Raffica di contestazioni, in conferenza stampa, nei confronti dell'amministrazione Scopelliti

Il centrosinistra alza il tiro

Naccari: la giunta produce atti che non hanno neanche il fumo del diritto

Pino Toscano - Gazzetta del Sud - Reggio Calabria, 10.10.2002

«Contrariamente a quanto ha fatto il Polo nei nostri confronti durante l'amministrazione di centrosinistra tempestandoci di denunce e reclami, non abbiamo finora prodotto alcun ricorso sugli atti della giunta Scopelliti.

E ciò per un motivo molto semplice: togliere ogni alibi a chi non vuole, non sa e non riesce a capire che non facciamo ostruzionismo. Il giudizio approfondito lo daremo man mano che si consoliderà il governo, o meglio il non-governo, della Casa delle libertà a Palazzo San Giorgio».

Parte da questa premessa Demetrio Naccari, aprendo la conferenza stampa dei partiti dell'Ulivo, per poi però precisare subito che nel frattempo la coalizione non può restare a guardare i singoli episodi già avvenuti ma ha il dovere di intervenire per contestarli. Quali? La lista è lunga.

Comincia con il trasferimento di alcuni dirigenti «che non trova giustificazione alcuna in diritto e pertanto va inteso come punitivo». Dice Naccari: «È certamente sospetto lo spostamento ad altro ufficio del dirigente dell'Area legale, nonostante il parere positivo sul suo operato da parte del nucleo di valutazione;

è stupefacente la qualifica di arbitro attribuita ad una persona che ha provocato danni al Comune e, per questo, in sede di giudizio ha patteggiato la pena; è illegittimo il provvedimento con il quale è stata decisa la riammissione in servizio di un pensionato che, dopo essere stato posto in quiescenza, aveva avanzato ricorso al giudice, perdendolo;

è singolare la creazione di un Ufficio controllo sui prezzi, che già esisteva ed era retto da un laureato in Scienze statistiche, per sistemare un dipendente di sesto livello candidato nella lista del sindaco; per non parlare delle nomine di esterni e dei comandi, dal direttore del Lido comunale all'autista del sindaco proveniente dalla Regione».

Non è finita: «Il capo di gabinetto di Scopelliti, pur essendo un funzionario, viene pagato come dirigente. In questo caso siamo in presenza di una palese violazione dell'ordinamento finanziario, amministrativo e contabile».

Il capo dell'opposizione non discute il diritto dell'amministrazione di scegliersi lo staff che preferisce, ma «queste scelte», obietta, «devono avere il crisma della legittimità. Invece qui si pensa soltanto a piazzare i propri uomini nei posti-chiave con atti che non hanno neanche il fumo del diritto.

Perciò noi abbiamo il dovere di portarli a conoscenza dei cittadini. Non facciamo né i poliziotti né i magistrati, ma siccome nell'esecutivo ci sono magistrati ed ex colonnelli (l'assessore Melandri, oltretutto, è delegato alla trasparenza) svolgano il loro ruolo anche all'interno del Palazzo».

Gianni Pensabene esprime preoccupazione per come vanno le cose al Comune: «Scimmiottando i metodi del governo Berlusconi, questa giunta rischia di condurre la città allo sfascio». Quanto ai movimenti di dirigenti, «è in gioco la dignità di persone che hanno lavorato con competenza e non possono essere trattate come marionette.

L'amministrazione premia la fedeltà, non la professionalità, declassando taluni e innalzando altri». Pensabene critica soprattutto il cambio al vertice delle Politiche comunitarie, nel cui ambito dovranno essere investite, fino al 2006, risorse intorno a 80-90 milioni di euro: «Ritengo un grossolano errore mettere a soqquadro un settore che stava muovendo i primi passi in un momento così delicato».

Riandando al consiglio dell'altro ieri: «Alla nostra opposizione responsabile, la maggioranza risponde con la fuga dall'aula». Argomento ripreso da Francesco Gangemi: «Hanno fatto mancare il numero legale proprio quando si doveva discutere una delibera proposta da Forza Italia che ci avrebbe consentito di fare le commissioni».

Picchia duro Nuccio Barillà: «Nel centrodestra sta emergendo un'idea dell'amministrazione come casa propria. Dietro tutti gli atteggiamenti c'è un filo conduttore che è quello di lasciarsi le mani libere.

È gravissimo che Scopelliti, per la seconda volta, abbia dato il là all'abbandono dell'aula, facendo scattare la logica del branco». E, citato Machiavelli (« meglio cittade guasta che perduta») , aggiunge: «In questo modo di agire vedo i presupposti di qualcosa che in passato delegittimò il Consiglio aprendo la strada ai comitati di affari. Noi lo impediremo».

A cascata. Sebi Romeo: «Abbiamo un sindaco che chiede alla sua maggioranza di uscire dall'aula. Incredibile. Scopelliti ha dimostrato cosa pensa davvero dell'assemblea elettiva, svuotandone il ruolo e la funzione. Un comportamento che ci riporta a vent'anni fa, quando il consiglio era ostaggio di decisioni prese altrove».

Nino De Gaetano manifesta il suo sdegno («la maggioranza è in fuga»), poi riprende il caso Adornato: «Non è stato possibile discutere la mozione ma è un nodo da sciogliere. O magistrato o assessore.

Due cose insieme non si possono fare bene». Sulla questione si sofferma Massimo Canale, che è stato il primo a sollevarla: «Registro con soddisfazione che sul problema oggi c'è una generale presa di coscienza, non solo a livello locale. Se ne stanno occupando il Consiglio della Corte d'Appello, il Csm, la giunta distrettuale dell'Anm, singoli magistrati e settori del parlamento (c'è un'interrogazione dei Ds).

Non era un fatto personale. Io ho posto una questione di principio». Chiude il giro Rocco Albanese tornando a coppe: «Dopo sessanta giorni e cinque consigli, ancora le commissioni non si vedono. È uno scandalo».

 

RC 10 10 2002

Pubblicato il 28/02/2005

 

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