Le inchieste di Report

Operazione Ponte - Parte I

Tratto da: Report [Operazione Ponte]

Sottoponiamo alla vostra attenzione la trascrizione di una puntata della trasmissione Report del settembre 2001 dedicata al Ponte sullo stretto, si tratta di un documento estremamente interessante, e la parte in cui il sindaco Scopelliti dichiara di non saper quanto tempo ci vorrà per andare da Reggio a Messina, una volta che il ponte sarà ultimato è esilarante.

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Dall'archivio dell'Istituto Luce: "In progetto un ponte tra la Sicilia e il continente" 28 agosto 1953

Speaker: "Si discute a Messina il ponte sullo Stretto. Discorso inaugurale di Emilio Sangemi, a cui seguono quelli dell'onorevole Fusco e dell'ingegner Brun. Questo progetto che unisce Ganzirri, in riva al lago siciliano, con Punta Pezzo, sulla costa calabra, forse è destinato a conchiudere positivamente 80 anni di proposte e discussioni. Preventivo: 36 miliardi, finanziamento privato per il 40%, pubblico per il rimanente. Si completano sulle rive le illustrazioni tecniche, anche a nome dell'americano Steinman, uno dei maggiori architetti di ponti sospesi. Non è il traffico che fa la strada, è stato detto, ma la è strada che fa il traffico. E i turisti potranno godersi i loro quattro passi sopra questo incantevole mare".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Buonasera ai telespettatori di Report. Era il 1953, e davanti all'incantevole mare dello stretto di Messina si diceva: il ponte si deve fare, perché "non è il traffico che fa la strada ma la strada che fa il traffico". Sono passati 50 anni ed e' cambiata la prospettiva su tante cose. Adesso il traffico ce l'abbiamo e non sappiamo più come ridurlo e tantomeno come dirottarlo. Mentre il ponte è diventato un'opera prioritaria e urgente. Allora cerchiamo di capire come sarà fatto , a cosa servirà, quanto costerà e pagato da chi.A sbrogliare la matassa la nostra Stefania Rimini.

AUTRICE
Luglio 2002, versante calabrese. I funzionari della Stretto di Messina S.p.A. ci indicano dove verrà Ponte.
Quindi noi siamo proprio dove dovrà sorgere il pilone del ponte.

FRANCESCO LONGO, residente Torre Faro
"Loro vengono nel mese di luglio agosto, loro vengono d'estate, vedono le belle giornate ..."Ah, che bello facciamo un ponte"...Non sanno cosa significa scirocco a levante, loro devono venire quando è scirocco a levante. Il ponte... signorina, il ponte non si può fare!"

D - "Quindi il ponte viene in questa direzione, così".

ANTONINO CALARCO, presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"La più straordinaria opera di ingegneria civile di tutti i tempi, seconda come impresa all'andata sulla Luna".

FRANCESCO LONGO, residente Torre Faro
"Io sono vecchio, sì, ma quelli che siete giovani questo ponte non lo vedrete mai, mai, mai!"

ANTONINO CALARCO, presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"Fino a un anno fa sembrava un trastullo del signor Calarco, ora hanno capito che il ponte si realizzerà. Perché è ineludibile il ponte".

AURELIO MISITI, presidente Consiglio superiore Lavori Pubblici
"Cambierà la mentalità, cambierà la cultura, cambierà i pensieri dei siciliani".

RESIDENTE 1 Torre Faro
"E' bene che lo fanno"

RESIDENTE 2 Torre Faro
"Che me interessa a me se lo fanno o non lo fanno!"

RESIDENTE 1 Torre Faro
"Si riunisce la Calabria con la Sicilia!"

RESIDENTE 3 Torre Faro
"Mi sembra un po' difficile a me. Uno, per la corrente. Perché la corrente è fortissima qua nello Stretto".

RESIDENTE 4 Torre Faro
"Guarda Nino che la corrente non gli interessa perché non tocca a mare quella cosa"

RESIDENTE 3 Torre Faro
"Sì, e il tempo? Quando è sciroccata?"

RESIDENTE 4 Torre Faro
"Quando è sciroccata che fa? Deve tenere il vento semmai. Il pilone lo tiene e lo tiene pure il ponte!"

RESIDENTE 1 Torre Faro
"Non ci siamo noi fino che fanno il ponte".

RESIDENTE 5 Torre Faro
"C'era un vecchietto che aveva 93 anni e diceva "io avevo 6 anni e mai ho visto questo ponte fare", è morto poverino...Da quando aveva 6 anni sentiva sempre dire fare il ponte sullo Stretto, ma non l'ha visto mai questo".

GIUSEPPE CHIARAVALLOTI, presidente giunta Regione Calabria
"C'è nella leggenda S. Francesco, il primo che avverte l'esigenza di questo collegamento e attraversa lo Stretto sul mantello. Lui se lo poteva permettere, ci ho provato io ed è andata malissimo..."

AUTRICE
A parte S. Francesco di Paola, che passò lo Stretto volando sul mantello, tutti gli altri hanno sempre dovuto andar per mare, visto che ancora non c'è il Ponte. Eppure ne parlano da oltre cento anni.

Si comincia a progettare ai tempi dell'unità d'Italia, ma ci vuole un secolo prima che si arrivi a qualcosa di concreto. Nel 68 l'ANAS e le FS bandiscono un concorso internazionale di idee. C'è chi propone il ponte isola, chi il ponte subacqueo e chi vari tipi di ponte sospeso.

Il risultato è una legge che nel 71 decide che il Ponte è di interesse nazionale, ma poi non succede più niente. Nel frattempo i principali gruppi privati, Fiat in testa, finanziano ricerche per l'attraversamento, che in seguito venderanno alla società pubblica.
E' il 1981 quando nasce la Stretto di Messina S.p.A. , concessionaria di Stato, con azionisti l'IRI al 51%, ANAS, FS e le due regioni Sicilia e Calabria.
La Società dimostra che il ponte è fattibile e nel 1985 con il Governo Craxi può partire l'operazione ponte.
Ma si deve ancora decidere quale ponte. C'è l'ENI infatti che sponsorizza il cosiddetto ponte di Archimede, cioè un tubo sommerso trattenuto con dei tiranti al fondo del mare. Ma il tubo dell' ENI verrà eliminato , non senza polemiche, e passa definitivamente il principio del ponte sospeso a campata unica.

Poi anni di studi, calcoli e prove finché a dicembre 1992 il presidente Calarco consegna il progetto di massima del ponte sullo Stretto.
Da allora passeranno altri dieci anni di controlli, esami e discussioni e arriviamo ai giorni nostri: alla guida della Stretto di Messina il giornalista Calarco, direttore della Gazzetta del Sud, viene sostituito dal tecnico Zamberletti, che è anche presidente dell'Istituto Grandi infrastrutture, un ente che raggruppa i grandi costruttori di opere pubbliche. Il governo Berlusconi inserisce il Ponte tra le opere strategiche, quelle da realizzare con procedura accelerata

SILVIO BERLUSCONI, presidente del Consiglio
"Questa volta si fa!"

AUTRICE
E ora, quando si parte?

AURELIO MISITI, presidente Consiglio superiore Lavori Pubblici
"Si è già partiti, cioè noi siamo durante la fase di costruzione. Perché un'opera di questo tipo, un'opera pubblica, si costruisce quando si comincia a fare il progetto preliminare. Poi si fa il progetto definitivo, poi si fa il progetto esecutivo, poi si appalta e si apre il cantiere. Noi siamo in mezzo tra il preliminare e il definitivo, quindi già la fase costruttiva è cominciata".

AUTORE: Quando verrà posata la prima pietra del ponte?

PIETRO CIUCCI, amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
"La prima pietra del ponte, anche se forse non sarà materialmente una prima pietra, è prevista per l'inizio del 2005".

