Terremoto al Comune di Parma
Si dimettono i revisori dei conti
Redazione
I tre professionisti hanno lasciato l'incarico. Ecco la lettera. Dissensi sui debiti dell'Amministrazione. Anomalie rilevate anche dalla Corte dei Conti. Il Pd: ora il sindaco se ne vada. Assessore Broglia: siamo stupiti
  
  Clamorosa decisione del Collegio dei revisori dei conti del   Comune di Parma. I professionisti chiamati a validare sotto il profilo   economico le delibere della Giunta comunale hanno rassegnato le   dimissioni irrevocabili dall'incarico in una lettera inviata al primo   cittadino Pietro Vignali l'11 febbraio eal presidente del Consiglio   comunale Elvio Ubaldi. 
DIMISSIONI Leggi la lettera dei revisori 
LEGGI I motivi della rottura 
  
  La   decisione è maturata alla luce delle insufficienti informazioni fornite   dall'Amministrazione comunale in merito al finanziamento alle società   partecipate del Comune e alle variazioni apportate al bilancio di   previsione dell'ente. Il nodo è la manovra per il passaggio del   pacchetto azionario di Iren dal Comune (60 milioni di euro il valore)   alla  partecipate Stt e Parma infrastrutture per la loro   ricapitalizzazione.
  
  Scarse e parziali le notizie e le garanzie   date da sindaco e assessori in merito alla sostenibilità delle   operazioni proposte. Da qui il passo indietro dei revisori Roberto Di   Cioccio (presidente), Angelo Anedda e Antonio Cavazzini in chiaro   dissenso con la Giunta sulla situazione debitoria.
  
  In   particolare, come detto, la scelta dei commercialisti si è concretizzata   di fronte alla proposta di cedere le azioni dell'utility Iren alla maxi   holdig comunale Stt e alla neonata P.I. per coprirne il debito   accumulato e rafforzarne così il patrimonio. 
  
  M i guai per il   Comune non finiscono qua: la Corte dei Conti di Bologna ha convocato il   Comune per gravi irregolarità nella stesura del bilancio comunale 2010. 
CORTE DEI CONTI Tutte le anomalie / Sanzioni in vista per il Comune
  
  "Siamo   al distrasto finanziario, la Giunta si fermi e adotti un gesto di   responsabilità", afferma il capogruppo del Pd Giorgio Pagliari. 
  
  La notizia delle dimissioni in blocco è stata data dai democratici nel corso di una conferenza stampa (LEGGI Le loro dichiarazioni).   Il gruppo di opposizione ha chiesto le dimissioni del sindaco Pietro   Vignali e dell'intera Giunta formata dalla coalizione Pdl-Udc e Parma   Civica. Si tratta dell'ultimo capitolo di una battaglia politica sullo   stato dei conti del Comune che va avanti da mesi, con le prime polemiche   riportate da parma.repubblica già nel novembre 2008 LEGGI. 
  
  Adesso   è intenzione dell'Amministrazione procedere alla nomina di tre nuovi   revisori (prevista a breve la convocazione di un Consiglio   straordinario) e andare avanti ugualmente con le delibere di   ricapitalizzazione. Si provede uno scontro a tutto campo con   l'opposizione. 
  
  L'indebitamento del municipio, tenuto conto delle   varie società partecipate su cui, secondo le accuse dell'opposizione,   la Giunta scarica debiti fuori bilancio, sfiora i 500 milioni di euro.   L'esame della società di revisione Kpmg che a fine dicembre 2010 aveva   interessato 20 delle 33 partecipate  del Comune, quelle che raggruppano   l'85% circa dell'indebitamento, segnalava al 31 dicembre 2009 un rosso   di 320 milioni di euro. Il doppio  rispetto al 2008. Mentre le prime   proiezioni attestano per il 2011 una cifra compresa tra i 450 e i 500    milioni di euro. 
  
  Per quanto riguarda la capofila Stt, era già   stata oggetto di polemiche nei mesi scorsi. Andrea Costa, ex presidente   della holding e uomo di vertice di Alfa (società che alla prima fa   capo), si è dimesso in seguito alla vicenda dei 8,5 milioni che Tep,   società del trasporto pubblico di Parma e provincia di cui Costa era   stato presidente, aveva investito in Banca Mb senza essere riuscita a   ottenere il rientro (a termini dell'investimento scaduti) che di un   milione di euro, a causa del commissariamento della banca d'affari   milanese. 
  
ASSESSORE BROGLIA: SIAMO STUPITI - Il Comune, preso atto delle dimissioni del collegio dei revisori dei   conti, in uno dei prossimi Consigli comunali provvederà a proporre la   nomina di un nuovo collegio. Lo rifersisce una noa stampa. Sul merito   l'assessore al Bilancio Gianluca Broglia sottolinea che "tutte le   informazioni economiche, contabili e finanziarie relative a una normale   variazione di bilancio sono state fornite martedì scorso durante la   riunione con i tecnici del Comune, durata ben 4 ore e trasmessa in forma   integrale e definitiva mercoledì. Diventa così incomprensibile questa   presa di posizione da parte del collegio dei revisori. Probabilmente le   tensioni con la direzione generale sono il frutto di malintesi   sull'utilizzo di strumenti innovativi in materia di finanza pubblica. 
  
"DIMISSIONI INCOMPRENSIBILI "- Altrimenti non si spiegherebbero in alcun modo queste dimissioni, dal   momento che negli ultimi mesi c'è stato un incremento delle informazioni   fornite al collegio stesso, integrato dalla ricognizione verso le   società controllate, richieste proprio dai revisori. Circa la delibera   sul rafforzamento patrimoniale delle società partecipate, non era   nemmeno previsto il parere del collegio. Nonostante questo, sono state   fornite e illustrate integralmente tutte le documentazioni dell'atto.   Paiono inoltre strane queste dimissioni perché avvenute nel momento in   cui sono stati concordati proprio con i revisori i termini della   risposta ai rilievi mossi dalla Corte dei conti.
  
  Risposta che   dimostra la correttezza dei conti del Comune e, in particolare, che non è   stata portata avanti alcuna elusione del patto di stabilità proprio   grazie alla collaborazione tra gli uffici comunali e il collegio"
  "Inoltre,-prosegue   il comunicato dell'assessore Broglia -  la risposta dimostra come   l'utilizzo delle plusvalenze patrimoniali risulti corretto in quanto   avvenuto così come previsto dalla legge. 
  
"NESSUNA VIOLAZIONE" - Si chiarisce poi che non è avvenuta nessuna violazione dell'articolo   119 della Costituzione e che le lettere di patronage non costituiscono   debiti per il Comune, ma solamente impegni per garantire l'equilibrio   economico-finanziario delle società partecipate direttamente o   indirettamente dal Comune. Resta infine incomprensibile la non   reperibilità in queste ultime 48 ore del collegio, che invitiamo   comunque a rimanere in carica fino alla nomina di un nuovo collegio   (obbligo previsto dal testo unico degli enti locali e dallo statuto   comunale), per evitare incomprensibili e dannose  interruzioni di   pubblico servizio in un momento così delicato come quello vissuto dagli   enti locali a livello nazionale".
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