INTERROGAZIONE n. 375 del 31/05/2013

Sul piano di rientro della Sanità Calabrese

tratto da [Consiglio regionale della Calabria]

D. NACCARI CARLIZZI, N. ADAMO, P. AMATO, V. CICONTE, A. DE GAETANO, M. FRANCHINO, P. GIAMBORINO, C. GUCCIONE, M. MAIOLO, S. PRINCIPE, A. SCALZO, F. SULLA . Al Presidente della Giunta regionale -

Premesso che:

in data 31 Dicembre 2012 è scaduto il piano di rientro e i risultati insufficienti hanno determinato la proroga dello stesso e del commissariamento della sanità calabrese;
il termine utile del 10 maggio, fissato nell'ultima riunione del tavolo Massicci, per la presentazione del piano operativo per la riprogrammazione del piano di rientro è abbondantemente superato, senza che la Regione producesse alcunché nonostante i formali solleciti dei Ministeri;
il Consiglio regionale e la competente commissione consiliare sono spogliati nell'esercizio della propria competenza sulla programmazione, per cui il futuro piano operativo diventa una decisione arbitraria del Governo regionale.
il decreto legislativo 174/2012 e il d.lgs. 149/2011 impongono la sostituzione del Governatore, nella qualità di commissario ad acta, nel caso di Regioni come la Calabria che abbiano applicato per due esercizi finanziari consecutivi l'aliquota addizionale Irpef massima e, nel contempo non abbiamo adempiuto agli obblighi temporali del piano di rientro, i cui inadempimenti vengano riscontrati in sede di verifica annuale dagli organismi ministeriali;
tali condizioni si sono ampliamente verificate nella Regione Calabria;
le aziende sanitarie non hanno attuato le prescrizioni del piano di rientro, operando arbitrariamente e difformemente dai provvedimenti del commissario ad acta, in particolare in ordine alla ricollocazione di personale in esubero derivante dalle riconversioni dei presidi ospedalieri;
si registra un cortocircuito tra il direttore generale del Dipartimento, che invita i direttori delle aziende ad attribuire validità provvisoria alle nomine dei direttori di distretto, e i sub commissari che con atto formale (prot. 173448 del 23 Maggio 2013), invece, chiariscono come non sia prevista nella legislazione vigente l'istituto dell'incarico provvisorio;
non è stato emanato alcun decreto riguardante la ridefinizione della rete territoriale il che rende assolutamente incongruo tutto il riassetto delle reti di cui al decreto 18;
non è stato emanato alcun decreto attuativo delle disposizioni del decreto 18 relative alla rete di emergenza-urgenza, con ciò lasciando scoperto un settore fondamentale dell'assistenza, in particolare in Calabria la cui orografia e viabilità rende estremamente difficile ogni trasporto;
si continuano ad omettere le sanzioni richieste dal tavolo Massicci, da oltre un anno, per i direttori generali che hanno effettuato assunzioni in violazione del blocco del turnover attivo ope-legis per tutta la durata del commissariamento;
il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale e che mirava a stabilizzare i precari della sanità, mettendo a forte rischio i livelli essenziali di assistenza;
si continua a non dare risposta ai Ministeri che hanno chiesto da oltre un anno la revoca dell'art. 40 della l.r. 47/2011;
si perpetua la storia dei finanziamenti alle case di cura per il trattamento delle post-acuzie e di tali finanziamenti, promessi in campagna elettorale, non si vede ombra mettendo con ciò a rischio, non solo centinaia di posti di lavoro, ma anche il corretto percorso assistenziale per i pazienti che continueranno, se le condizioni economiche lo consentiranno, ad essere costretti ad emigrare, per completare il ciclo assistenziale;
taluni direttori generali, sanitari ed amministrativi non possiedono i requisiti previsti dalla legge o versano in condizioni di palese incompatibilità;
la gestione commissariale ha sinora utilizzato soltanto 180 mln dei 420 ricevuti dal mutuo trentennale (rateo di 30 mln annui) a causa dell'incapacità delle aziende di ricognire e certificare i crediti. Tale situazione cozza con le difficoltà delle imprese ed evidenzia criticità gestionali inaccettabili nelle aziende sanitarie;
le contabilità delle Asp e delle Ao suscitano perplessità in quanto non hanno contabilizzato le partite contrattuali verso i dipendenti e gran parte dei crediti verso i professionisti esterni. In alcuni casi, come in quello dell'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, le sopravvenienze passive come rilevato dai revisori e dall'advisor, non sono state registrate nei bilanci in quanto prive di validazione;
nell'ASP di Cosenza si consumano comportamenti alquanto "impropri", nel settore del contenzioso e della liquidazione a case di cura;
la corte dei conti, nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato al Senato, mette in luce la grave situazione di crisi in cui versa il comparto della sanità in Calabria sottolineando il peggioramento della qualità dell'assistenza, la mancata erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza ed una forte criticità nelle politiche di prevenzione, nella gestione economica e finanziaria del Piano di Rientro e dei deficit annuali che hanno accresciuto il debito complessivo, nella mancata predisposizione di una rete ospedaliera equilibrata sull'intero territorio e delle strutture territoriali, nella gestione del turn-over per l'area medica;
il Direttore Generale del Ministero della Salute Bevere insieme all'Ispettore Capo dell'Ispettorato Generale sulla Spesa Sociale Massicci hanno consegnato alla Commissione Igiene e Sanità del Senato una relazione impietosa da cui emergono i ritardi e le inadempienze della gestione commissariale che portano al collasso del sistema sanitario calabrese;

Per sapere:

dal Presidente della Giunta regionale anche nella qualità di commissario ad acta sui punti citati.

 

 

Articolo precedenteArticolo successivo

Non ci sono commenti