RESIDENTE 6 Torre Faro
"Che se la tirino in testa loro la prima pietra".

AUTRICE
E quando sarà possibile passarci sopra, sul Ponte?

AURELIO MISITI, presidente Consiglio superiore Lavori Pubblici
"Intorno al 2010 dovrebbe essere l'inaugurazione"

PIETRO CIUCCI, amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
"Noi crediamo allo stato attuale che siano necessari 5 o 6 anni di lavori e quindi siamo al 2011".

RESIDENTE 7 Torre Faro
"Dieci anni per incominciare, minimo ce ne vogliono 20 di anni! Perché quando fa quel vento lì non possono mica lavorare".

AUTORE: "Cosa si aspetta dal ponte?"

RESIDENTE 8 Torre Faro
"Non mi aspetto niente, mi piace come estetica"

AUTORE: "Pensa che sarà bello da vedere?"

RESIDENTE 8 Torre Faro
"Certo!"

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Ma Il ponte è bello... il ponte è bello".

GIUSEPPE SCOPELLITI - sindaco Reggio Calabria
Non so se lei ha avuto modo, ma io sì, di visitare le grandi città laddove esistono queste grandi strutture in tutto il mondo reclamizzate, dal ponte della California al ponte di Brooklyn.

AUTRICE
I grandi ponti nel mondo: Lisbona , Ponte sul fiume Tago, , campata massima 1100 metri, S. Francisco, Golden Gate 1280 metri, Danimarca, Great Belt 1624 metri, Giappone Akashi Kaikyo, 1990 metri.
Saranno piccoli al confronto del Ponte sullo Stretto di Messina: 3300 metri, il più lungo del mondo ad una sola campata, con 12 corsie autostradali e 2 corsie ferroviarie.

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"E' una grande opera. E' una grande opera non solo per l'ingegneria italiana ma per l'ingegneria mondiale. Nel settore dei ponti è la più grande in assoluto".

OSVALDO PIERONI, Università della Calabria
"Corrisponde a 33 campi di calcio messi in fila l'uno dietro l'altro, una cosa assolutamente enorme"

AUTRICE
Le torri del Ponte , si legge sulla brochure, saranno alte quasi come le Twin Towers, circa il doppio di questi tralicci.
I cavi avranno un diametro di quasi un metro e mezzo e ognuno formerà una matassa di 44 mila fili d'acciaio.

FABIO BRANCALEONI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Pensi che la lunghezza del filo necessario, questo filo da mezzo centimetro, la lunghezza complessiva è circa pari a due volte la distanza dalla Terra alla Luna".

AUTRICE
Tutto nel progetto del Ponte sullo Stretto è non meno che ciclopico.

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Domani sarà una delle immagini importanti delle opere realizzate dall'uomo".

ALDO SOTTILARO, operatore turistico
"Mentre noi ancora oggi aspettiamo che questa Calabria diventi la California del Sud recitata da molti governi".

AUTRICE
I cavi che sostengono il ponte sono fissati a terra da due enormi blocchi di ancoraggio, uno in Sicilia che pesa circa 700 mila tonnellate e l'altro in Calabria che pesa 630/650 mila tonnellate.

MICHELE JAMIOLKOWSKI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Enormi. Sono approfonditi nel terreno per circa 55/60 metri al di sotto del piano campagna".

AUTRICE
Andiamo a vedere che tipo di impatti può avere questo gigante: cominciamo dal versante siciliano
Qui siamo sul versante messinese e siamo esattamente dove si troverà una delle due torri del ponte. La prima, questa qui, verrà proprio tra questo motel e questo gruppo di case. La seconda, una cinquantina di metri più giù.

Appena fuori dal Ponte ci si immette su un primo viadotto lungo 800 metri, che passa in mezzo ai due laghi di Ganzirri.
I Monti Peloritani in Sicilia dovranno accogliere 12 km di raccordi autostradali, di cui 7,5 km in galleria e 2,5 su viadotto. Inoltre per i treni hanno previsto 15 km di nuove linee per raccordarsi con la nuova stazione di Messina, che saranno tutti in galleria.

E' ovvio che per far posto a tutto questo un po' di gente dovrà sloggiare.

AUTRICE: "Ve ne dovrete andare?"

LETTERIA LONGO, residente complesso Cariddi
"Noi ce ne dovremo andare. Alcuni praticamente cominciano a dire che potremmo essere risarciti bene, ma tutto questo non mi alletta".

AUTRICE
Sarà difficile per un residente opporsi agli espropri perché il Ponte è stato dichiarato prioritario dalla legge Obiettivo.

ANTONINO CALARCO - presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"Non c'è nessuna possibilità, perché nel momento il cui il Governo, anzi più che il Governo, il Parlamento (perché stiamo attenti, è oggi il Parlamento con la Legge Obiettivo) ...decide che quella è un'opera strategica, cadono tutte le leggi vigenti in questo paese nate per ostacolare lo sviluppo del paese stesso".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
La legge obiettivo smantella la vecchia legge Merloni, che aveva tentato di rimettere in ordine il settore dei lavori pubblici travolto dagli scandali.
Cosa dice la legge obiettivo? Che quando il parlamento ha deciso di costruire una certa cosa, l'ente locale non può più dire no, questo viadotto, questa galleria, questa tratta ferroviaria non passa di qui perché prosciuga una sorgente o rende la vita invivibile, ma se proprio la vuoi far passare allora in cambio tu Stato mi devi costruire la scuola nuova, il campo di calcio, e via discorrendo. Richieste a volte giuste a volte no e che facevano aumentare i costi e i tempi. Questa legge adesso è passata all'estremo opposto. Le decisioni del governo non si discutono più. E allora andiamo a vedere dove passera' questo ponte.

AUTRICE
A Ganzirri il viadotto del Ponte passa nella zona di comunicazione tra i due laghi da poco costituiti in riserva naturale. Si teme per la sorte dell'area interessata dagli scavi.

PIETRO PICCIONE, comitato laguna di Capo Peloro
"Nessuno più verrà qui e utilizzerà le zone di balneazione di questa zona, che sono l'unica attrattiva turistica oltre ai laghi"

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"I laghetti sono salvi e si salveranno, e sarebbe pazzesco toccare i laghetti".

PIETRO PICCIONE, comitato laguna di Capo Peloro
"Intanto l'economia locale verrà distrutta definitivamente e poi probabilmente tra 10/20 anni, se sarà realizzato questo ponte, come dice qualcuno, avremo un ritorno economico. Io non ho mai visto una crescita economica in posti che sono situati sotto i ponti".

AUTRICE
I futuri scavi destano preoccupazioni anche per Messina. Come si salvaguardano gli edifici storici della città, visto che ci passerà sotto il tunnel ferroviario?


GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Non si scava sotto Messina"

D - "Quindi non ci sarà un tunnel sotto Messina...."

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Sotto Messina, no".

AUTRICE
Eppure del tunnel sotto Messina se ne parla nella brochure che ci ha dato la società stessa, e si dice appunto che attraversa gran parte della città.
E le case da espropriare in Calabria quante saranno?
Da questa simulazione che è ufficiale vediamo che sul versante calabro le case interessate dall'impatto del ponte sono molto poche.

Mentre al sindaco di Villa S. Giovanni risulta che le case da espropriare saranno tantissime

ROCCO CASSONE, sindaco Villa S. Giovanni
"Sicuramente ci saranno decine per non dire centinaia di abitazioni che cadranno, che fine faranno queste persone? Queste sono le preoccupazioni pratiche..."

AUTRICE: "Ve l'hanno detto a voi?"

ROCCO CASSONE, sindaco Villa S. Giovanni
"Ci hanno detto che loro faranno cadere meno abitazioni possibile, ma quali saranno, quante saranno, ad oggi non si sa".

