Consolato Campolo
Noi lo ricordiamo così
Demetrio Naccari Carlizzi
Rare volte capita di riscontrare un giudizio così unanime sulle doti umane di una persona che ha operato ed agito, come Consolato Campolo, per il cambiamento. Proprio perché il cambiamento trova opposizione in coloro che lo avversano ed inevitabilmente scarso sostegno in tutti gli altri. Spesso, specie dalle nostre parti, prevalgono le parzialità e i criticismi.
Con Consolato Campolo questo non era possibile vista la sua evidente generosa bontà e la sua ispirazione, di famiglia, al bene comune, per nulla temperata dalla durezza dell’esperienza, dell’egoismo e del realismo che la vita spesso suggerisce.
Il suo lavoro è stato proprio una trasparente ed incondizionata dedizione al servizio alla collettività, proprio oggi, proprio di questi tempi in cui sembra essere dimenticata la dimensione collettiva delle nostre vite individuali.
La sua competenza, frutto della fatica dello studio e dello sforzo della comprensione dei problemi e delle prospettive di tutti, lo aveva presto fatto diventare un riferimento insostituibile.
Prima nell’oscuro ma prezioso lavoro presso la Ragioneria dello Stato, cui dobbiamo da cittadini un riconoscimento per l’imparzialità del lavoro di tenuta dell’unità economica del Paese, poi per gli incarichi che le Prefetture e i Ministeri gli avevano affidato riconoscendogli onestà e professionalità non comuni.
Certamente poi dopo la sua promozione a dirigente, conseguita per concorso pubblico, scelto con trasparenza e lungimiranza dall’ Azienda di Vibo che lo aveva accolto per merito e lo ha perso sgomenta, come testimoniato dall’affetto del suo management e dei suoi colleghi.
Ma è l’ intera sanità calabrese che in Consolato Campolo vedeva una risorsa cui attingere per affrontare i casi più critici, dove avevano fallito in tanti e quindi dove era più necessario avere qualcuno che lavorasse per restituire alla comunità amministrata il bene della certezza e le necessità dei servizi.
A noi ha donato tanto a partire dalla sua onestà indifesa, testarda perché al servizio di valori profondi e radicati, dalla sua passione che si traduceva in voglia di imparare costantemente ed accettare le sfide procedendo umilmente a mani nude, metro per metro, libero e allo stesso modo responsabilizzato da un fine di servizio.
Un esempio per i giovani che si affacciano ai ruoli nella pubblica amministrazione, giovani che Consolato ha sempre aiutato con costante speranza nel futuro migliore.
Non dimenticheremo il suo impegno, a partire da quello profuso a Reggio nei ruoli formali e prima ancora in quelli di puro civismo, dove ha messo la sua competenza al servizio della sete di verità di una intera collettività.
Tenteremo di ricordarlo con gli strumenti che abbiamo, sapendo che sono insufficienti rispetto ai suoi meriti e col rammarico che il distacco repentino ci ha impedito di salutarlo come avremmo desiderato e lui avrebbe meritato.
Speriamo infine di fare tesoro della sua lezione civica e certo terremo sempre nel cuore la sua straordinaria e generosa umanità oltre al privilegio personale della sua amicizia.
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