Divieto di importazione pelli di dubbia provenienza

MOZIONE n. 18 del 08/02/2006

Sul divieto di importazione o di cessione sul territorio nazionale di pelli di animali allevati o commercializzati nel teritorio della Repubblica Popolare Cinese.

D. NACCARI CARLIZZI . Il Consiglio Regionale,
 
Premesso che:
 
dopo aver appreso dai media nazionali che la Lav - Lega Anti Vivisezione - ha denunciato con un filmato in parte ripreso da Tg nazionali e locali, delle atrocità compiute in Cina sugli animali utilizzati per la produzione delle pellicce, quali ad esempio cani, gatti, procioni, volpi, visoni ecc., e che nei servizi stessi si evidenziava come gli animali fossero barbaramente tramortiti od uccisi con bastoni o in alternativa, sbattuti col capo sui pavimenti del luogo di mattanza, finendo così per scuoiare animali a volte solo tramortiti, il tutto per risparmiare sia tempo che spesa;

nel nostro Paese i capi di abbigliamento di pelliccia hanno registrato, per motivi etici, una drastica riduzione delle vendite e del gradimento del pubblico;

diversi Stati membri dell'Unione Europea hanno emanato normative che vietano l'allevamento degli animali da pelliccia per considerazioni di natura etica e per i gravi problemi di benessere degli animali riscontrati in questi allevamenti;

l'Italia ha già vietato l'importazione e la vendita di pelli derivanti da animali domestici, provenienti in particolare dalla Cina, ed ha emanato norme nazionali come il Decreto Legislativo n.146 del 2001, che di fatto renderanno non più praticabile l’allevamento nel nostro Paese ai fini della produzione di pellicce;

l'allevamento di animali da pelliccia in Cina non è disciplinato da nessuna norma di protezione degli animali e le condizioni degli allevamenti sono assolutamente drammatiche e non conformi a nessuno standard definito dall'Unione Europea;

gli accessori, i ritagli e gli inserti di pelliccia provenienti da questo Paese, non sono chiaramente etichettati, ingannando spesso il consumatore nelle sue scelte;

considerata la brutalità dei metodi di uccisione praticati dagli allevatori cinesi e la totale assenza delle più elementari norme per evitare la sofferenza degli animali durante l'uccisione;
 
Impegna la Giunta regionale:
 
Per sapere:
 
a sollecitare il Governo nazionale affinché emani norme che prevedano:

1. il divieto di importazione e di cessione a qualsiasi titolo su tutto il territorio nazionale di pelli di animali allevati o commercializzati sul territorio della Repubblica popolare cinese;

2. l’obbligo di etichettatura di tutti i capi contenenti parti o interi di spoglie di animali sottoposte a concia o altri trattamenti che mantengano inalterata la struttura naturale delle fibre, indicando espressamente la specie utilizzata, il metodo di allevamento, il metodo di uccisione, l'azienda di confezionamento e il Paese di provenienza. Tale obbligo dovrà essere applicato anche ai peluche e gadget realizzati con i suddetti materiali.
 
 
08/02/2006

 

 

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