AUTRICE
Tutto questo in una regione, la Calabria, dove il dissesto idrogeologico è una piaga. Non sono un caso le frane che si sono abbattute sul campeggio di Soverato e sul treno che passava per Scilla.
E' sotto questo genere di terreno che si dovranno scavare 20 km di gallerie ferroviarie, 6 di gallerie autostradali e le fondazioni per 2 km e mezzo di viadotti.

ALBERTO ZIPARO, urbanista, Università di Firenze
"Col ponte succederebbe che andrebbe tutto in collasso, in crisi irreversibile. L'unico futuro possibile per queste situazioni è renderle completamente artificiali, scassando molto di quello che c'è alle nostre spalle. Cioè rendere un sistema che è stabile solo nelle sue parti di cemento armato, e tutto il resto diventa un orpello che piano si dissesta, si degrada e tende a sparire".

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina spa
" Guardi, sul problema dell'impatto ambientale cercheremo, anche nel dialogo con le amministrazioni locali , di arrivare alla più attenta preservazione dell'ambiente naturale il più possibile".

EMILIO DE DOMENICO, oceanografo Università di Messina
"Questa sabbia che viene scavata, una parte finirà in mare. Allora finendo in mare sarà trasportata dalle correnti e andrà a coprire tutte quelle zone che sono attualmente popolate da organismi di grande pregio e determinerà il soffocamento di questi organismi".

AUTRICE
Riassumiamo, pesci soffocati, colline cementificate, laghi prosciugati: sarà il prezzo da pagare per il Ponte oppure tutto questo si può evitare?

PIETRO CIUCCI, amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
"E' quello su cui stiamo in questo momento particolarmente concentrando gli sforzi della Società: una rivisitazione in particolare dei raccordi a terra, sia in Calabria sia in Sicilia, volta principalmente a ridurre l'impatto sul territorio".

AUTRICE
Ma se gli impatti ambientali la Società li sta definendo solo adesso, viene da chiedersi in base a quali studi è stato dato il via libera al ponte? La risposta è : in base a un vecchio studio del '92.

ALBERTO ZIPARO, urbanista Università di Firenze
"Lo studio di impatto ambientale era fatto malissimo. Infatti bastarono le osservazioni fatte sia pure in un mese di lavoro, quindi in tempi strettissimi, da un gruppo di esperti che questo studio venne precipitosamente ritirato. Peraltro, se facessero uno studio di impatto ambientale come si deve, già boccerebbero il ponte in quella fase".

AUTRICE
Quindi uno studio di impatto ambientale valido ancora non c'è. E tuttavia si è già deciso che il ponte si farà. E' come dire che non è il Ponte che deve adattarsi all'ambiente, ma è l'ambiente che dovrà adattarsi al Ponte.
Fatto sta che la legge obiettivo ha blindato le opere strategiche, tra cui il Ponte.
Gli enti locali non potranno opporsi singolarmente e dovranno dare la loro autorizzazione.

RESIDENTE 1 Ganzirri
"Spero che se sia fatto crei un po' di lavoro in più e meno disoccupazione".

RESIDENTE 2 Ganzirri
"Io penso che all'inizio quando il ponte si farà il lavoro ci sarà, però i signori si porteranno quelli di su per lavorare, non quelli di qua. Qua noi abbiamo solo disagi".

ROCCO CASSONE, sindaco Villa S. Giovanni
"Noi stiamo in questi giorni a Villa S. Giovanni ricevendo delle pressioni da parte dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di una specie di referendum popolare pro o contro il ponte".

AUTRICE: "Sì, ma non cambia niente, il ponte si fa lo stesso".

ROCCO CASSONE, sindaco Villa S. Giovanni
"In linea teorica. Poi la teoria spesso differisce dalla pratica, glielo assicuro".

AUTRICE
D'altra parte con questa legge si vorrebbero garantire tempi certi e costi certi nella costruzione delle opere pubbliche

PIETRO CIUCCI, amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
"La Legge Obiettivo prevede delle procedure di approvazione con dei tempi massimi fissati in 6 mesi".

FORTUNATO SINDONI, cantastorie
"....'Ndrangheta e mafia sunnu com'ariddi, ne' vidi nuddu ma cantanu 'e vaddi"
( 'Ndrangeta e mafia sono come grilli: non li vede nessuno, ma cantano nelle valli")

AUTRICE: "Voi sapete già ora che si sta muovendo la 'ndrangheta per accaparrarsi dei lavori per il ponte?"

RESIDENTE
"Sì, sì. Soprattutto sul terreno dove dovranno passare queste opere. Per esempio nella zona del pilone dalla parte calabrese corre voce che ci sia una multinazionale a maggioranza di capitale belga che intende acquisire per centinaia di miliardi di vecchie lire tutta l'area. Si parla già di un eliporto e di strutture alberghiere e di ristoro da realizzare".

AUTORE: "Però niente che al momento si possa dare per certo".

RESIDENTE
"No, nessuna cosa, però la storia racconta che tutte le volte che qui si è fatto qualcosa di grosso, la mafia ci ha sempre messo le mani. Perché chi sbanca terreni, chi muove terra dalle nostre parti sono solo ed esclusivamente loro".

AUTRICE
Sui lavori per il ponte il governo Amato fece fare una valutazione d'impatto criminale. Su 10000 miliardi di vecchie lire la mafia se ne potrebbe incamerare 4000. In Calabria si scaverà per oltre 4 milioni di metri cubi , in un posto dove le imprese mafiose sono specializzate proprio nel movimento terra, e contano un esercito dai 7 ai 10000 affiliati.
A Messina la mafia ha il colletto bianco, è mediatrice ed affarista. Sedici o venti cosche si danno da fare per stabilire alleanze con strati alti della società locale.
Viene da chiedersi, ma quando l'anno scorso il ministro Lunardi disse che con la mafia bisogna convivere, pensava forse al ponte?

CARLO VIZZINI, commissione Antimafia
"Quella fu una gaffe. Probabilmente il ministro Lunardi voleva dire che non si può fermare lo sviluppo in attesa che venga sconfitta la mafia".

NICHI VENDOLA, commissione Antimafia
"I magistrati delle procure competenti ci hanno già segnalato i movimenti di interesse soprattutto delle organizzazioni 'ndranghetiste in tutta l'area dello Stretto. Loro sono bravissimi ad inserirsi soprattutto nei subappalti".

AUTRICE
Come pensano di impedire alla criminalità organizzata di mettere il cappello sull'affare Ponte?

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Una buona attività di monitoraggio riesce a controllare, una buona attività di monitoraggio riesce a controllare, certo...".

AUTRICE: "Quindi collaborazione anche con le procure, in sostanza."

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Certo".

AUTRICE
Una domanda che non vorremmo mai porci è quella del come fronteggiare il rischio attentati, una realtà con cui oggi purtroppo bisogna fare i conti.

immagini repertorio dal TG 1 del 2 novembre 2001
"L'America vive la fase della paura e del rischio sulla propria pelle. Obiettivo dei terroristi sarebbero ora i ponti della California. Eccone uno: il Golden Gate Bridge".

AUTORE: "Qualche tempo fa era venuto fuori un rapporto dell'autorità militare che diceva che era un obiettivo sensibile il ponte?"

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Dunque, il ponte è il meno sensibile degli obiettivi che si possa immaginare. I tunnel, le gallerie sono sensibili".

immagini repertorio dal TG 1 del 2 novembre 2001
"A lanciare l'allarme è stato il governatore della California, Gray Davis. "Tra oggi e mercoledì prossimo - dichiara in pubblico - cercheranno di far saltare i nostri ponti nelle ore di punta".

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Sul ponte, come su un'autostrada, ha meno effetto un attentato che non in un luogo chiuso".


