Rutelli affronta le questioni cruciali del paese

Caso Telecom, Partito Democratico, Alitalia

Invitato ad intervenire alla Festa dell’Unità organizzata a Pesaro il vicepresidente Francesco Rutelli affronta i temi caldi del Paese, dal caso Telecom alla costituzione del Partito Democratico e alla questione Alitalia.

“Il governo vuole capire quale è la strategia del gruppo che vuole liberarsi da un indebitamento pesante ma non si può dare il via libera ad una operazione in cui non è chiaro l’approdo conclusivo”. Così, alla Festa dell’Unità di Pesaro, il vice premier, Francesco Rutelli, interviene sulla riassetto societario di Telecom. “Non possiamo immaginare - afferma Rutelli - che ci si dica prima che si vuole creare una compagnia di comunicazione con Murdock, poi apprendere che si tratta probabilmente di vendere Telecom Italia Mobile”. Il vice premier sostiene di ribadire la volontà di chiarezza, chiesta dal premier e condivisa anche stasera 14 settembre con l’altro vice premier D’Alema in una telefonata.

“Sono compagnie di mercato - ammette Rutelli - non possiamo imporre che vengano acquisite dall’uno o dall’altro perché sarebbe sbagliato, non possiamo neanche imporre il tema della nazionalità. Però impongo un problema agli imprenditori italiani: vi pare possibile che i telefonini che abbiamo sono tutti prodotti fuori dall’Italia e le bollette che paghiamo sono adesso 3 su 4 a gestori non italiani”.

Il vice premier aggiunge rivolto agli imprenditori: “Il capitalismo italiano rifletta molto bene che anche questo non rischia di essere uno dei capitoli che segnano una sconfitta del capitalismo italiano”. “Gli imprenditori - aggiunge il vice premier - vedano se oltre che chiedere di essere trasparente e noi vogliamo esserlo e di non essere interventista riguardo ad aziende private e noi siamo pronti a non esserlo anche se dalle autorizzazioni ci sarà da verificare molto bene che cosa vogliamo fare ma mi chiedo: il sistema imprenditoriale italiano non ha nulla da dire sul fatto che il nostro paese non avrebbe più neppure un gestore dei telefonini italiano”. Vorrei che una volta tanto rispondesse il sistema dell’impresa oltre a rispondere noi che siamo pronti a prenderci tutte le nostre responsabilità”.

“Noi abbiamo una maggioranza e per 5 anni ci sarà una sola maggioranza che non cambierà. Il centrosinistra deve e rimarrà compatto. Non ci saranno trasversalismi”. Così il vice premier Francesco Rutelli risponde dal palco della festa all’ipotesi di un allargamento della maggioranza per superare lo scoglio di numeri risicati al Senato.

“La destra sta entrando in contraddizione e in confusione. Berlusconi e la maggioranza di loro che non lo vuole più premier o candidato premier”. Questa la fotografia dello stato di salute del centrodestra. “Nella Cdl - evidenzia Rutelli – c’è un inizio di articolazione delle diverse posizioni. Berlusconi fa avanti e ‘ndre, avanti ‘ndre dalla Sardegna, ma ci sono state divisioni interne sul Libano così come sul ddl Bersani”. “Così - aggiunge il vicepremier - se noi abbiamo dimostrato di essere solidi, non vi pare che bisogna cominciare a far emergere i problemi nella Cdl?”.

A proposito della compagnia di bandiera: “Serve per Alitalia un progetto di ristrutturazione condiviso, forte e coraggioso condotto da gente competente”. Il vicepremier Francesco Rutelli ribadisce la necessità di una ‘svolta radicale’ per il rilancio della compagnia aerea.
“Bisogna fare entrare nel programma risorse di privati e poi - sostiene - scegliere un alleato non europeo perché gli europei sono più forti di Alitalia e la conquisterebbero. Meglio sarebbe un alleato asiatico che ci porta passeggeri da Oriente”.

Rutelli afferma che “Alitalia è un’azienda in crisi seria e grave da molti anni e ha sbagliato parecchie scelte ma pochi italiani possono accettare che il paese sia senza una compagnia di bandiera”.

E Rutelli interviene anche sul Partito Democratico: “Dobbiamo camminare in modo coordinato per andare insieme e arrivare a decisioni formali nel 2007”. Questo l’auspicio espresso sulla costruzione del partito democratico.

“Le nostre diversità - si è augurato Rutelli rivolto alla platea diessina - non ci devono spaventare ma spingerci a trovare il denominatore comune per affrontare non i problemi organizzativi ma le grandi sfide del nostro tempo”.

Per il leader della Margherita, è necessario costruire un partito nuovo perché molti milioni di italiani potrebbero decidere di sostenere una forza democratica, riformatrice e plurale che condivide un programma di modernizzazione dell’Italia e di coesione sociale”. L’altro motivo che deve spingere verso il partito democratico è per il vice premier “la speranza di rendere la politica più semplice”. “In Italia - sottolinea Rutelli - ci sono 25 partiti e si dirà che sono troppi anche se gli italiani mettono una X anche su partiti dello 0,2. C’è una dinamica di frammentazione che non si risolve con un’ingegneria elettorale ma solo con un processo politico”.

Quindi, è l’invito del ministro dei Beni Culturali, “dobbiamo riunire tutte le bandiere orgogliose delle tradizione del ventesimo secolo dentro un traguardo nuovo”.

da: www.margheritaonline.it

 

 

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