A cura della Presidenza della II Commissione Bilancio - Programmazione economica - Sviluppo

Commissione bilancio del 14 novembre 2005

Le indicazioni del presidente della commissione bilancio     
La relazione di Naccari sul Dpefr

La politica regionale deve portare la Calabria ad un cambiamento vero. Il Consiglio regionale e la giunta sono chiamati a credere nel cambiamento e quindi con responsabilità a programmare, governare e realizzare.
Innanzitutto nella programmazione che ci deve condurre attraverso l ’azione legislativa e quella amministrativa a garantire la più efficace azione di sviluppo sostenibile. Esistono tante, troppe emergenze, ma ogni semestre è un decimo del tempo che la legislatura ci assegna per fare la nostra parte e noi dovremo sforzarci per far si che ogni anche minima possibilità di crescita e sviluppo non vada persa.

Dobbiamo inquadrare il nostro lavoro programmatorio dividendolo tra due aspetti:

a) l’emergenza : è indiscusso ed è noto a tutte le forze politiche che la Calabria attraversa un momento difficile e che le emergenze sono molteplici, così come scarse sono le risorse ordinarie presenti in bilancio ; bisogna affrontare, non ci stancheremo mai di ripeterlo, le emergenze in modo radicale , per riuscire una volta per tutte a non dover più discutere all’infinito di “forestazione – lpu lsu – servizi sanitari obsoleti e costosi – macchina burocratica elefantiaca e costosa – sprechi - etc.

b) la programmazione : è una delle competenze ineludibili del Consiglio Regionale e della nostra 2° Commissione in particolare ed è la priorità della Calabria. Siamo per il rispetto dei ruoli ed è proprio per questo che rivendichiamo con forza e decisione il diritto ad esaminare nei tempi dovuti e poi ad approvare i vari documenti di programmazione regionale.

Il DPEFR , non ancora adottato dalla Giunta Regionale, è ancora in fase di concertazione. Anche il DSR è in fase preparatoria anche se avanzata . I due documenti capisaldi della programmazione regionale saranno a breve oggetto di approfondita analisi da parte della 2° Commissione.

E’ di fondamentale importanza, infine, dopo aver programmato e indirizzato politicamente l’attività regionale, far seguire alla fase gestionale quella del riscontro e della verifica economica – amministrativa . Per troppo tempo si è assistito e si assiste ancora purtroppo all’assenza di responsabilità . Infiniti danni sono stati causati alla nostra Regione da incompetenze , lassismi ed incapacità e mai nessuno ne ha risposto . Questo è intollerabile. Non si può identificare un manager,un direttore generale o dirigente solo attraverso il curriculum e/o l’appartenenza politica. Questo può servire all’atto della nomina , ma la riconferma o mano deve dipendere da ciò che ci si è guadagnatati sul campo. Dal lavoro, dai risultati.

Governare la Calabria è un compito difficilissimo e nessuno meglio di Loiero è riuscito in questi giorni a dare il senso dell’impegno cui si è chiamati. La Regione è un ente lontano dai calabresi che nel corso del tempo ha visto allentarsi i legami necessari tra enunciazioni e azioni e tra rappresentanza e responsabilità. La conseguenza è stata la percezione diffusa della difficoltà di realizzare. Proprio l’incapacità delle classi dirigenti che hanno governato questa regione negli ultimi 10 anni a realizzare interventi sul tessuto infrastrutturale, sociale ed economico regionale ha depresso la nostra terra.

E’ come se un male oscuro, che trova base ed alimento nella incapacità a credere in un futuro possibile, si sia impossessato dei calabresi. I governi invece devono credere negli obiettivi e realizzarli presidiando, con strutture idonee, l’attuazione degli interventi programmati. La prima sfida del governo regionale è quindi la totale revisione della struttura regionale. Una struttura, come già autorevolmente denunciato da Loiero, abbandonata a sé, elefantiaca e con un deficit di visione morale del lavoro che la rende incapace di governare anche l’ordinario.

Ma veniamo alla prima delle tre azioni proposte: programmare.
Per programmare servono le note quattro P: politiche, programmi, piani, progetti.

Quattro precise responsabilità da cui derivano specifiche azioni e una diversa cultura amministrativa.

