Pd, i "ricostituenti" all'attacco (e c'è pure Loiero)
Nuova riunione del variegato fronte interno. Presenti consiglieri e amministratori di tutta la Calabria.
Redazione
di Pietro Bellantoni - pubblicato su [Corriere della Calabria] il 25 Luglio 2017.
LAMEZIA TERME Il Pd non è un albergo. Non uno solo, almeno. Il partito calabrese sembra ormai diviso e sparpagliato tra le suite di due o più grandi “hotel”. Non sono ritiri calcistici, però, non c’è una sola squadra ospite: in almeno un caso si tratta di una rappresentativa all star, con giocatori-politici provenienti da formazioni – e correnti – molto diverse tra loro.
Prendete l’albergo che ieri, a Feroleto Antico, ha accolto circa 70 tra attuali ed ex consiglieri regionali, un ex presidente di Regione e ministro, un ex sottosegretario di Stato, sindaci, amministratori locali, militanti. Al nuovo incontro dei “Ricostituenti” c’erano orlandiani ortodossi come il consigliere regionale Carlo Guccione, prodiani mai pentiti come l’ex governatore Agazio Loiero, renziani della prima ora come Demetrio Naccari Carlizzi, perfino qualche seguace di Michele Emiliano. Come definire una squadra così eterogenea? Le classificazioni buone per dare un’idea del Pd nazionale non sembrano valere in Calabria. Dove per operare distinzioni e capirci qualcosa bisogna applicare il principio “hotelistico”: dimmi dove ti riunisci e ti dirò chi sei. E mentre a Feroleto i ricostituenti davano vita a un intenso dibattito, centrato sulle difficoltà del Pd in generale e della Calabria in particolare, a Lamezia, in un altro noto albergo, Nicola Adamo – assicura chi ha avuto modo di incontrarlo in quelle nelle stesse ore – avviava la macchina del controspionaggio interno. Dicono che l’ex vicepresidente della giunta, oggi uno dei più stretti collaboratori “ombra” del governatore Oliverio, fosse molto interessato agli sviluppi del dibattito di Feroleto e fosse perfino in possesso della lista dei partecipanti. Forse si tratta di un’esagerazione, che rende però bene l’idea del clima che oggi si respira in casa pd. Un partito magmatico e in continuo movimento, in cui i pezzi da 90 decaduti cercano nuove collocazioni, in vista degli appuntamenti congressuali d’autunno e delle politiche del prossimo anno, e i maggiorenti al potere lottano per non perdere il loro posto al sole.
CONTRO MAGORNO, CONTRO OLIVERIO Certo è che la rosa dei ricostituenti, incontro dopo incontro, si sta allargando. Al vertice di Feroleto, oltre alle "presenza fisse" dei vari Sandro Principe, Francesco Sulla, Mario Franchino e Cesare Marini, c'erano anche tanti segretari di circolo e simpatizzanti. Era prevista perfino la presenza dell’ex presidente del consiglio regionale Antonio Scalzo, che si è comunque scusato per il ritardo con una telefonata. Ma l’elemento davvero nuovo è la (ri)comparsa sulla scena di Loiero. Gli eventi sembrano aver consegnato all’ex governatore una seconda giovinezza politica. «Dopo le fallimentari esperienze di Scopelliti prima e di Oliverio poi, è chiaro che i suoi anni al governo della Regione vengano rivalutati», commenta con una punta di veleno un esponente del Pd che ha preso parte al vertice. L’ex ministro, tra i fondatori del partito nazionale, ha però subito precisato di non essere interessato a nuovi incarichi politici. «Ho fatto il governatore, sono stato nel governo, non ho nessuna intenzione di ricandidarmi». Ma, al di là delle posizioni personali, Loiero vede molti ostacoli all’orizzonte del Pd, che ormai – avrebbe spiegato – «è un partito immobile, isolato e che non discute. Stando così le cose, il rischio è di riconsegnare la Calabria al centrodestra, che dopo gli anni di Scopelliti sembrava sepolto».
L’analisi di Principe, assessore regionale con Loiero, non è molto diversa. Dopo aver precisato, anche lui, di non aspirare a nuove cariche politiche, l’ex sottosegretario ha criticato l’assetto organizzativo del Pd regionale, diventato un partito «in cui non si parla più». Nessuno sconto nemmeno al governo regionale di Oliverio, la cui crisi si riscontra nell’atteggiamento delle forze sociali: «Non c’è un solo sindacato che non si sia mobilitato». Deciso l'intervento di un altro ex consigliere regionale, Franchino, secondo cui il nuovo fronte del Pd calabrese deve stabilire la strategia e il modo in cui rapportarsi con le altre anime del partito in vista dei congressi.