IN STUDIO MILENA GABANELLI
Evidentemente il Governatore della California e il presidente Zamberletti hanno informazioni diverse. L'acqua. Per fare il cemento deve essere di buona qualità, e per costruire il ponte ce ne vorrà molta, ma i bene informati dicono che i
lavori non saranno per questo rallentati, perché verranno installati i dissalatori. Se le esigenze dei siciliani godessero delle stesse attenzioni riservate al ponte, saremmo già un passo avanti. Quello che adesso vi mostriamo non e' Africa, ma Italia, vale a dire la settima potenza industriale del mondo.

AUTRICE
Gela. Qui la gente oltre a respirare l'aria del petrolchimico, deve bere l'acqua del dissalatore. Chi può scappa alla fontana.

RESIDENTE 1 GELA
"Ci sono quelli del suo paese che fanno 24 km per venire qui a prendere l'acqua per bere perché hanno l'acqua del dissalatore, che alle volte esce color ruggine".

RESIDENTE 2 GELA
"Io sono di Gela e sono 39 anni che sono all'estero e una porcheria di questo genere non l'ho vista mai, lo può dire così lo dice in televisione"

AUTORE: "Ce ne avete abbastanza di acqua?"

RESIDENTE 1 GELA
"Ma quale abbastanza. Viene due ore ogni due giorni, la mattina un'ora e mezza e poi finisce. Pazienza, che vuoi fa'".

AUTRICE
Enna, piana del Dittàino, luglio 2002. Di questa stagione le spighe dovrebbero essere alte un metro e venti.

ALESSANDRO COSTA, confederazione italiana agricoltori
"Sono completamente vuote".

E questi non sono solo gli effetti della siccità..

ALESSANDRO COSTA, confederazione italiana agricoltori
"Ormai il tipo di grano che noi seminiamo è in tutto il mondo lo stesso perché le multinazionali ci propinano questo tipo di grano che noi obbligatoriamente dobbiamo seminare per avere diritto ai contributi della Comunità economica europea. Questo tipo di grano può crescere in tutto il mondo se c'è una piovosità ordinaria, una piovosità normale. Quando c'è una piovosità scarsa questo tipo di grano non cresce. Quindi i danni della globalizzazione noi li viviamo personalmente sulla nostra pelle".

AUTRICE
Fino a qualche anno fa qui si seminava il grano indigeno Duilio o Capeliti che cresceva anche in condizioni di scarsa piovosità.
E poi ci sono 80mila bovini e 180mila tra capre e pecore a cui non si sa più come dar da bere .

NUNZIO PECORINO, agricoltore
"Per poter dare l'acqua a quelle mucche bisogna pagarla 4mila lire al metro cubo. E non c'è nemmeno tutti i giorni".

AUTRICE
Sta morendo il doppio del bestiame che muore di solito. Abbattere una vacca debilitata costerebbe un paio di milioni. Quindi le vacche si perdono da sole oppure qualcuno se ne disfa di nascosto in questa specie di cimitero.

ALESSANDRO COSTA, confederazione italiana agricoltori
"Qua ce n'è una, là sotto ce n'è un'altra, e in mezzo a queste macchie ce ne saranno tante altre".

AUTRICE
Chi può permetterselo, disseta i suoi animali con l'acqua delle autobotti private.

RAFFAELE SARDA, associazione regionale allevatori
"C'è lo sperpero diciamo e il ricatto da parte di coloro che hanno le autobotti che vanno dalle 4mila alle 6mila alle 12mila lire al metro cubo di acqua per l'abbeveraggio".

ALESSANDRO COSTA, confederazione italiana agricoltori
"Il problema che abbiamo in Sicilia è mettere tubi. Mettere 5000, 6000 miliardi di tubi, dopodiché che i Siciliani continuino a soffrire la sete è un problema che non interessa la nostra classe politica".

AUTRICE
La questione dell'emergenza idrica in Sicilia è così intricata che per sbrogliare la matassa hanno dovuto ricorrere a un ex comandante generale dei carabinieri. E così l'anno scorso il generale Jucci, commissario straordinario per l'emergenza idrica, facendosi tre ore di elicottero al giorno è riuscito a dimostrare che in Sicilia l'acqua c'è.

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"Non ho no dubbi, e credo di averlo anche dimostrato. Ci sono due provincie che potrebbero navigare nell'acqua potabile e invece ne hanno poca".

AUTRICE: "Quali sono?"
ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"Caltanissetta ed Enna".

AUTORE: "Potrebbero avere tanta acqua?"

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"Quanta ne vogliono"

AUTRICE
Con una condotta adeguata e se risanassero la diga di Ancipa, che potrebbe invasare 28 milioni di metri cubi d'acqua mentre invece è autorizzata per 11, che l'ENEL avrebbe dovuto svasare.

D - E come mai fino adesso la diga non era stata risanata?

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"Non è stato fatto quello che il Consiglio superiore dei Lavori pubblici aveva richiesto sin dal 1987".

AUTORE: "A chi?"

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"L'aveva richiesto all'ente gestore. Però l'ente gestore riteneva che lo dovesse fare la Regione. Quindi c'è stato un palleggiamento di chi doveva spendere..."

AUTORE: "E nessuno ha messo a posto la diga".

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"Cosa che è stata definita alcuni mesi fa perché io ho fatto un'ingiunzione all'ENEL che avrebbe dovuto fare il bando di gara in 60 giorni e relativi lavori, se non l'avesse fatto avrei requisito la diga. Per la condotta ho provveduto io".

AUTRICE
La diga di Blufi è partita 13 anni fa che doveva costare 180 miliardi, ma finirà per costare quasi il doppio anche perché il materiale verrà prelevato da cave molto lontane dalla diga, e mentre i costi lievitano, enti e imprese discutono e intanto gli impianti vanno in malora.

Intanto a Palermo, luglio 2002, c'è chi ha l'acqua tutti i giorni, chi ogni 2 giorni e chi ogni 3 giorni.
Sono costretti a mangiare sempre nei piatti di carta .

CARMELO PRESTIPINO, residente via Albricci
"Qui mettiamo un contenitore dove mettiamo l'acqua calda e questi boccali li utilizziamo per fare la doccia. Torniamo ai tempi del Gattopardo."

AUTRICE: "E per la lavatrice come fa?"

RESIDENTE via Albricci
"Si fa a tappe!".

AUTRICE
Ma a Palermo se manca l'acqua si può sempre comprarla dalle autobotti dei privati

CARMELO PRESTIPINO, residente via Albricci
"Chi ci forniva normalmente è stato arrestato e quindi il privato non ci dà più questa possibilità".

SALVATORE GRIMAUDO, autobottista
(al telefono) "Prego, arrivederci".

AUTORE: "Era un cliente?"

SALVATORE GRIMAUDO, autobottista
"Sì, era un cliente. Ancora non so se è una piscina o una cisterna. E noi stiamo andando a consegnare quest'acqua là".

AUTRICE
Mentre in città c'è chi non ha l'acqua per lavarsi, altri ci nuotano dentro. Infatti questo autobottista ha comprato l'acqua dal Comune e adesso la sta consegnando ad un signore che si riempirà la sua piscina, dietro a questo muro.
Ed è tutto regolarmente autorizzato, ci aveva pensato qualche anno fa il sindaco Orlando..

SALVATORE GRIMAUDO, autobottista
"Noi siamo regolari al mille per mille. Io che faccio questo lavoro è la bellezza di trent'anni".

AUTORE: "Quindi voi la rivendete a 75 euro."

SALVATORE GRIMAUDO, autobottista
"Esatto".

AUTORE: "E l'avete comprata a?"

SALVATORE GRIMAUDO, autobottista
"21 euro, 22 euro".

AUTRICE
Quindi comprare l'acqua dai privati costa tre volte tanto. La puntualità si paga e non è colpa della siccità.