  • Il Consiglio Regionale deve immaginare e definire ciò che vuole che sia la Calabria. Un forte input è stato dato con l’avvio di una fase nuova della Commissione per il Piano di Sviluppo Regionale che attende analoga attenzione dal Governo regionale. Si dovrà redigere nel breve un grande progetto alla luce di una visione del futuro.
  • Il governo regionale è chiamato a programmare le risorse man mano disponibili attraverso programmi di intervento coerenti con le politiche di sviluppo. Le risorse seguono le politiche e non viceversa.
  • Le strutture burocratiche regionali sono chiamate a dare concretezza a quanto programmato attraverso la redazione di piani di settore condivisi dagli Assessori delegati che diano contezza agli attori dello sviluppo.
  • Gli attori dello sviluppo, partner necessari dalla prima fase, sono chiamati ad immaginare progetti coerenti con le previsioni generali, di programma e di settore, richiedendo il supporto finanziario per la realizzazione degli stessi.
Le regola delle 4 P in Calabria fino ad oggi è stata completamente disattesa. Non è esistita sino all’attuale legislatura una politica generale di sviluppo socio economico. Il governo regionale si è solo interessato direttamente della individuazione di progetti da finanziarie indipendentemente dalla loro valenza. La redazione di programmi è stata affidata a strutture burocratiche o ad consulenti esterni ed è attivata solo in previsione di scadenze obbligatorie (DPEF, POR, Delibera CIPE per i Fondi FAS). Gli attori dello sviluppo sono stati chiamati a redigere progetti preliminari in 7 giorni.

La politica delle “mani libere” è quella che ha più gratificato una certa classe dirigente regionale, forte della consapevolezza di poter sostenere ovunque sul territorio qualsiasi iniziativa legata all’estemporaneità, alla contingenza, spesso marginale, senza eccessive premure nei confronti dell’interesse collettivo.

Nella nostra regione esiste un “partito dei nemici della Calabria”, trasversale alla classe dirigente politica, economica e sociale, che di fronte ai tentativi di avviare programmazioni corrette per lo sviluppo e la crescita economica della collettività calabrese si organizza per bloccarli sul nascere. Questa non è una illazione ad effetto, ma è un dato di fatto per Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro, Crotone e Cosenza che bisogna analizzare al fine di comprenderne le motivazioni profonde (forse anche antropologiche), per tentare di rompere questo perverso meccanismo.

Un meccanismo perverso attraverso il quale il mantenimento dello stato di precarietà e di bisogno alimenta un sistema economico, sociale e politico clientelare che, a sua volta, cerca di autoconservarsi proprio combattendo ogni tentativo di programmazione e progettualità che possa alimentare la speranza e liberare dal bisogno.

Quale è oggi il risultato di tutto ciò? L’intervento comunitario è stato attuato malissimo e la regione è rimasta l’unica regione italiana in Obiettivo 1. Nella programmazione dei fondi FAS troviamo fantomatici autodromi da costruire ed interventi che ormai abbiamo dovuto accettare come irrealizzabili, rincorrendo la ricerca affannosa di nuova progettualità negli Enti Locali. La stessa cosa avviene per il fondi del POR.

Infine, i DPEFR del passato non hanno avuto alcun senso programmatorio in quanto le loro risorse, in assenza di politiche, programmi e piani, sono solo strumento per la gestione di emergenze continue ed il residuo disponibile è utilizzato per interventi a pioggia.

Di fronte alla situazione che oggi viviamo è politicamente inaccettabile continuare su questa strada. Riteniamo, attraverso gli organismi istituzionali che ci vedono operativamente impegnati, (Seconda Commissione Permanente e Commissione per il Piano di sviluppo Regionale) di definire un tavolo di lavoro con il compito di redigere un documento capace di disegnare la Calabria che vogliamo. Una Calabria Vision 2010 capace di dettare le linee guida del Piano Strategico Regionale che ci impegniamo unitariamente a portare alla attenzione del Consiglio entro il primo trimestre 2006. Insieme al Governatore Loiero, alla giunta e a tutti gli attori politici e sociali, nel rispetto dei ruoli, dobbiamo dare vita ad una Calabria coesa ed ad una governance matura ed efficace.

On. Demetrio Naccari Carlizzi

 

 

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