Sanità, Naccari apre la caccia al tesoriere
«L'Asp reggina sta subendo danni enormi, rispetto ai quali non abbiamo intenzione di soprassedere»
Redazione
L'assessore regionale al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi, ha allertato l'Avvocatura e oggi ha in programma un incontro con il pool di banche per verificare il rapporto contrattuale Sanità. L''assessore regionale vuole vederci chiaro sulle modalità con cui il servizio viene svolto e assumere le conseguenti determinazioni.
Intanto, nella condotta dell'istituto di credito San Paolo l'assessore rinviene profili di probabile illegittimità, motivo per il quale ha allertato l'Avvocatura regionale. E oggi potrebbe essere un giorno decisivo per fare un po' di chiarezza tra Regione e tesoriere, visto che è in programma un incontro per verificare il rispetto delle condizioni contrattuali. Naccari è netto: «L'atteggiamento della banca provoca danni enormi all'Azienda sanitaria provinciale e, quindi, alla Regione». Perciò, è ora di fare i conti fino in fondo, visto che tutti i tentativi esperiti fino a questo momento non hanno dato alcun esito.
In vista dell'appuntamento, l'assessore ha svolto ieri una ricognizione con i commissari dell'Asp a Palazzo Tibi e subito dopo ha incontrato i giornalisti per annunciare la svolta. Prima di addentrarsi nella complessa materia economico-finanziaria, Naccari ha voluto tuttavia puntualizzare un aspetto che forse non è abbastanza noto ma ha grande importanza per capire il passato e pensare al futuro: «La sanità della provincia di Reggio costa dal 30 al 300 per cento in più, non rispetto alla Toscano o alla Lombardia ma nel paragone con Catanzaro e Cosenza.
Questo significa che, nell'ultimo decennio, il settore è stato gestito malissimo, precipitandolo in una situazione vergognosa e aberrante». Centinaia di milioni di debiti. Una voragine. Che, sottolinea l'assessore, ha indotto la Regione a fare qualcosa di insolito a beneficio dell'Asp, nel senso di sostituire il pagamento in quota capitale, come si fa con tutte le altre aziende calabresi, con quello "storico" di 14 milioni di euro: «È evidente, però, che l'Asp versa in una condizione assolutamente drammatica.
Così come è di tutta evidenza che i guasti di dieci anni non si possono risanare in cinque mesi, anche se la Commissione amministratrice sta facendo un lavoro serio e rigoroso. Ci vuole tempo e ci vogliono interventi straordinarì». I commissari Cesare Castelli e Salvatore Gullì concordano: «Una volta conosciuti i punti di criticità, siamo impegnati a rimuoverli e a ritonificare, in un arco di tempo accettabile, le azioni e i processi di sviluppo per cercare di dare sanità a questo territorio». Scelte sbagliate, sprechi, ruberie, cattiva amministrazione.
Questo è il film dell'ultimo decennio. Con qualche lodevole discontinuità, come quella che aveva portato la dottoressa D'Alessio a un duro scontro con il tesoriere, sia pure senza risultati. Terreno di battaglia, ieri come oggi, quello dei pignoramenti. Una questione singolare dal punto di vista giuridico. «Tutti sanno che, per poter procedere a un pignoramento, è necessario che vi sia qualcosa da pignorare, cioè crediti; nel caso dell'Asp sono stati pignorati debiti. Assurdo». Il fatto è che in questa Azienda, e in ciò che la circonda, l'assurdo nel tempo è diventato regola. Allora c'è un gran bisogno di normalità. E di gestioni meno acrobatiche del passato.
«Noi ci rendiamo conto», dicono i commissari, «che ci sono categorie in sofferenza perché aspettano da tempo di ricevere le loro spettanze, ma viviamo una fase emergenziale e non possiamo abbattere i muri. Questo, comunque, non significa che ci giriamo dall'altra parte. Stiamo facendo tutto il possibile per uscire dal guado». Non da soli, certo. Da soli non si può. Serve un concerto ampio. Ma la prima cosa da fare è andare alla resa dei conti con il "San Paolo". Demetrio Naccari appare più deciso che mai: «Scioglieremo il nodo gordiano della tesoreria che tiene in ostaggio l'azienda. Non saranno più tollerati traccheggiamenti e rinvii. Tutto può accadere meno che si lasci passare ancora questa tattica dilatoria. Valuteremo con l'Avvocatura le iniziative da intraprendere e non ci fermeremo».
GAZZETTA DEL SUD : 21/11/08
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