Ponte, Naccari suona la sveglia
L'ex assessore regionale mette in luce il rischio di un ulteriore isolamento infrastrutturale della città e del Basso Jonio
Redazione
Le amministrazioni locali devono chiedere a governo e Regione di completare il programma
Piero Gaeta
Negli ultimi anni è ripreso il dibattito sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto per favorire l'attraversamento in Sicilia nel programma dell'Alta Velocità Ferroviaria che punta a migliorare l'accessibilità al Sud. "Se il Ponte non nasce per unire Messina e Reggio, per coloro che vivono nell'area reggina il programma dell'Alta Velocità sarebbe una vera e propria beffa se la scala locale della mobilità non fosse integrata con la scala nazionale, determinando una sorta di "taglia fuori" per i territori a valle del Ponte cioè quelli della provincia di Reggio", spiega Demetrio Naccari che rilancia sul ruolo delle amministrazioni locali, che "oltre a una rappresentanza politica, hanno un ulteriore compito importantissimo. Devono raccordarsi con i piani nazionali (anche quelli che non condividono) e richiedere al Governo nazionale ed al Governo regionale di completare la programmazione senza fermarsi alla logica della scala nazionale.
Agli oppositori del Ponte che potrebbero leggere ideologicamente quest'affermazione come una scelta dico che l'Alta Velocità Ferroviaria determina delle necessità trasportistiche che paradossalmente prescindono dal ponte stesso (se il Ponte non venisse realizzato si porrebbero le stesse necessità di raccordo anche solo con l'Alta Velocità) e che questa posizione non toglie nulla ma aggiunge. Omettere di prendere atto di tale evidenza potrebbe comportare un disallineamento dalla programmazione statale e determinerebbe il rischio di un ulteriore isolamento infrastrutturale dei territori di cui pare che nessuno, nell'affrontare la scala nazionale degli interventi, si sia curato".
Naccari si chiede "perché dal Ministro delle Infrastrutture si afferma che con il ponte si potrà andare da Reggio a Messina in 10 minuti in treno? La comicità involontaria di tale affermazione è indicativa di una evidente assenza di analisi della mobilità nell'area reggina che invece il Ministero, la Regione e gli enti locali devono offrire compiutamente al Ministro. Nemmeno è noto se si sia almeno pensato alla collocazione della stazione ferroviaria dell'alta velocità a Reggio Calabria.
Integrare il territorio reggino con il Ponte significa agganciare l'alta velocità soprattutto verso Nord perché i reggini per andare a Messina avranno anche in futuro convenienza a traghettare mentre è basilare riuscire a fare in futuro quello che non si riesce a fare adesso: raggiungere le altre città italiane (es. Roma) nel più breve tempo possibile (meno di tre ore) con la ferrovia. In assenza di un quadro infrastrutturale integrato avremo, infatti, la marginalizzazione più totale del territorio della provincia reggina, e in particolare del territorio dell'area calabrese dello Stretto e della bassa Jonica".
"Innanzitutto, salvo smentite ufficiali, il Ponte allo stato attuale, evidenzia Naccari - non è collegato con Reggio e nemmeno con Villa San Giovanni. Non nasce, infatti, per collegare le due città (che dovrebbe finalmente iniziare a co-programmare) ma la penisola con la Sicilia. Non esiste, poi, alcun tracciato di alta velocità che arrivi nella città di Reggio anzi il futuro tracciato si immetterà sul Ponte in quota. Sarà almeno complicato servire con l'alta velocità la stazione Centrale di Reggio. Probabilmente, occorrerà individuare un luogo tra Gioia Tauro e Bagnara dove si accorderà il ponte con l'alta velocità".
"Reggio è già sconnessa con l'autostrada, infatti, a Reggio l'A2 non arriva perché si ferma a Villa San Giovanni (il macrolotto n. 6 non è stato mai realizzato a causa dei disagi che avrebbero comportato i lavori). A Reggio manca persino la progettazione della nuova tangenziale (Campo Calabro-Pellaro) che il sottosegretario Luigi Meduri aveva finanziato nel 2008 per il primo stralcio ed era nei piani dell'Anas. A Reggio insiste Naccari manca la progettazione della stazione di collegamento con l'alta velocità (e il Ponte) che dovrebbe essere realizzata in quota per connettersi col Ponte e ricevere il flusso di passeggeri della ionica. La stazione
Centrale, che già oggi è un pallido ricordo dell'importante snodo ferroviario del passato, non essendo destinata all'alta velocità, che viaggerà in quota, ha già di fatto liberato le aree delle Ferrovie del centro che potrebbero essere destinate a opere urbane per dotare la città di importanti infrastrutture oggi mancanti".
"A Messina, diversamente da noi, del Ponte si discute invece da tempo di opere compensative e di connessione della città con la rete ferroviaria. Sono previste diverse stazioni, che qualunque sia l'evoluzione dei lavori sull'opera ponte, comunque resteranno patrimonio infrastrutturale del territorio. È di tutta evidenza, quindi, come sia nel disegno nazionale che in Calabria manchi un pezzo importante della visione e del necessario dibattito e mentre si discute di visioni ideologiche non si lavora anche al lato amministrativo. Se ne parlerà in qualche sede? Io nutro fiducia. Ometto di commentare in questa sede conclude Naccari - l'ipotesi di tracciati AV alternativi a quello discusso nello studio di fattibilità di RFI del 2005 che, per definizione, è l'unico che consentirebbe di ridurre davvero i tempi di percorrenza per tutti i calabresi e siciliani. Si nota con piacere che il primo lotto che include la realizzazione della galleria Santomarco, collega l'entroterra cosentino, che già oggi da Paola è collegato in circa 3 ore con Roma, mentre perplessità emergono dal fatto che il tracciato più logico, breve e diretto è meno breve di come potrebbe essere, con allungamento conseguente dei tempi di percorrenza!".
pubblicato su Gazzetta del Sud 04/03/2025