La Calabria al voto

Inchiesta di Famiglia Cristiana

A Sud del mezzogiorno

Guglielmo Nardocci
foto di Alessia Giuliani/Catholic Press

Sullo sfondo del duello tra i due candidati alla guida della Regione una società che vuole ostinatamente la ripresa. Con molte sorprese, perfino dai forestali...

CALABRIA

L’appuntamento è per domenica 3 e lunedì 4 aprile, quando gli italiani saranno chiamati al rinnovo dei consigli di 14 Regioni, 10 Province, 13 Comuni capoluogo e 935 Comuni. Naturalmente questa tornata di amministrative, come quasi sempre avviene nella politica italiana, si carica di un significato politico, e andrà a influire sugli assetti generali dei vari schieramenti.

Nelle ultime elezioni regionali del 2000, preso atto del calo di voti del Centrosinistra e dei Ds, Massimo D’Alema ne prese atto e salì sul Colle del Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio. Questa campagna elettorale ha poi fatto registrare la consacrazione dei cosiddetti "governatori", come vengono chiamati i presidenti delle Regioni dopo la legge che li dota di più ampie competenze, simboleggiati nelle figure di Formigoni e Storace, che volevano partire con una lista che portasse il loro nome per captare un più ampio spettro di voti, a testimonianza dell’importanza assunta da questa figura istituzionale.

Ma la prossima tornata elettorale è anche l’occasione per un viaggio nelle regioni più significative per registrare i principali cambiamenti dal punto di vista sociale, economico e culturale. Ed è quello che Famiglia Cristiana propone ai suoi lettori con un’inchiesta attraverso sette regioni del Sud, del Centro e del Nord. Cominciamo con la Calabria, una delle cenerentole italiane, dove non mancano però segnali di progresso e di ripresa, in particolare l’affermazione delle donne imprenditrici, come ci testimonia l’inchiesta del nostro inviato.



Sostiene il professor Trombetta, preside della scuola Larizza di Reggio Calabria, che neanche il terremoto che all’alba del 28 dicembre del 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria bastò a ricordare agli italiani che pure la sponda calabrese fu flagellata. «E infatti quello finì per essere il terremoto di Messina», argomenta il professore, «noi non fummo ricordati nemmeno nella sventura, tant’è che i primi soccorsi per nave arrivarono dopo giorni grazie a un ufficiale che mise la pistola sotto il naso dell’ammiraglio, obbligandolo a venire di qua. Persino le autorità ecclesiastiche tardarono un anno a sostituire l’arcivescovo, deceduto in quella terribile alba».

La sede della Regione Calabria.
La sede della Regione Calabria.


Il professor Trombetta giura di non appartenere all’esercito dei piagnoni che vogliono la Calabria terra di emigrati, di disoccupati, di disagi e tensioni sociali. «Epperò che le debbo dire», sospira, «quando non appartieni neanche alla storia di una disgrazia, qualche dubbio ce l’hai. Il fatto è che ce ne sono capitate tante, e non deve stupire il fatto che il calabrese vive sempre con la paura che succeda ancora qualcosa».

Il mercato di Reggio Calabria.
Il mercato di Reggio Calabria.


Intanto non succede nulla che non sia già accaduto o non si conosca già. L’ultimo rapporto dell’Istituto Tagliacarne, che monitorizza l’andamento delle economie locali, non lascia adito a dubbi: «…Nell’ambito meridionale la regione al vertice dello sviluppo economico si conferma l’Abruzzo, mentre si mantiene nelle retrovie la Calabria, con un differenziale del 37,5 per cento».

Lo scrittore Giuseppe Cangemi.
Lo scrittore Giuseppe Cangemi:«I calabresi sono come
degli equilibristi, ma senza pertica».


«Ci manca una classe dirigente competente e preparata», sottolinea Lucio Dattola, esponente di spicco dell’imprenditoria calabrese, «i dati che ci riguardano sono impietosi: se siamo sempre ultimi nelle classifiche nazionali vuol dire che la classe dirigente di questi ultimi 35 anni è stata quanto meno deficitaria, per non dire di peggio, e per di più si rischia di sprecare anche l’occasione dei fondi europei, impegnati per circa l’80 per cento in contratti di programma e iniziative turistiche che però debbono ancora prendere il via».

I manifesti elettorali Agazio Lojero, ex ministro del Centrosinistra.
I manifesti elettorali Agazio Lojero, ex ministro del Centrosinistra.