SALVATORE GRIMAUDO, autobottista
"Ma noi per dire sempre la verità, o d'estate o d'inverno, lavoriamo sempre, o manca l'acqua o non manca. Perché i clienti ce li abbiamo sempre perché nei palazzi non ci arriva tanta acqua a soddisfare, quindi chiamano, e chiamano i privati. Quindi per tramite di disgrazia lavoriamo noi. Per tramite di disgrazia si campa".

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"Per tutta la Sicilia è soltanto una questione di gestione, di manutenzione ordinaria e straordinaria, di schemi e di condotte comunali aggiornati".

AUTORE: "Cioè l'acqua per i palermitani c'è o non c'è?"

ROBERTO JUCCI, commissario emergenza idrica Sicilia 2001
"L'acqua per i palermitani c'è. Ho fatto fare tutti gli interventi , e sono tanti, perché la diga Rosamarina possa essere utilizzata. Quando sarà finita questa condotta, Palermo avrà 15 milioni di metri cubi di acqua".

AUTRICE
Infatti proprio alle porte di Palermo c'è questa distesa di acqua inutilizzata che è l'invaso di Rosamarina.
I lavori per la condotta stanno per essere ultimati.

DARIO ALLEGRA, presidente Azienda municipalizzata acqua Palermo
"E' una delle iniziative che questa amministrazione sta portando avanti celermente".

AUTORE: "E perché non è stato fatto prima?"

DARIO ALLEGRA, presidente Azienda municipalizzata acqua Palermo
"Purtroppo per tanti anni, non ha credo qui importanza andare alla ricerca delle responsabilità che comunque riguardano in ogni caso altre amministrazioni, del perché questo non sia stato fatto".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
E perché non dovrebbe essere importante andare alla ricerca delle responsabilità?
O quantomeno tentarci, con qualche nome e cognome e risalendo all'indietro.
Nel 1989 L'assessore regionale Salvatore Sciangula promette che entro un anno la diga che darà acqua a Palermo sarà ultimata

Immagini repertorio da TG2 8 luglio 1989
LILLI GRUBER: "Perché questi grandi invasi che sono stati costruiti poi non funzionano?"

SALVATORE SCIANGULA, assessore regionale Lavori Pubblici , 1989
"Le faccio un esempio: entro il dicembre del 1990 sarà completata la diga Rosamarina sul S. Leonardo che invaserà 80 milioni di metri cubi d'acqua e la città di Palermo potrà avere già da lì 1500 litri al secondo".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Promessa non mantenuta: sono passati 13 anni e la diga Rosamarina non e' ancora finita. E visto che si dice che la siccità di quest'anno è un fatto assolutamente eccezionale, andiamo più indietro, nel 1982, il presidente dell'azienda municipalizzata dell'acqua di Palermo spera che piova.

Immagini repertorio da TG1 9 febbraio 1982
VINCENZO ZANGHI, presidente acquedotto municipale Palermo , 1982
"Il rimedio principe in questi casi quando manca l'acqua è sempre la pioggia".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Torniamo ancora più indietro, anche nel 1968 non pioveva.

Immagini repertorio da "Faccia a faccia" 31 ottobre 1968
OSPITE IN STUDIO: "Ma è 20 anni che io a Palermo vedo mancare l'acqua. Vent'anni consecutivamente".

GIOVANNI COTTONE, direttore EAS, Ente acquedotti siciliani
"Ci sono provvedimenti in corso per far fronte a queste esigenze, ma provvedimenti che hanno bisogno di tempi di attuazione sia tecnici che amministrativi di una certa durata".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Nel 1969 a Palermo si facevano già i blocchi per le strade.

immagini repertorio da "TV 7" 11 luglio 1969
SIGNORA: "Vogliamo l'acqua, siamo senza acqua nelle case, vogliamo l'acqua che non ne possiamo più".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Nel 1983 il presidente della Cassa per il Mezzogiorno Massimo Perotti dice che il problema non dipende solo da loro.

immagini repertorio da TG2 Dossier 1 luglio 1983
MASSIMO PEROTTI, presidente Cassa per il Mezzogiorno, 1982
"Per le reti degli acquedotti noi ci fermiamo all'adduzione esterna, per cui oggi le reti delle città, delle grandi città perdono il 40% di acqua e non si interviene per recuperare questa preziosissima disponibilità idrica".

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Nel 1986 un fiume di denaro da 30 mila miliardi inonda la Sicilia. Il presidente della Regione Rino Nicolosi lancia un piano di costruzione di grandi dighe. E promette che la crisi sarà risolta nel giro di un anno.

repertorio archivio sede Rai di Palermo
RINO NICOLOSI, presidente Regione Sicilia, 1989
"Si risponde con una manovra combinata che vede per un verso proseguire le grandi opere infrastrutturali che dovrebbero risolvere a regime, a partire appunto dalla prossima annata, l'approvvigionamento idropotabile della Sicilia oltre che dei punti di maggiore crisi".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
L'acqua pero' continua a non arrivare, tre anni dopo il ministro dell'agricoltura Calogero Mannino propone di bombardare le nuvole che transitano sulla Sicilia, come fanno in Israele.

Immagini di repertorio da TG1 22 gennaio 1989
CALOGERO MANNINO, ministro dell'Agricoltura, 1989
"Abbiamo iniziato le procedure per praticare questa esperienza anche in Italia, ma tutta la premessa, voglio semplificare ogni ragionamento, è che ci siano delle nuvolette in cielo. Bombardandole con lo ioduro d'argento è possibile agevolare la pioggia".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Nel '91 il ministro Gianni Prandini tenta di ridurre il numero degli enti che si occupano di gestione dell'acqua. Il risultato è che a tutt'oggi in Sicilia gli enti continuano ad essere più di 400.
Ma torniamo al 1995. Già allora i Sindaci siciliani denunciavano i furti d'acqua e i buchi nella rete idrica. Nessuno fa niente.

Immagini di repertorio da TG3 del 13 agosto 1995
SINDACO PALMA DI MONTECHIARO: "Io chiedo da due mesi al prefetto di mobilitare l'esercito per fare vigilanza lungo l'acquedotto, e adesso chiedo da tanto tempo che questi interventi di riparazione si facciano con procedura d'urgenza".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
E si arriva al 2002. Dopo 50 anni di emergenza acqua, il presidente della Regione Salvatore Cuffaro annuncia l'ennesimo stato d'emergenza.

Immagini repertorio da puntata programma "Sciuscià" del 16 luglio 2002
SALVATORE CUFFARO, presidente Giunta Sicilia:
"I cinque anni precedenti al governo nazionale ha amministrato il centrosinistra, quindi chi non ha programmato è il governo di centrosinistra. Noi scontiamo un'emergenza, ora, e stiamo programmando. Fra cinque anni chi governerà, se governerà ancora in emergenza sarà colpa nostra".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
E allora andiamo a sentire uno che ha governato nei cinque anni del centrosinistra.

AUTORE: "Qui praticamente tutti dicono che è colpa di quelli che sono venuti prima. Lei è uno di quelli che sono venuti prima. Si sente chiamato in causa?"

PAOLO COSTA, ministro Lavori Pubblici governo Prodi
"Ma...sì, io posso dire che nei due anni in cui me ne sono occupato avevamo la possibilità di finanziare con soldi europei, quasi 4mila miliardi di lire del tempo, per interventi idrici. Li abbiamo fatti tutti, con un'idea molto semplice: anziché fare grandi dighe che non riuscivamo a fare, nel fare acquedotti in tutti, in tanti comuni della Sicilia e del resto del Mezzogiorno".

