Il valore simbolico di un Museo della'ndrangheta
Naccari:
Redazione
Lombardi Satriani: «La mafia è un fenomeno terribile che va indagato nella sua complessità»
Un Museo dedicato alla 'Ndrangheta. Perché? «Perché nella nostra colpevole distrazione - ha spiegato il prof. Luigi Lombardi Satriani, presidente del comitato scientifico - la 'ndrangheta vive e prospera. Da qui l'idea di creare uno scandalo permanente come il Museo, che è uno spazio espositivo di documentazione degli orrori della 'ndrangheta, un po' come quelli che ci sono per rendere testimonianza degli orrori del nazismo, ma il Museo che noi abbiamo immaginato deve servire anche come uno spazio critico di un progetto più ampio dedicato allo studio della mentalità emissiva e sopraffattiva della 'ndrangheta».
Per vincere questa sfida contro la 'ndrangheta serve «un cambiamento culturale», ha aggiunto il prof. Fulvio Librandi dell'Unical che è l'ideatore del progetto. «In Calabria -ha detto ancora - manca un'idea complessiva e generale per lottare contro la 'ndrangheta. Il nostro progetto, invece, vuole andare proprio in questa dirczione». Il progetto, infatti, si propone di realizzare otto misure d'intervento concrete: edificazione del Museo; disseminazione sul territorio dei segni della cultura della legalità; modifica dei libri di testo; inserimento nel ciclo cerimoniale dell'anno di giornate che permanentemente siano dedicate al tema; creazione di master per creare i "formatori antindrangheta" che opereranno già nelle scuole elementari; organizzazione di convegni per confrontare esperienze diverse; promozione di lavori cinematografici e teatrali che veicolino il nuovo messaggio; coinvolgimento dei giovani nell'elaborazione del linguaggio migliore per socializzare queste iniziative.
«Il progetto è finanziato dalla Provincia-ha affermato l'assessore Tucci - ma è aperto a tutti i soggetti che vorranno partecipare». E tra i primi a volere dare un contributo importante ci sarà la Regione. L'ha confermato l'assessore al Bilancio Demetrio Naccari: «Come Regione siamo molto interessati a questo progetto perché potrà servire per costruire una strategia di sradicamento dei disvalori della 'ndrangheta. E lo vogliamo fare assieme alla scuola e alla Prefettura. Serve uno sforzo comune e una reale strategia per incidere sulla cultura e per affermare lo Stato anche utilizzando appositi fondi previsti dal Por Calabria».
La voce degli studenti è stata fatta sentire per bocca del presidente della Consulta provinciale Salvatore Scordo: «Noi abbiamo espresso una severa critica al sistema politico che ruota solo attorno al profitto e si fa condizionare molto dalla 'ndrangheta». «Il Museo potrà avere un'influenza positiva sul territorio e quindi incidere anche sul contesto sociale - ha dichiarato il prefetto Musolino - perché le Istituzioni non possono continuare a trattare tutti come sudditi. I nostri concittadini devono imparare a esercitare i loro diritti».
Il sostituto procuratore antimafia Santi Cutroneo ha richiamato le parole di Paolo Borsellino: «La mafia finirà quando le nuove generazione le negheranno il loro consenso. Lo stesso vale anche per la 'ndrangheta che oggi è un male invasivo della nostra società e s'insinua anche all'interno delle Istituzioni. Bisogna lavorare tutti insieme e si deve dire basta ai silenzi che ingrassano il crimine organizzato. Infine - ha concluso il magistrato - bisogna sempre avere la consapevolezza che lo Stato può vincere. Anzi, io proporrei di inserire nel Museo anche gli atti dei processi contro la 'ndrangheta, le dichiarazioni dei pentiti e quant'altro possa servire per chiarire a tutti che la 'ndrangheta è portatrice solo di disvalori che sono condannati alla sconfitta».
Tratto da: Gazzetta del Sud - 04/03/08 - Piero Gaeta
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