«E anche qui la classe politica ha fatto del suo peggio», continua Dattola, «concentrando gli interventi nel Nord della Calabria: Sibari, Simeri, Gizzeria. Gli unici due assessori della parte meridionale calabrese sono stati estromessi dalla giunta guidata dal presidente Chiaravalloti. Come dire che c’è persino un poco più di Sud, nel Meridione. Sa, a volte penso a cosa abbiamo in comune con i calabresi di Cosenza; non siamo né calabresi né siciliani e se facciamo un passo in più caschiamo in mare fra il profumo di gelsomino, di bergamotto e di arance. Ma io non sono pessimista; la fine dell’assistenzialismo ha prodotto migliaia di iniziative private e magari arriverà quel benedetto ponte sullo Stretto a risvegliare l’economia».

Quei conti che non tornano

Però a Santa Caterina dello Jonio, un paesino ricco di storia e di cultura incastonato sulle alture che dominano la costa, ai grandi numeri non ci credono neanche un po’ perché impoveriscono conti che non tornano mai, e così si è costituita un’associazione che promuove il turismo dell’accoglienza, ma anche dei boschi stupendi e ricchi di funghi che si estendono su fino alle Serre.

Enzo Caccamo, titolare della libreria
Enzo Caccamo, titolare della libreria "Culture" di Reggio Calabria.


L’avvocato Gianni Lattari e Cenzo Randazzo, insieme con gli altri dell’associazione, hanno prodotto uno splendido dépliant, un sito Internet degno di questo nome nel quale chiunque voglia godersi una bella vacanza tra mare e monti può trovare offerte di case (ben 500 posti letto). Ma la notizia più sconvolgente è che nei boschi delle Serre lavorano persino i tanto vituperati forestali calabresi, che il ministro leghista Calderoli avrebbe volentieri licenziato in blocco. «Invitiamolo questo ministro nordico», dichiara un forestale che vuole rimanere in incognito per via dell’aria che tira, «venga a vedere come sono tenuti i boschi da queste parti, i posti di ristoro, le fonti recuperate, le strade di montagna». E insomma tutte leggende queste che vogliono i forestali calabresi sfaccendati e mangiapane a tradimento? «No certo, ce ne sono alcuni che battono la fiacca. Tempo fa c’è stata una grande cena dei forestali e quelli della Locride ci prendevano in giro, ci dicevano: ma chi ve lo fa fare!».

Lucio Dattola, imprenditore.
Lucio Dattola, imprenditore.


E dàgli alla Locride, terra di banditi e malavita organizzata, latitanti e sequestri. «Sarà anche così», spiega Pietro Schirripa, che per conto della diocesi di Locri dirige la cooperativa che produce un vino da raffinati e in estate inonda i mercati di lamponi pregiati, «ma come vede, anche nella Locride la speranza non si è persa e fioriscono le iniziative». Come quella che sta conducendo avanti, sempre per la diocesi, Vincenzo Carrozza con il progetto Potemos, che darà lavoro a più di 500 persone, compresi i familiari dei pregiudicati in carcere, alcuni dei quali già lavorano nella cooperativa fondata da monsignor Bregantini. «E se permette sono tornato anche io», chiosa Francesco Macrì, proprietario di ragguardevoli estensioni agricole, «sono stato a Roma a fare l’architetto finché mi sono accorto che era ora di tornare a far vivere l’agricoltura come un tempo, di spendersi per questa regione nostra che potrebbe essere molto meno amara di quello che si dice».

Demetrio Naccari.

Gianfranco Gordì.

Demetrio Naccari.Gianfranco Gordì.


Per conquistare e guidare questa regione meno amara dell’apparenza, si danno battaglia Agazio Lojero, ex ministro del Centrosinistra, leader di uno schieramento unito, e il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. Ancora una volta due leader del nord della Calabria, della capitale amministrativa Catanzaro. Per la Casa delle Libertà, comunque, le previsioni sono fosche, nonostante la stima che circonda Sergio Abramo.

Già non avere ricandidato il presidente uscente Chiaravalloti è un segno di grande debolezza e lo è ancor di più la continua emorragia di dirigenti politici che passano da uno schieramento all’altro: «Non è solo un fenomeno di trasformismo», sostiene Demetrio Naccari, candidato alla Regione per la Margherita, «quando si manda a casa il presidente uscente dopo soli quattro anni, si certifica un fallimento politico che peraltro si conosceva già». Amen.

L'imprenditore Pietro Schirripa, primo a sinistra, fotografato insieme con alcuni amici nella Locride.
L’imprenditore Pietro Schirripa, primo a sinistra,
fotografato insieme con alcuni amici nella Locride.


Sostiene lo scrittore Giuseppe Cangemi, gran frequentatore della libreria "Culture" di Reggio, tenuta da Enzo Caccamo e dall’amico Gianfranco Gordì, che i calabresi sono come «degli equilibristi senza pertica». E anche questa è una virtù.

Guglielmo Nardocci

 

 

Articolo precedenteArticolo successivo

Non ci sono commenti