Famiglie calabresi ormai al collasso

Ma chi ha amministrato la regione calabria in questi anni non lo ha compreso

Famiglie calabresi ormai al collasso, ma chi ha amministrato la regione calabria in questi anni non lo ha compreso.

A rivelare lo spettro della povertà, un vero e proprio tsunami per la nostra regione, il “Borsino delle fomiglie calabresi realizzato annualmente dall’istituto Demoskopika.
Numeri drammatici quelli pubblicati, il 48% della popolazione regionale versa secondo l’istituto, in condizione di totale o quasi indigenza economica, in un solo anno le famiglie residenti in Calabria hanno ridotto i loro consumi di oltre 1240 milioni di euro, quasi 4,5% di Pil in meno rispetto all’anno precedente, ed il tutto senza che alla Regione Calabria si sia varato uno straccio di provvedimento capace di alleviare gli effetti che la crisi economica avrebbe comportato per i calabresi.

Di fatto le famiglie calabresi sono state abbandonate a se stesse da questa politica e sono ormai lontani quei  tempi  in cui nel 2008 , consapevoli delle dinamiche economiche che stavano per sprigionarsi sul debole tessuto sociale ed economico della nostra regione, varammo un piano di lotta alla povertà con interventi  per 120 milioni di euro in tre anni prevedendo tra l’altro il coordinamento di tali risorse con i piani di intervento previsti dalle politiche sociali.

Non solo la Giunta Regionale ha ritenuto di abbandonare tale piano in favore del nulla, ma ha pensato bene a massacrare il comparto delle Politiche Sociale sottraendo dal Fondo sociale regionale le risorse  alla compartecipazione alle spese e portando così allo stremo l’intero Terzo Settore.

Alle dinamiche del collasso economico si aggiungono quelle ugualmente preoccupanti che la Svimez definisce di “erosione del capitale umano” .

Secondo la Svimez la debolezza di reperire lavoro qualificato, le difficoltà nella transizione tra scuola e lavoro e le crescenti difficoltà economiche delle famiglie a sostenere i costi dell’istruzione contribuisce a ridurre il complessivo investimento in formazione e conoscenza. L’impatto negativo di questa evoluzione è duplice: da un lato, induce il depauperamento del capitale umano già formato, bloccato tra inattività e precarietà; dall’altro ritarda i processi di convergenza verso più elevati livelli di istruzione del Centro-Nord.

Non si è riusciti nemmeno a mettere in sicurezza gli stipendi dei lavoratori LSU-LPU altro che erosione del capitale umano!
Le sfide che abbiamo di fronte non ammettono ignoranza e superficialità ma richiedono  metodi e strumenti in grado di sostenere quei processi di modernizzazione del Paese che il Governo  Renzi ha ben delineato.

Demetrio Naccari Carlizzi
13/09/2014

 

 

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