IN STUDIO MILENA GABANELLI
Effettivamente gli acquedotti ci sono, ma e' l'acqua che manca, e per quella che viene giù dal rubinetto è competente il ministero dell'Ambiente. Giorgio Ruffolo è stato ministro dell'ambiente con il sesto governo Fanfani, il primo governo Goria, il primo governo De Mita, il sesto e il settimo governo Andreotti. Forse potrebbe spiegarci questo enigma siciliano, ma non accetta l'intervista.
Non l'accetta neanche il presidente della Regione Cuffaro. Peccato perché sulle responsabilità della crisi lui dovrebbe essere bene informato, visto che è al governo dal 1996, come assessore all'Agricoltura di due presidenze di centrosinistra e di due del centrodestra.
Torniamo al ponte sullo stretto, che, si dice, porterà turisti. Immaginiamo che anche loro, come i siciliani vorranno bere e lavarsi, e in questo il ponte non aiuta.
Se pero' e' assolutamente da fare si faccia, dimostrando che serve ed e' giusto che sia tra le opere prioritarie,…visto che costerà un sacco di soldi.
E allora partiamo dall'informazione istituzionale, quella divulgata dalla Stretto di Messina S.p.A., dove si spiega appunto, l'utilità del ponte.

DAL VIDEO : "IL PONTE SULLO STRETTO", Stretto di Messina S.p.A.
"Il ponte ha una grande valenza trasportistica e socioeconomica. E' un'opera quindi estremamente utile, ma anche capace di autofinanziarsi. (....) E puntuali sono tornate le polemiche sull'opportunità di realizzare un'opera che pure, dal punto di vista tecnologico, porrebbe il nostro paese all'avanguardia".

AUTRICE
Bisogna dire che la Stretto di Messina S.p.A. non ha neanche avuto bisogno di pagarsi un video istituzionale, perché l'ha trovato già pronto. Quello che abbiamo visto sono due brevi estratti dai servizi di TV 7 e Superquark. E' bastato incollarli e metterci il marchietto.
Se però si va a Sicilia a chiedere quanto è utile il ponte, il quadro cambia.

RESIDENTE 1 Torre Faro
"Ci sono ancora cose più importanti da realizzare "a". E "b", l'isola è bellissima così , il trasporto su nave funziona perfettamente, i Siciliani non ne hanno bisogno, i Calabresi credo nemmeno e quindi lasciamola così com'è".

AUTRICE
C'è invece chi apprezza il fatto di non dover dipendere dai capricci del maltempo

RESIDENTE 2 Torre Faro
"Con il ponte diciamo si transita regolarmente, non esistono problemi. Non solo, e non passi attraverso la città. Non blocchi una città, perché quello va a finire sulla strada che porta verso Palermo, verso Catania".

AUTRICE
A Messina città il traffico di 4 milioni di TIR all'anno ha fatto dichiarare lo stato d'emergenza. Con il ponte niente più buche per la strada e niente più code ai traghetti. ...Ma queste code di ore, poi, ci sono ancora? Chiediamolo a un addetto.

ADDETTO TRAGHETTI
"Quelle code che c'erano una volta, quelle code, quelle lunghe file, non esistono più".

AUTRICE
Le code di una volta non ci sono più tranne nei giorni di esodo. Infatti qui stiamo aspettando all'imbarco di Villa S. Giovanni ma è solo perché c'è un camion incastrato nella curva che non riesce a uscire. E il mio collega che è romagnolo perde la pazienza.

VOCE fuori campo PAOLO SANTOLINI
"E allora, lì un geometra di Bagnarola, prima di Cesenatico, capisce che se dai una segata dove ci sono i cassonetti, allarghi la strada. Questo poveretto come fa a venire fuori".

AUTRICE
Stessa storia alla barriera: si perde tempo perché ci sono quelli che fanno il biglietto lì invece di farlo alla biglietteria che sta più indietro. Infatti passata la barriera la coda non c'è più.

Fatto sta che alle 12:25 arriva il traghetto , nel giro di 6 minuti ci imbarchiamo, alle 12:43 salpiamo , alle 13:04 sbarchiamo a Messina. La traversata è durata 21 minuti.

Con il Ponte ci vorranno solo 3-4 minuti per andar di là, per cui tutti credono che il ponte sarà costruito per far risparmiare tempo alle auto e ai camion. Invece non è così.

MARCO PONTI, economista Politecnico di Milano
"Anche nell'ipotesi più elevata, il traffico su gomma occupa una quota ridotta della capacità disponibile, un terzo circa nell'ipotesi più ottimistica. E quindi il ponte non ha grandi impatti trasportistici".

AUTRICE
Ma se si prevede che non passeranno tante macchine, perché fanno 12 corsie?

FABIO BRANCALEONI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Un ponte così grande porta soprattutto se stesso, è molto più pesante dei veicoli che ci passano sopra, dei treni che ci passano sopra e delle altre azioni ambientali come anche l'azione del vento".

AUTRICE
Le auto e i camion che prenderanno il ponte non sono sufficienti a giustificarlo. Gli abitanti di Reggio Calabria e Messina per esempio per attraversare lo Stretto via ponte devono fare un giro troppo lungo.

AUTRICE: Voi avete calcolato quanto si impiegherà ad andare da Messina a Reggio?

GIUSEPPE SCOPELLITI - sindaco Reggio Calabria
"Non sono documentato sotto questo aspetto…"

SALVATORE LEONARDI, sindaco Messina
"Non c'è dubbio, nelle relazioni tra le due città, Messina e Reggio, non porterà benefici, anzi allungherebbe le distanze".

AUTRICE
Sulle lunghe distanze poi tendenzialmente vince l'aereo, che già sta crescendo dell'8% all'anno. Tant'è che gli analisti incaricati dal governo hanno stimato che su 100000 veicoli al giorno che può portare il ponte, nel 2032 ne passeranno solo 18500, cioè un quinto della sua potenzialità. E' come dire che per il traffico viario non c'è bisogno del ponte.

ANTONINO CALARCO, presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"Se fosse soltanto viario sarei il primo a dire non c'è bisogno del ponte. Ma tra 20 anni.... perché questa è una grande opera che influenzerà e rivoluzionerà il sistema ferroviario italiano".

AUTORE: "Quindi questa è la maggiore utilità del ponte".

ANTONINO CALARCO, presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"Certo, e lo dobbiamo guardare in un'ottica europea, e non guardare il ponte come un'infrastruttura che deve unire Messina a Villa S. Giovanni e alla Calabria, questo è riduttivo ed è ridicolo".

AUTRICE
Rimane sempre la domanda, ma perché 12 corsie?

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"Non dimentichiamo che tra i grandi ponti nel mondo questo è il primo grande ponte ferroviario. Tutti gli altri grandi ponti nel mondo sono ponti esclusivamente stradali".

AUTRICE
Volendo essere precisi anche il ponte sul Bisanseto, in Giappone, è un ponte ferroviario.
Fatto sta che le Ferrovie erano contrarie ad estendere la linea ad alta velocità sotto Napoli perché non ci sarebbero abbastanza passeggeri e poche merci.

SEBASTIANO PINO, comandante nave traghetto RFI
"Nell'ultimo anno, guardi, questo è un dato ufficiale che ci ha fornito la società, c'è stato un calo del 20% rispetto al 2000, nel 2001, di merci in meno, di numero di carri in meno che attraversano lo Stretto di Messina. E questo calo è un trend che dura da almeno dieci anni, quindici anni".

AUTRICE
Allora, verrà costruito un ponte che ha come maggiore utilità proprio quella di far passare i treni, e i treni in questa zona d'Italia sono in calo da 15 anni.

GIUSEPPE ZAMBERLETTI, presidente Stretto di Messina S.p.A.
"In realtà, proprio il ponte può creare le condizioni per un aumento della domanda nella modalità ferroviaria".

AUTRICE
Ma per trasportare cosa? Visto che siamo in Sicilia, stiamo parlando di ortofrutta. Qui per esempio siamo nel ragusano . Per le primizie è il primo mercato d'Europa e oggi vanno via tutte in camion.

AUTRICE: "Qual è il problema a spedire queste primizie con i Tir?"

