La dialettica è stata il suo primo amore

Un avvocato cultore di storia e di economia diviso tra la sua famiglia e la passione per la politica

DEMETRIO NACCARI CARLIZZI

Bando ai pregiudizi, perchè qui abbiamo a che fare con un avvocato, un politico, un padre, un marito, un uomo vero, decisamente fuori dagli schemi. Demetrio Naccari Carlizzi, rock star-intellettuale nella sua vita precedente. Alla faccia di chi sostiene che i politici siano tutti corrotti e gli avvocati degli individui disumani.

Demetrio, come e quando è nata la tua passione per la giurisprudenza?

Da ragazzo al Liceo classico Tommaso Campanella di Reggio ho capito l’importanza di affermare le proprie idee in maniera pacifica. Questa arte aveva un nome, si chiamava dialettica. Sui libri di latino si studiava di un certo signore, che faceva l’avvocato e veniva ammirato per come convinceva le persone con la sua dialettica, e che poi si sarebbe dato alla politica. Si chiamava Cicerone. Decisi che l’avvocatura non doveva essere così malvagia come dicevano tutti

E per la politica?

Sempre al Tommaso Campanella di Reggio, dove venni presto eletto rappresentante degli studenti; insistendo con preside e Provveditore agli Studi, ottenemmo delle migliorie all’edificio e vedemmo garantito il nostro diritto a studiare in condizioni decenti. Ho cominciato a crederci da allora: se si persevera, se si cerca di documentarsi e capire, si può ottenere il rispetto dei propri diritti. Competenza, testardaggine, studio: quello che ci serve al Sud.

Ma veniamo alla tua formazione. Dì la verità, quando hai effettuato un corso presso l’Università della California passavi molto più tempo in spiaggia a guardare le bagnine in stile Pamela Anderson (se ne esistono davvero) che a studiare… Tanto non eri ancora sposato vero?

Beh io ero andato dall’altra parte del mondo a studiare, e non mi andava di sprecare i soldi della mia famiglia, non mi sembrava corretto; e a stare lontano dalle aule dell’università, avrei perso un’occasione, se poi pensi che Davis, dove si trovava il Campus universitario, non è sul mare, ma vicino la Napa valley, niente Pamela Anderson!
Ma poi te la posso dire tutta? Se avessi proprio voluto passare il mio tempo in spiaggia a guardare belle figliole, non avevo certo bisogno di fare diecimila chilometri: ne abbiamo di fin troppo belle in Calabria, di spiagge e di donne; te lo dico io che ho sposato una calabrese come me.

A parte gli scherzi, tua moglie come e dove l’hai incontrata?

Può sembrare strano a dirsi, ma è un amore che è nato da un dolore comune. Ci siamo conosciuti in ospedale. Suo padre stava molto male, pativa per una malattia che di lì a poco ci avrebbe portato via il suo grande esempio di vita. Era stato anche il mio maestro in politica.

Cambiando argomento. Tu sei Assessore regionale al Bilancio e Trasporti della Calabria. Chi meglio di te ci può dire come è messa realmente la situazione al Sud.

Il Sud non può avere altro futuro che migliorare. Il divario con il resto dell’Italia non ha più scuse, ed è imbarazzante se confrontato con il resto dell’Europa.  Bisogna abbandonare un modello di sviluppo che negli ultimi 30 anni è stato fallimentare, anche la  Calabria vuole nuove opportunità e servizi decenti. Il Sud troverà il suo riscatto solo con leader giovani che puntino sull’innovazione socio-culturale ed economica. I giovani di oggi sono pronti per le sfide globali, non so se posso dirlo di parecchi dei politici che abbiamo qui. Dubito che molti di loro sappiano cos’è un iPhone
o abbiano mai mandato una e-mail in vita loro.

Ho letto che sei un grande cultore di  Alessandro Magno. Non è che sei un po’ megalomane e credi di poter salvare l’umanità e di riuscire a risolvere il problema della fame nel mondo?

Ti dirò che per me la questione è molto seria. Io non ammiro Alessandro il Grande perché fu uno che sottomise e conquistò tutto il mondo civilizzato del suo tempo. Io sono rimasto affascinato, non dal condottiero,  perché le armi mi procurano una reazione allergica, ma da una personalità che ha dell’incredibile. Alessandro ha rivoluzionato il mondo dei trasporti dell’epoca e questo gli permise di vincere gran parte delle sue guerre, e per uno che si alza la mattina e va in ufficio a fare l’Assessore regionale ai Trasporti, ammetterai che questo ha un certo peso, può diventare materia d’indagine. Alessandro duemila anni fa aveva realizzato una globalizzazione ante litteram, nel suo regno non vi era obbligo di seguire questo o quel rito, inoltre era stato così rivoluzionario da trasferire la sua capitale dall’Epiro, suo luogo d’origine, a Babilonia, l’odierna Baghdad. Infine il suo unico figlio maschio nacque da un matrimonio con una principessa afgana (per essere precisi una Battriana), che indossava il burqa e si chiamava Roxana.

So anche che sei un fan dei Pink Floyd (che anche io adoro da sempre) ma non mi dire (come sostengono molti altri) che il disco che preferisci di questa band, unica nel mondo, è il loro primo album “The Piper at the Gates of Dawn”, solo perchè c’era quel folle genio di Syd Barret!!..

Ho sempre pensato che si dovessero rompere gli schemi. Nessuna restrizione, nessun limite, nessuna paura del futuro; per questo mi sono da subito riconosciuto nel testo di una pietra miliare come il brano “Another Brick in the Wall”, quando si canta We don’t need no education… we don’t need no thought control...

E lasciando da parte i Pink Floyd e Alessandro Magno, quali sono i personaggi, le letture e le band che più hanno influenzato la tua vita?

Mi piace passare il tempo libero a leggere romanzi storici, ho un debole per i libri di Valerio Massimo Manfredi e libri di economia. Mi distraggo sempre sentendo canzoni di Vasco o qualcosa retrò, come i Simply Red. Nella vita politica ho sempre guardato con ammirazione alle forze tranquille di personaggi che sapevano mediare e al tempo stesso prendere decisioni senza tentennamenti. Ho avuto la fortuna di crescere al fianco di un uomo eccezionale come Italo Falcomatà, sindaco di Reggio negli anni ’90, ma ho sempre avuto ammirazione anche per altri calabresi, come Riccardo Misasi.

Sei anche uno sportivo.. ma stai mai a casa con la tua famiglia?!

Per i miei due figli ho dovuto ritagliare degli orari particolari. Nei primi anni di vita della maggiore ho capito che fare bene il genitore è davvero il mestiere più difficile del mondo. Non vorrei mai finire come quel politico che mi spiegava agli inizi della mia carriera a quali sacrifici ti portasse dedicarsi a questa passione. Scherzava sempre sulla volta che sul corso principale del suo paese i figli piccoli, che non lo vedevano da settimane, corsero a braccia aperte incontro al parroco del paese scambiandolo per il papà!

Beh, abbiamo finito e ti devo dire che tutto sembri tranne che un freddo e spietato avvocato e per giunta anche politico. Hai mai pensato di fare la rock star?

Forse quando avevo ancora i capelli. Adesso non saprei dove mettere il gel per farmi una cresta punk.

 
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Intervista: Dejanira Bada
Soggetto: Demetrio Naccari Carlizzi
Luogo: Reggio Calabria
Foto: Antonio Belvedere

 

 

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