologati a un sistema di potere
che, oltre a essere inadeguato ai bisogni, è frutto di una logica di conservazione».

– È possibile una sua candidatura alla segreteria regionale della Margherita?

«Ho già detto agli amici del partito, con cui ci confrontiamo anche criticamente, di non essere interessato a fare il capogruppo o svolgere qualsiasi altro ruolo, se insieme e con convinzione non decideremo di cambiare linea politica
e atteggiamento».

– Se però si dovessero realizzare le condizioni...

«Vorrebbe dire che si è verificata nella Margherita la svolta a cui noi ostinatamente tendiamo e rispetto alla quale abbiamo pagato il prezzo del dissenso».

– Torniamo a Reggio. Il congresso provinciale consegna una Margherita spaccata. C’è speranza di riunirla?

«Un segretario del livello culturale e della sensibilità dell’avvocato Giuseppe Mazzotta non può che valorizzare tutte le energie disponibili al progetto della Margherita e del Partito democratico. Ma la Margherita non è spaccata in due...».

– Come no?

«Il risultato congressuale non rappresenta il consenso reale nel partito e nella società reggina. Non solo perché a tanti delegati, peraltro autorevoli, è stato impedito illegittimamente di votare, ma soprattutto perché, in tante realtà territoriali, a quella rappresentanza formale che è arrivata in congresso non corrisponde una partecipazione reale e trasparente alla vita politica».

– Allude alle tessere gonfiate?

«Certo. Come è possibile ottenere alle elezioni, in alcune zone, voti pari a un decimo degli iscritti? E com’è possibile che vengano a votare, o siano anche semplicemente iscritti soggetti che nessuno conosce o che hanno notoriamente altre storie politiche?».

– D’ora in poi, invece...

«Un uomo del rigore morale di Mazzotta saprà ridare credibilità ai meccanismi di partecipazione interna, slancio alla capacità di proposta delle tante energie interne ed esterne alla Margherita e non mancherà, per cultura, di confrontarsi senza riserve mentali con tutti coloro che sinceramente stanno nella Margherita perché ci credono».

Ha detto

La svolta. «Finora abbiamo rappresentato una sorta di coscienza critica verso un modo di guidare la Margherita che giudicavamo superato. Oggi questa diversa proposta prende su di sé la responsabilità di dimostrare che la politica vuole recuperare il solco scavato con l’opinione pubblica».

Il confronto. «Vogliamo confrontarci senza riserve mentali con tutti coloro che sinceramente stanno nella Margherita perché ci credono».

In Calabria. «La Margherita regionale ha delle colpe rispetto alle quali la sola nascita del Pdm sarebbe un tentativo poco credibile di autoassoluzione. Siamo stati grigi e omologati a un sistema di potere che, oltre a essere inadeguato ai bisogni,
è frutto di una logica di conservazione».

 

Gazzetta20marzo2007

Pubblicato il 30/03/2007

 

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