GIOMBATTISTA GIRIGNOTTA, confederazione italiana agricoltori
"Il problema con i Tir è che siamo abbastanza lontani con i mercati europei e con i mercati nazionali, perché per arrivare un chilo di prodotto a Milano e Torino ci vogliono 48 ore. Cioè praticamente è una cosa impossibile, però purtroppo non abbiamo alternative e ci dobbiamo adattare solo con il gommato".

AUTRICE
Dovendo spedire in camion, i siciliani si fanno battere sul tempo dai produttori di primizie di altri paesi.

GIUSEPPE DI GIACOMO, sindaco Comiso
"Gli africani soprattutto, gli israeliani e i greci arrivano prima nei mercati europei".

AUTRICE: "Perché?"

GIUSEPPE DI GIACOMO, sindaco Comiso
"Perché sono già organizzati con delle tecnologie di trasporto che noi non ci sogniamo".

AUTORE: "Come spediscono loro?"

GIUSEPPE DI GIACOMO, sindaco Comiso
"In aereo".

AUTRICE
In aereo spediscono gli altri, non col treno. E infatti qui nel ragusano hanno deciso di recuperare l'ex base militare di Comiso per farne un grande aeroporto commerciale in modo da far arrivare per esempio il tipico pomodoro Pachino nei più grandi mercati d'Europa in giornata. E questo aeroporto sarà consegnato entro il 2006, cinque anni prima del ponte sullo Stretto.

AUTRICE: "Quindi a voi vi cambia qualcosa il ponte sullo Stretto di Messina o non vi cambia niente?"

GIUSEPPE DI GIACOMO, sindaco Comiso
"No, assolutamente".

AUTRICE
Un altro 10% o 15% dell' ortofrutta siciliano se ne andrà con le autostrade del mare, come la già esistente Messina Salerno.

VINCENZO FRANZA, amministratore delegato Tourist Ferry-Boat
"Questa è una linea nuova che abbiamo avviato da ottobre, che sta cominciando a funzionare abbastanza bene e che scavalcherà il ponte".

AUTRICE
La concorrenza tra le autostrade del mare e il ponte si gioca sul tempo. Prendiamo un camionista che deve portare le arance dalla Sicilia fino a Milano. Con il trasporto stradale impiega circa 24 ore. E con la nave?

GIOVANNI MONTANARI, presidente confederazione italiana armatori
"Invece con la nave gioca a carte, guarda il cinema, balla, fa il bagno..."

AUTORE: "Sì, ma quanto impiega?"

GIOVANNI MONTANARI, presidente confederazione italiana armatori
"Impiega 19 ore per fare Palermo - Genova. Io gliene do altre 6, 3 per arrivare a Palermo e 3 da Genova per arrivare a Milano; quindi da 19 più 6 andiamo a 25 ore. Un'ora in più del trasporto stradale, ma quanto risparmia?"

AUTRICE
La controprova è che le banche e le imprese interpellate dal Ministero per sapere se erano disposte a finanziare il ponte hanno chiesto che lo Stato tenga a bada la concorrenza dei traghetti, per essere sicuri che le macchine prendano il ponte.

AUTRICE
E come si fa invece ad invogliare i trasportatori di ortofrutta a lasciare il camion per il treno?

GIUSEPPE PINNA, ex direttore settore merci FS
"Questi per andare in ferrovia, quella attuale e ancor più quella del ponte, non hanno bisogno del ponte; hanno bisogno di una ferrovia che garantisca treni lunghi, treni controllati dal punto di vista della refrigerazione nella maniera più moderna, alla pari di quanto avviene con i camion. E questa innovazione tecnologica attualmente non c'è".

AUTRICE
Insomma, non è necessario fare il ponte per invogliare gli importatori a utilizzare la ferrovia, basterebbe modernizzare le linee e i treni merci per dimezzare i tempi di traghettamento.

SEBASTIANO PINO, comandante nave traghetto RFI
"I tempi di arrivo a Villa e partenza da Messina si potrebbero ridurre a 40/50 minuti massimo".

GIUSEPPE PINNA, ex direttore settore merci FS
"E' preferibile sistemare le cose che ci sono oggi. Se poi invece mi si dice che come Padre Pio il ponte che si fa a Messina fa aumentare la ricchezza in Sicilia e nel Meridione, io sono un po' laico. Non credo che sia Padre Pio il ponte di Messina".

AUTRICE
Ma senza scomodare padre Pio, un'analisi costi benefici come Dio comanda è stata fatta?

MARCO PONTI, economista Politecnico di Milano
"Io ho un insider al Ministero che mi ha detto che c'è stata una fiera polemica al Ministero se scrivere "analisi costi benefici" oppure no. La decisione è stata no, di non scriverla".

AUTORE: "E perché no?"

MARCO PONTI, economista Politecnico di Milano
"Perché si temeva che i risultati non fossero buoni. E com'era ovvio dati i dati di traffico, non era difficile aspettarsi con quei dati di traffico, l'analisi costi benefici è venuta molto negativa, non negativa".

AUTRICE
Eppure si continua a ripetere da anni che il Ponte si paga da solo. Lo diceva già nel 1985 il ministro Signorile


Immagini di repertorio da: "Nord chiama Sud" - 25 settembre 1985

VOCE FUORI CAMPO: "Ma i soldi ci sono?"

CLAUDIO SIGNORILE, ministro Trasporti governo Craxi
"Guardi, per carità...se c'è una cosa sulla quale i soldi ce li tirano dietro è questa".

AUTRICE
Lo dice oggi l'amministratore delegato della Stretto di Messina

AUTRICE: "Cioè Lei sta dicendo che lo Stato potrebbe anche non spendere niente per il ponte sullo Stretto?"

PIETRO CIUCCI, amministratore delegato Stretto di Messina S.p.A.
"Potrebbe essere l'obiettivo vero di questa Società".

AUTRICE
Per il presidente onorario basterebbe rivolgere un appello agli oriundi siciliani e calabresi all'estero.

ANTONINO CALARCO, presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"La sottoscrizione dell'intero costo del ponte sarà assolta dagli emigrati siciliani e calabresi sparsi per il mondo".

AUTRICE
Fatto sta che al momento i soldi per fare il ponte non ci sono. E sono le ferrovie che rischiano di doversi accollare una quota dei rischi che dovrebbero essere sostenuti dai privati.

Ma le ferrovie non vivono grazie ai soldi dello Stato?

ADA BECCHI, economista Università di Venezia
"Le Ferrovie campano di trasferimenti pubblici, per cui diventa una sorta di giro, di circuito, per cui i soldi entrano da una parte ed escono dall'altra".

MARCO PONTI, economista Politecnico di Milano
"Viene sinistramente ad assomigliare alla vicenda dell'alta velocità, cioè privati che mettono soldi ma non investono, cioè non rischiano questi soldi. Questi soldi sono di fatto garantiti dallo Stato, e allora sono buoni tutti. Se lo Stato alla fine garantisce, chiunque mette i soldi, tanto il ritorno è garantito. E' come un prestito, è come Bot e Cct".

AUTRICE
Chi ci guadagnerà con l'operazione ponte saranno le banche, che facendo intermediazione su delle cifre così alte incasseranno altrettante commissioni .
Ma alla fine il Ponte, dicono ,rilancerà l'immagine dell'Italia nel mondo e porterà turismo.

SALVATORE LEONARDI - sindaco Messina
"Noi ci aspettiamo il rilancio dell'immagine di Messina e ci aspettiamo un rilancio turistico della città"

GIUSEPPE CHIARAVALLOTI, presidente giunta Regione Calabria
"Costituisce una struttura anche dal punto di vista estetico, della curiosità turistica, di enorme richiamo".

AUTRICE: "Tu che sei un turista se ci fosse il ponte verresti a vederlo apposta?"

TURISTA
"Di per sé? Magari sì, però non verrei qui solo per vedere un ponte perché ponti ce ne sono anche in altri posti".

