In settimana arriva Calderoli, il governatore non vuole gli avanzi delle altre regioni
Federalismo, i paletti di Loiero
Redazione
Il Quotidiano della Calabria 29/08/2008
Il presidente pronto al confronto: «Sappiamo cosa dire»
di FRANCESCO SORGIOVANNI
STILO - C'è un dibattito aperto in materia di federalismo, dagli esiti non predeterminati e non scontati. "Prepare for Change", riniziativa di due giorni che si è conclusa ieri a Stilo, organizzata dall'assessore regionale calabrese al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi, rappresenta il primo segnale di una parte della Calabria che ha preso coscienza della «serietà del gioco» e che non vuole rimanere con le mani in mano.
A chiudere là plenaria di Stilo, il segretario del Pd calabrese, Marco Minniti, e il presidente della giunta regionale, Agazio Loiero. «Su federalismo e Mezzogiorno vogliamo dire la nostra - ha subito dichiarato il governatore -, e anche il Pd deve mostrare più capacità reattiva di fronte alla strategia della Lega». Loiero, nell'introduzione del suo intervento, ha definito quella sul federalismo fiscale «una materia difficile, aspra e anche oscura, una materia complicata, e perciò deve essere affrontata con un impegno corale per evitare che il Sud finisca stritolato da una riforma fatta male».
Agazio Loiero conferma il suo punto di vista sulla riforma federalista, che non coincide certamente su quello che è tutto il contenuto del cosiddetto progetto "Calderoli". E aggiunge che «è necessario insistere sulla nostra proposta di federalismo che altrimenti rimane un progetto destinato ad essere subito dalla Calabria)). Ad Agazio Loiero va bene il federalismo, purché - sottolinea lo stesso - «si rispetti la Costituzione, che prevede più risorse per le regioni in difficoltà» .
Il presidente della Regione Calabria ha più volte manife stato di essere d'accordo con il ministro Calderoli sul fatto che bisogna fare i conti sui
costi standard invece che fare riferimento alla spesa storica. Ma sulla perequazione, invece, non gli va proprio giù la storia dèi trasferimenti diretti tra regioni, che innescherebbe una dipendenza. Preferisce continuare a pensare a una unità centrale che suddivide le risorse. In sostanza, il progetto federalista di Calderoli mira a rimodulare il contenuto dell'articolo 119 della Costituzione.
In questo senso Loiero dice di -sentirsi «rassicurato dal fatto che la legge ordinaria è comunque potenzialmente soggetta ai giudizio della Corte Costituzionale, che come ogni suprema corte presidio di legittimità di un sistema di valori, è in grado di orientare nuovamente disposizioni lesive dei principi fondamentali verso la dimensione di piena costituzionalità e osservanza dei principi». E quando la Lega Nord sente parlare di Corte
Costituzionale «impazzisce».
«Ecco perché - rivela Loiero - il ministro Calderoli ha deciso di scendere in Calabria per incontrarmi» ; E ilpresidente Agazio Loiero, che si vedrà in Calabria con il ministro leghista nei primi giorni della; prossima settimana, si è detto «lieto» di incontrare il ministro leghista, al quale «sappiamo cosa dire».
Il governatore sul tavolo di confronto con Calderoli è pronto a. portare le richieste già affermate nella conferenza Stato-Regioni, «posizioni serie che
possono essere accolte se veramente si vuole arrivare al federalismo senza penalizzare nessuno», ed avverte, «senza strascichi di conflitti davanti alla
Corte Costituzionale». E quando Loiero parla della Lega e dell' opera denigratoria della Calabria, da dentro la sala congressi del "Città del Sole" di Stilo, si odono tuoni e fulmini (veri) che scendono giù dal cielo. «Una maledizione della Lega» - lancia come battuta qualcuno dei partecipanti.
Un partito come la Lega, che rappresenta più o meno tre regioni, non può continuare a considerare la Calabria come un «territorio parassitario». basta con un assistenzialismo che la Lega ha strumentalizzato per inoculare anche negli ambienti del centrosinistra l'idea per la quale le regioni del Mezzogiorno sprechino le risorse destinate al nord e siano esclusivamente ostaggio della criminalità organizzata».
«Ma davvero il Mezzogiorno è solo 'ndrangheta e parassitismo?» - si chiede Loiero. E alla Lega nessuno può e deve consentire di decidere di politiche che ricadono su un intero paese. Il Mezzogiorno deve rivendicare il proprio ruolo e non delegare oltre e ad altri. «Bisogna convincersi-ha detto ancora Loiero, a margine dell'iniziativa promossa da Naccari, ieri a Stilo - che il Mezzogiorno è una risorsa e che sul Mezzogiorno bisogna investire per rimettere in moto l'economia dell'intero Paese.
Lo si è visto in altri Paesi che per accelerare i ritmi dello sviluppo hanno puntato sulle aree depresse e poco sfruttate». «Non vogliamo - ha concluso Loiero - essere il fardello del Paese, tutt'altro. Ma non voghamo gli avanzi delle regioni più ricche. Intendiamo essere protagonisti convinti e partecipi di un processo di cambiamento che sia in grado di ridurre, se non proprio di azzerare, il divario tra nord e sud». Loiero auspica una modalità di lavoro che, accogliendo l'eredità di chi ha lavorato prima, possa maturale la capacita di proseguire sul solco già tracciato nell'unico interesse dello sviluppo del territorio.
La giunta Loiero, insomma, sta andando avanti, come dice lo stesso presidente, seguendo «la cultura dell'arcolaio», apparecchio girevole su un perno, che serve per ridurre in gomitoli il filato in matasse. Se non è sufficientemente veloce si avrà la rottura del filo, se lo è troppo si otterranno inspessimenti o grumi.
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