Bilancio, arriva un ok sofferto

Ferraro: Comune mezzo rovinato

Raffa: «Rispettato Upatto di stabilità».

di Natale Iracà - Calabria Ora - 1/10/2010

Passa a maggioranza il rie-quilibrio di bilancio al Comune. Un bilancio di lacrime e sangue, ma anche molto sofferto per il centrodestra di palazzo San Giorgio. La rela-zione del sindaco Peppe Raffa, che detiene la delega al bilancio, arriva soltanto alle 19. Prima si era dovuto discutere di surroghe, Icons e deleghe. «E' stato rispettato - l'annuncio del primo cittadino -il patto di stabilità. Il bilancio però risente in maniera significativa degli effetti della manovra. I trasferimenti sono Stati ridotti del 7%». Ma Raffa, per fare di necessità virtù, prova a vedere il bicchiere mezzo pieno. «Ci sono dati positivi - ancora il primo cittadino - che fanno notare un rilancio dell'economia locale. Il Pil, ad esempio, quest'anno è cresciuto del 5,30%».

Le società miste non preoccupano più di.tanto il primo cittadino, almeno sul versante economico, perché «sono tutte in positivo tranne Sogas». Eppure qualche problema rimane se «il servizio può essere - aggiunge Raffa - migliorato». Il riequilibrio di bi-lancio non andrà, di fatto, a modificare la cifra movimen-tata, sempre pari a 741.165.436,77 euro. Eppure nella ricognizione sullo stato di realizzazione dell'attività programmata c'è un dato da non prendere sottogamba. Nell'accertamento di competenza si evidenzia come le entrate previste siano di gran lunga inferiori rispetto a quelle effettivamente introitate. Su 741 milioni di euro previsti, nelle casse di palazzo San Giorgio ne sono entrati "solo" 195.866.422,28 euro. E tra swap e beni alienabili su una previsione di 331.224.034,00 euro il Comune ne ha incassati solo 8.384.033,30 euro con i 15 milioni del Miramare per cui non è stato trovato uno straccio di acquirente.

Vero è, secondo la relazione, che le uscite sono pari a 153.976.153,68 euro. A chiedere lumi sull'effettivo stato di salute delle partecipate, per primo, ha pensato il capogruppo Pdci, Massimo Canale che a Raffa propone «un patto di fine legislatura in cui andremo a fissare gli obiettivi per consegnare la città alla prossima amministrazione senza problemi insoluti anche se avremo il problema di cassa».

«Prendiamo le partecipate una per una - ancora l'esponente comunista - ed esercitiamo quell'azione di controllo rispetto ai loro consigli di amministrazione per sapere quali sono le loro azioni perché non sono dei privati. La Leonia ad esempio è un settore dove razzolava a suo piacimento l'assessore Caridi». Ma a smontare la maggioranza sarebbe arrivato poco dopo lo tsunami Ferraro per cui «lasciamo un Comune mezzo rovinato». «Quando il prossimo anno con il decreto Tremonti - le parole del vicepresidente del consiglio ci sarà un taglio da 27 milioni di euro sui 68 totali cosa faremo?».

Poi il consigliere attacca, come sempre, anche sull'effettiva utilità delle partecipate. «Assorbono 42 milioni di euro su 125 di entrata corrente, neppure il Comune di Roma può permettersele. Non si può aumentare la spesa corrente, altrimenti domani vi ritroverete in un mare di guai.

Non ci sono più soldi e domani la Leonia non raccoglierà più la spazzatura». Poi l'opinione condivisa con l'esponente comunista. «Oggi non possiamo fare molte cose - chiude Ferraro - dobbiamo stabilire le priorità di questi sei mesi». Alla fine il bilancio passa a tarda sera e a maggioranza, con l'opposizione a votare no e il presidente del consiglio, Aurelio Chizzoniti, astenuto. Poi, la mancanza di numero legale ha impedito la votazione sull'immediata esecutività.
Una mancanza che potrebbe creare più di un grattacapo alla maggioranza di palazzo San Giorgio.

 

 

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