Lanzillotta: Sgombrare il campo dalla devolution

Referendum 25-26 giugno 2006

06-06-2006 [margheritaonline.it]

“La collaborazione con la CdL deve esserci, ma sulla base di un campo sgomberato dalla devolution”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, rispondendo ad una domanda sull’eventualità di una bocciatura referendaria della riforma costituzionale.

“Mi sembra assai difficile, checché ne dicano Tremonti e Bossi - ha proseguito il ministro - prescindere da una bocciatura popolare: non è infatti irrilevante che la devolution venga bocciata oppure no. Ed è fondamentale che sia bocciata per riavviare una nuova stagione di correzione del titolo V sulla base di un’ampia condivisione in Parlamento”.
“Se passa la devolution - ha osservato ancora Lanzillotta - ci sono una serie di materie, come tutte le attività produttive, tutto il turismo, tutta l’agricoltura, che diventeranno di competenza esclusiva delle Regioni, e così sarà impossibile fare una concertazione di politiche pubbliche”.

“Ma all’interno di un processo di revisione - ha detto ancora il ministro sempre a proposito della riforma costituzionale - credo che comunque vada attuato quello che c’è e che vada fatto funzionare, perché è un fattore fondamentale per la crescita economica e la competitività. Perché i trasferimenti alle Regioni ci sono e dunque occorre che il sistema funzioni in modo efficiente”.

Secondo il ministro è fondamentale “costruire procedure forti di concertazione e condivisione delle politiche che prevengano il contenzioso” tra Stato e Regioni presso la Corte Costituzionale.

“Il governo Prodi cercherà non solo di prevenire il contenzioso per il futuro, ma di ridurlo drasticamente, perché abbiamo avuto un numero di ricorsi che hanno intasato la Corte Costituzionale. Il lavoro che il mio Dipartimento ha avviato è una ricognizione delle procedure in corso presso la Corte Costituzionale - ha proseguito, in merito alle circa 500 cause pendenti - per valutare i casi in cui sia possibile ricorrere a procedure di conciliazione tra Stato e Regioni per sgombrare il campo da un macigno”.

Il ministro ha poi sottolineato come il problema sia anche di proseguire sulla strada del decentramento “perché questa legislatura in gran parte è andata persa in quanto non sono state fatte alcune cose fondamentali, come il disegno della allocazione delle funzioni tra i livelli subregionali - cioè comunali e provinciali, ha precisato - e specialmente non ha fatto la cosa principale, cioè il federalismo fiscale”.

 

 

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