Pd, ecco i "ricostituenti".

Al lavoro per il dopo-Magorno

di Pietro Bellantoni - pubblicato su [Corriere della Calabria] il 30 Giugno 2017.

Riunioni in tutte le città della Calabria di diversi big del partito. Che chiedono a gran voce la convocazione della direzione regionale dopo la sconfitta di Catanzaro, lavorano in vista del prossimo congresso. E contestano Oliverio.

Non chiamateli dissidenti. Non accetterebbero neppure di essere etichettati come ribelli. I circa 50 esponenti del Pd regionale che ieri si sono riuniti a Lamezia preferiscono essere definiti come “ricostituenti”. Né, d’altronde, potrebbero adombrarsi se qualcuno li apostrofasse come malpancisti, perché questo sono, in realtà: maggiorenti più o meno influenti di un partito che, a loro modo di vedere, sta naufragando anche a causa dell’inerzia (è sempre una sintesi del loro pensiero) del capitano della nave, il segretario regionale Ernesto Magorno, e dell’ammiraglio, il governatore Mario Oliverio. Gli incontri si susseguono da un po’ di tempo, ma con una frequenza maggiore proprio in questa settimana, segnata dalla vittoria di Abramo e dal tracollo di Ciconte a Catanzaro. I malpancisti si sono incontrati a Catanzaro, Vibo, Cosenza e, ieri, a Lamezia. Non in segreto, ma nella sede regionale del Pd. «Le nostre non sono mica riunioni massoniche, vogliamo fare tutto alla luce del sole», puntualizza uno dei promotori, l’ex consigliere regionale ed ex segretario Ds a Cosenza Mario Franchino.
Ai diversi incontri ha partecipato più di un esponente di primo piano del partito: Sandro Principe, Cesare Marini, Demetrio Naccari Carlizzi, Peppino Vallone, Francesco De Nisi. Pare che abbiano mostrato più di un interesse anche Carlo Guccione (ieri impegnato in consiglio regionale), Franco Laratta e Salvatore Perugini. Chi più, chi meno, tutti sono accomunati dalla frustrazione di vedere un partito in crisi nera di consensi e privo di una leadership forte e carismatica. Un partito in cui non si discute più e su cui pesano maledettamente le sconfitte rimediate nelle principali città calabresi: Cosenza, Vibo, Crotone, Lamezia. L’ultima mazzata è arrivata a Catanzaro, dove il risultato elettorale ha consegnato un Pd sbrindellato e diviso tra vari correnti in lotta tra di loro. Per non parlare del modo in cui Oliverio sta amministrando la Regione: nettamente al di sotto delle aspettative, dicono i ricostituenti.
Per molti della vecchia guardia, tra cui alcuni fondatori del partito calabrese come lo stesso Franchino e Principe, il segno è stato passato. E ora c’è bisogno di ricostruire per evitare il tracollo definitivo. Nessuno lo ammette apertamente, ma l’obiettivo segreto è quello di creare una “corrente” alternativa a Magorno e a Oliverio. Con un appuntamento decisivo: il prossimo congresso regionale, se mai ci sarà. Il mandato del segretario dovrebbe scadere in autunno, ma Renzi sembra intenzionato a non concedere le assise regionali, in modo da avere un margine di manovra più ampio in vista delle politiche. Del resto lo stesso Magorno si è detto disponibile ad autorizzare solo i congressi nelle città capoluogo, quelle dove si è perso. E già questa decisione ha strappato più di una smorfia ad alcuni colonnelli: «I congressi avremmo dovuto celebrarli prima della disfatta». Ma tant’è, questa è la road map attuale.
I frondisti, però, provano a giocare d’anticipo con l’ambizione di individuare una personalità in grado di rappresentarli e di opporsi al duo composito Magorno-Oliverio. È un traguardo a medio termine, per adesso i ricostituenti riuniti a Lamezia sono animati dalla volontà di chiedere la convocazione urgente della Direzione regionale o dell’assemblea, in modo da avviare una seria riflessione sugli ultimi risultati elettorali e analizzare a fondo l’esperienza della giunta Oliverio alla Cittadella, nell’eventualità di un possibile rilancio amministrativo.          
«Stiamo cercando di costruire una forza che non sia in contrapposizione ma che svolga un ruolo importante. Vogliamo fare un lavoro di arricchimento rispetto a un Pd che non è più un partito e che nelle istituzioni non esiste. Abbiamo perso tutte le città e abbiamo difficoltà enormi nei territori. La Calabria ha bisogno di una risposta forte», spiega Franchino. Insomma, il Pd, allo stato attuale, «non riesce più ad andare avanti». Così come la Regione di Oliverio: «Molti di noi – dice l’ex Ds – ritengono che la giunta non sia all’altezza dei tempi».
L’agitazione dei dem è anche figlia delle tensioni romane e delle nuove possibili scissioni (Franceschini?) che potrebbero seguire quelle dei vari Speranza, D’Alema e Bersani. Anche in Calabria si sta alla finestra, in attesa dei nuovi sviluppi. Franchino, però, esclude una diaspora: «Siamo del Pd, non siamo né fuoriusciti né vogliamo fare i grillini della situazione. Siamo dirigenti che si rendono conto delle difficoltà». Le riunioni, assicura, proseguiranno. Il prossimo appuntamento è già stato fissato per il 24 luglio, sempre a Lamezia, con all’ordine del giorno l’organizzazione di un convegno su “partito, Calabria e Mezzogiorno”, da convocare a settembre. L’avvio vero e proprio, nelle intenzioni, della fase ricostituente.
E il candidato da opporre a Magorno? «Non ne abbiamo mai parlato, finora», giura Franchino. Che però non nicchia affatto: «Sarà una questione all’ordine del giorno nei prossimi mesi».

 

 

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