Ex Giunta di centrosinistra scagionata

Aiuti alle imprese, nessun reato. Assolti politici e dirigenti regionali

L'inchiesta ruotava intorno a due delibere approvate nel 2009

CATANZARO

Non luogo a procedere per chi ha scelto il rito ordinario, assoluzione per chi ha invece optato per l'abbreviato. La sostanza, però, non cambia: il fatto non sussiste, crolla definitivamente l'accusa nell'ambito dell'inchiesta sui presunti illeciti nella gestione di fondi europei che coinvolgeva gran parte dell'ex Giunta regionale di centrosinistra.

L'assoluzione è stata dichiarata ieri dal gup Francesca Pizii nei confronti dell'ex vice presidente della Regione Domenico Cersosimo, degli ex assssori Liliana Frascà; Damiano Guagliardi, Luigi Incarnato, Mario Maiolo, Mario Pirillo e Francesco Sulla, dell'allora dirigente generale del dipartimento Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione professionale, Cooperazione Volontariato Marinella Marino e dell'allora dg del dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria Salvatore Orlando.

Il non luogo a procedere è stato invece sancito per gli ex assessori Michelangelo Tripodi, Demetrio Naccari Carlizzi e Silvio Greco.

L'accusa iniziale per tutti era di peculato; successivamente nel corso dell'udienza preliminare la pubblica accusa ne ha chiesto la derubricazione in ma il giudice ha deciso per un'assoluzione con formula piena nel merito non ritenendo sussistenti le ipotesi della Procura della Repubblica.

I fatti oggetto del procedimento risalgono al 2009 ed esattamente al 24 aprile quando l'ex Giunta ha deliberato la costituzione di un Fondo di garanzia e al 23 giugno quando si è implementato questo stesso Fondo.

Tutto ruotava intorno al contributo comanitario vincolato all'incremento occupazionale, concesso attraverso la Regione. Aiuti destinati alle imprese richiedenti che avevano un solo obbligo: munirsi di una polizza fideiussoria bancaria a garanzia dell'importo ricevuto, riscattabile dall'ente regionale in caso di inadempienza rispetto ai requisiti previsti dal bando pubblico.

Ma alcune di quelle imprese, secondo l'accusa, non avrebbero potuto accedere ai fondi perché prive di un sufficiente grado di affidabilità economica.

E così la Regione, distraendo somme destinate ad altri scopi pubblici, avrebbe istituito un fondo di garanzia da - 12,5 milioni a disposizione di quelle imprese prive di requisiti.

Di conseguenza, sempre secondo l'iniziale accusa da "soggetto garantito" contro il rischio d1 inadempimenti da parte delle ditte beneficiarie del contributo, l'ente sarebbe diventato "soggetto garante" di quelle imprese coinvolte, l'ipotesi di reato crollate però dinnanzi al gup, che ha dichiarato l'innocenza di tutti gli imputati. La
cui immagine, in attesa di conoscere anche le motivazioni del verdetto, viene adesso pienamente riabilitata.

 

 

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