IL DOCUMENTO Ufficialmente i ricostituenti non ipotizzano una scissione, sembrano non pensarci nemmeno. Ma chi può dire davvero cosa succederà da qui a qualche mese? Nel frattempo, si passa ai primi documenti. I ricostituenti ne hanno approvato uno all’unanimità, preparato da Marini e Naccari Carlizzi. Il Corriere della Calabria dispone in anteprima della sua sintesi, che verrà diffusa ufficialmente nella prossime ore. «Il Mezzogiorno – scrivono i ricostituenti – attraversa un grave crisi che è anche di rappresentanza politica. Il suo isolamento si traduce nella perdita della speranza sociale e nella degradazione dei diritti sociali a diritti inesigibili su molti territori. La Calabria non fa eccezione ed anzi ogni indicatore economico e sociale denota il deterioramento delle aspettative e della prospettiva così da alimentare la fuga dai servizi e la mobilità esterna delle persone alla ricerca di futuro altrove. Come non reagire in maniera straordinaria ad una disoccupazione che si è raddoppiata negli ultimi sei anni e nella fascia di età 35-44 sfiora il 70 %?».
«Il partito democratico calabrese, invece – si legge ancora –, dopo le sistematiche sconfitte elettorali delle ultime tornate, non ha reagito e non ha proposto alcun messaggio per rappresentare i calabresi e aiutare il governo regionale a uscire dalla inefficacia delle politiche sin qui adottate. A dire il vero il Pd non si è neanche riunito e ha cancellato tutti gli spazi democratici. È scomparso il luogo del confronto e si è così affievolita la spinta al cambiamento che animava i democratici dopo la sciagurata parentesi del governo Scopelliti. Il rischio che si paventa è quello di un isolamento nel Pd nazionale, di una pericolosa divaricazione e isolamento dalle forze sociali e dagli attori locali in Calabria, giustamente critici per l'assenza di una strategia condivisa e di un metodo comune di lavoro. A questo corto circuito concorre un sorprendente appiattimento e una inspiegabile sovrapposizione tra partito e istituzioni, tra ruoli politici e incarichi e cooptazioni istituzionali. Noi, come democratici calabresi, appassionati alla politica e al servizio della nostra regione, non ci sottraiamo ad una analisi cruda ed impietosa, autocritica e severa, nella convinzione che solo se il Pd saprà recuperare autorevolezza ed autonomia potrà aiutare la Regione a dare le risposte che oggi mancano».
Serve, insomma, una rigenerazione del Pd: «Non ci interessano riti sterili ma una svolta di metodo che ricrei un percorso di servizio alla Calabria e una ricostruzione democratica dello strumento partito, per potere credibilmente aiutare e sostenere la Regione e contribuire a rappresentare la Calabria. Notiamo l’assenza di una interlocuzione e perfino di un confronto tra la Regione e il governo a causa dell’assenza di una strategia e di una adeguata proposta calabrese. Non ci rassegneremo ad assistere a un silente svuotamento della politica e delle ragioni vere per cui è nato il partito democratico in Calabria e in settembre ci rivolgeremo con una proposta sulle questioni sociali e politiche irrisolte a quanti nel Pd e tra le forze sociali vogliono concorrere a migliorare la nostra Calabria».
Il documento, per chi non l’avesse capito, è una lettera recapitata direttamente a Oliverio e Magorno. Tocca a loro, sembrano dire i ricostituenti, tracciare il futuro di un Pd che tenga conto della posizione di tutti. Ma il governatore e il segretario, chiusi nei loro rispettivi hotel, avranno la forza e la volontà di ricompattare un partito evidentemente a rischio scissione? Elezioni e congressi sono alle porte e, al netto dei propositi di veterani come Loiero e Principe, c’è un esercito pronto a riposizionarsi e a creare nuovi equilibri/squilibri. Matteo Renzi, venerdì prossimo, sarà a Diamante (“casa” di Magorno) per presentare “Avanti”, il suo libro. Sarà un’occasione per conoscere anche la sua di idea sul Pd calabrese.
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