ROBERTO SAUERBORN, consigliere provincia Messina
"Il ponte oggi si pensa che sia l'ottava meraviglia del mondo. La Sicilia e la Calabria hanno l'80% dei beni culturali di tutta l'Italia, non ne abbiamo bisogno di altri".

AUTRICE
Intanto, mentre si discute se il ponte rilancerà il turismo o no, è inutile preoccuparsi per l'acqua, per le strade, per le ferrovie messe male e per queste immondizie che galleggiano indisturbate nell'acqua. .. tanto le cose cambieranno quando sarà costruita la più grande opera dell'uomo, dopo lo sbarco sulla luna.

IN STUDIO MILENA GABANELLI
In effetti il pacchetto lavori prevede che si rimettano a posto anche le strade e la linea ferroviaria, insieme alla costruzione del ponte, che non unisce due stati, non unisce due grandi città con forti scambi commerciali, come avviene invece guardando la storia dei grandi ponti.
Da quel che abbiamo capito non servirà tanto per il trasporto automobilistico, neanche ai camion, forse ai treni, pero' i passeggeri sono in calo e per le merci ci sarebbe prima da rimettere in ordine l'intero settore. Pero' ci possono essere delle ragioni simboliche. Ma Bastano ad inserire il ponte fra le opere prioritarie? A questa domanda avrebbe potuto rispondere solo il Ministro Lunardi. Non lo ha fatto. E adesso entriamo nel dettaglio del progetto: starà su o no starà su?
E qui il contraddittorio e' fra autorevoli esperti e i progettisti. Premettiamo che molte difficoltà tecniche come quelle che riguardano i terremoti e l'azione del vento, sono state risolte, e il progetto e' stato giudicato realizzabile

AUTRICE
Tutti questi volumi sono il progetto del ponte sullo Stretto di Messina: pesano qualche quintale e sono il risultato di circa 20 anni di lavoro dei più noti professionisti .
Ma c'è qualcuno che questo progetto se l'è letto tutto?

EZIO FACCIOLI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Dubito. L'insieme dei documenti progettuali aveva una mole abbastanza imponente. e non so, mi sembra difficile che qualcuno si sia letto tutta la documentazione".

AUTRICE
Qualcuno che se ne è letto una buona parte c'è. Il professor Di Majo nei primi anni 80 era riuscito a dimostrare che il ponte ferroviario era fattibile cosicché il ministro Signorile ha potuto dare il via libera alla progettazione. Nella fase successiva il professore ha continuato a controllare i risultati degli studi, in qualità di membro della Delegazione di Alta sorveglianza delle Ferrovie.

AUTORE: "Cos'è che ha di strano questo disegno?"

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
"Le automobili a rovescio".

AUTORE: "Cioè è un errore del computer".

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
"No, è un errore di impostazione dei programmi. Ecco, guardi qui: dove si vedono tutte le nervature all'esterno mentre sono all'interno. Errore da poco, ma dimostra la mancanza completa di un controllo dei risultati. Quindi quello che il computer gli dava lo buttavano fuori come risultato finale senza nessun controllo critico"

AUTORE: "Ne ha trovati degli altri?"

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
"Eh!".

AUTRICE
Il progetto è stato riesaminato nella sua versione finale da una delle più prestigiose società di ingegneria internazionali e ufficialmente approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ricordiamo che il costo di questo progetto è stato di circa 150 miliardi di lire. Trattandosi di ricerca pura, nel caso in cui non fosse stato approvato, per legge i 150 miliardi li avrebbero dovuti sborsare IRI, ANAS, FS e le regioni Sicilia e Calabria.

ANTONINO CALARCO, presidente onorario Stretto di Messina S.p.A.
"E nella stessa legge era previsto che se a un certo punto il progetto fosse stato bocciato (perché poteva il progetto, la ricerca stessa, approdare a un risultato negativo), gli oneri sarebbero ricaduti sugli azionisti. Se il progetto veniva approvato, invece pagherà il Ministero del Tesoro".

AUTRICE
E infatti ha pagato il Tesoro, cioè tutti noi. Un ponte così sottile e lungo 3360 metri non l'ha mai fatto nessuno. I giapponesi, che dovevano farne uno lungo 1990 metri, non si sono fidati .

MASSIMO MAJOWIECKI, progettista strutturale
"I giapponesi, dopo accurati studi su sezioni trasversali, hanno deciso di ritornare al ponte cosiddetto rigido, ossia tanto per intenderci il ponte tipo Verrazzano, tipo Brooklyn. Questo spendendo molto di più logicamente, però l'incertezza dei giapponesi ci lascia perplessi. Ora, come possiamo noi fare un ponte di 1000 metri più lungo senza incertezze?"

AUTRICE
Il rischio è che succeda come al ponte sul Tacoma, che nel 1940 crollò con un vento di soli 60 km all'ora.
Anche il Millennium Bridge a Londra si è rivelato instabile. Ma secondo i progettisti, niente di tutto questo può succedere al ponte di Messina.

FABIO BRANCALEONI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Sono state fatte moltissime simulazioni numeri che del comportamento dell'opera, accompagnate da tantissime prove sperimentali".

AUTRICE
Sono state fatte numerose prove in galleria del vento e siccome il ponte è una struttura tutta saldata, è stato ricostruito un pezzo in scala al vero per verificare la tenuta delle saldature.

DAL VIDEO : "IL PONTE SULLO STRETTO", Stretto di Messina S.p.A.
"Modelli al vero di tratti di ponte sono stati poi realizzati per riprodurre fedelmente in laboratorio il transito di milioni di veicoli e treni, così da verificare la resistenza a fatica dei materiali e delle saldature e per studiare i collegamenti elastici tra le rotaie e la piattaforma d'acciaio".

AUTRICE
Il servizio è di Superquark, che però non aggiunge che il risultato delle prove è stato questo.

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
" Tutte le prove fatte hanno portato a rotture nelle zone saldate. Parecchie decine di rotture, che se fossero avvenute avrebbero portato alla messa fuori servizio del ponte".

AUTRICE
Il progettista invece legge le rotture in un'altra maniera.

FABIO BRANCALEONI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Erano l'obiettivo delle prove le rotture. In qualche modo se vuole è come se si facesse l'equivalente di un crash test. Quindi la rottura è normale che avvenga e deve avvenire proprio per fornire l'informazione per una progettazione corretta".

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
"In realtà poi hanno cambiato qua e là degli spessori eccetera, ma non hanno rifatto una nuova verifica, quindi...."

AUTORE: "Poi queste prove sono state rifatte quindi?"

FABIO BRANCALEONI, consulente progetto Ponte sullo Stretto
"Successivamente al progetto di massima? No, successivamente al progetto di massima no perché il loro obiettivo era la redazione del progetto di massima".

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
"Quando in una struttura di questo genere si rompe una saldatura, non la si rimedia più, perché
si può rifare un'altra saldatura però siamo daccapo".

AUTRICE
Nel suo parere conclusivo, la delegazione di alta sorveglianza delle FS ha richiesto di svolgere ulteriori approfondimenti. Leggiamo testualmente: "Non si può correre il rischio che nodi cruciali vengano sciolti solo o ancora in sede di progetto esecutivo".
Ciò nonostante il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha approvato lo stesso il progetto. Perché?

AURELIO MISITI, presidente Consiglio superiore Lavori Pubblici
"Quando si farà quel tipo di saldatura noi avremo una conoscenza doppia rispetto a quella attuale e i risultati migliori saranno applicati nel momento in cui il ponte sarà in costruzione".

AUTRICE
In sostanza sulle saldature ci si può ritornare sopra fra qualche anno e anche sui giunti nelle parti terminali del ponte, anche questi i più lunghi del mondo.

FRANCO DI MAJO, ex membro Delegazione Alta Sorveglianza FS
"Un giunto di un metro e mezz

 

 

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